Interessante e partecipata tavola rotonda ieri a Ittiri organizzata dalla Copagri Nord Sardegna in collaborazione con il Centro Studi Agricoli Sardegna, dal titolo Quale futuro per il comparto ov-caprino, quale prezzo del latte nel 2019
L’importanza dell’argomento ed il momento particolare che il comparto sta attraversando è data dalla presenza e dalla qualificata presenza relatori alla tavola rotonda, ad iniziare dal Salvatore Palitta presidente del Consorzio Pecorino Romano DOP, da Pieluigi Pinna della F.lli Pinna Spa , la più grande Industria Casearia della Sardegna, a Alessando Ranaldi Vice Presidente Nazionale della Copagri, Ignazio Cirronis presidente della Copagri Regionale, Tore Piana Presidente del Centro Studi Agricoli e Vice Presidente della Copagri Sassari Olbia Tempio a Paolo Ninniri Presidente della Copagri Sassari Olbia Tempio.
Presenti numerosi amministratori di cooperative casearie del nord sardegna e numerosi grossi allevatori .
Ad aprire i lavori il Presidente della Copagri Nord Sardegna, Paolo Ninniri, che ha illustrato i dati storici del comparto Ovi-caprino nel Nord Sardegna ed in particolare della realtà di Ittiri della cooperativa caseficio LAIT di Ittiri, dove negli anni scorsi è stato amministratore, la Copagri ha fortemente voluto questa
Tavola rotonda perché l’argomento è oggi particolarmente sentito. Ringrazia i relatori qualificati della filiera presenti.
Chiude il suo intervento sostenendo che oggi più che mai vi è la necessità di trovare un accordo sul prezzo del latte di pecora
Dopo i saluti dell’assessore all’agricoltura del comune di Ittiri, Gian Mario Cossu e i saluti da parte di un componente del CDA della LAIT di Ittiri, la prima relazione è stata quella del Presidente della Copagri Regionale Cirronis che ha ricordato l’esito del tavolo di filiera dove finalmente sono stati comunicati i dati delle produzioni del latte in Sardegna e ha ricordato come l’OILOS a oggi non sia stato ancora riconosciuto dal Ministero, si ritiene soddisfatto del lavoro svolto dal tavolo di filiera.
Dopo Cirronis è intervenuto Tore Piana centro studi agricoli, che ha rimarcato tutti i dubbi sui dati diffusi dalla Regione, che aimè sono diversi e disuguali da quelli diffusi il 26 al tavolo di filiera e quelli diffusi ieri 31 Luglio, qualcosa non quadra, a leggere i dati scritti dalla stampa prima si dichiara una produzione anno 2015/16 di 285 milioni per poi affermare 331 milioni per la stessa annata e per il 2016/17 prima 297 milioni per poi affermare 317 milioni. Ma il fatto che più lascia perplessi, sempre Tore Piana è quello che calcola una media di 100 litri a pecora, che significherebbe se vera, la chiusura di tutte le aziende in Sardegna.
Altro fatto che secondo Tore Piana che non quadra è quello che i dati delle produzioni del latte riguardano solo il latte di pecora e non anche quello di capra che riguarda una partita di circa 39 milioni di litri portando cosi la produzione la produzioni di latte ovi-caprino a circa 372 milioni di litri.
Inoltro per quanto riguarda OILOS e il riconoscimento , spiace sapere che il riconoscimento non viene dato dal Ministero e che si sia individuata la strada molto tortuosa di interlocuzione con l’europa e non con il ministero, che porterà sicuramente a mesi di attesa, quando invece oggi vi è l’urgenza di avere uno strumento ufficiale che riesca mettere a un tavolo tutti gli attori della filiera, per trovare un accordo che individui le strategie di produzione, che permettano di individuare gli strumenti per una pianificazione controllata e accordata sulle produzioni del pecorino romano dop, individuando in questa produzione di formaggio la chiave sul prezzo del latte, che sostiene Tore Piana, deve essere stabile per almeno un periodo di 5 anni, individuando il prezzo remunerativo all’allevatore di 0,90 al litro.
Quest’anno dai dati delle produzioni di solo pecorino romano dop, pari si arrivi a circa 335 mila quintali, molto al di sopra della soglia dei 270/280 individuati dal piano produttivo del consorzio pecorino romano, creando per quest’anno una leggera sovra produzione di circa 50 mila quintali, che sommati ai circa 35 mila quitali del 2017, sommano a circa 85 mila quintali.
Da qui il campanello dall’allarme per la stagione 2019, cui il prezzo del latte potrebbe subire dei ribassi sino agli ipotizzati 0,65 a litro, questo potrebbe essere lo scenario 2019 se la politica regionale non interviene con estrema urgenza. Non c’è da perdere un secondo, continua Tore Piana.
Le Soluzioni? Eccole secondo Piana, rivedere il piano produttivo del consorzio pecorino romano, inasprendo il costo della quota aggiuntiva, prevista per i trasformatori che superano i quantitativi di pecorino romano dop, assegnati.
Riconoscimento immediato dell’Organismo Interprofessionale OILOS, adottando una politica forte della regione sardegna nei confronti del Ministero.
Un’azione diretta e immediata da parte della regione nei confronti del Ministro alle politiche agricole, per la richiesta dell’inserimento di un quantitativo di circa 25/30 mila Ql di pecorino romano DOP, all’interno del futuro bando AGEA, per il ritiro dei formaggi da distribuire agli indigenti.
Istituzione di un regime di premialità per l’allevamento della razza Sarda, rispetto alle razze esotiche introdotte recentemente in Sardegna.
Ricostituzione dell’Ufficio specifico per i prodotti DOP e IGP e per le produzioni tradizionali presso l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Autonoma della Sardegna, con compiti di coordinamento e indirizzo.
Tutte azioni a cui la politica regionale non deve restare fuori, ma anzi deve essere la protagonista. Altrimenti, e non per fare allarmismo ma neanche restare indifferenti agli scenari possibili futuri, dove si avrà un autunno e un 2019 molto caldo nel mondo delle campagne sarde. Oggi abbiamo tutto il tempo e gli strumenti per poter prevenire, serve solo la volontà politica forte dell’intera filiera per programmare, in primis la Regione Sardegna, conclude Tore Piana.
PierLuigi Pinna della Pinna Casearia Pinna SpA di Thiesi, la situazione del comparto lattiero caseario in Sardegna oggi prevede un incremento delle produzioni del suo prodotto base: il pecorino Romano. Questo non deve creare allarmismo ma ci deve spingere a lavorare per una programmazione del settore per dare stabilità all’intero comparto.