Un successo di pubblico che è andato ben oltre le più rosee aspettative, tanto che gli spazi dell’Hospitalis non sono stati sufficienti a contenere il pubblico proveniente da tutta l’isola, certamente accorso nel capoluogo oristanese per l’originalità della proposta culturale che Miniere Sonore, da sempre, indirizza alla qualità e alla ricerca in campo musicale e artistico.
Antonio Lai ha galvanizzato la prima serata del festival col suo spettacolo Jana, basato sulle musiche originali dell’album New Sardinian Music Volume 1, concepito per Miniere Sonore. Jana ha ruotato sulla figura leggendaria che appartiene alla tradizione isolana, ibrido tra strega e fata; interessante il dibattito scaturito alla fine della performance durante il quale Carmelo Agnello, stage direction e lighting designer, Antonio Lai e l’attrice Gvantsa Lobjanidze si sono confrontati col pubblico in merito alla concezione stessa dello spettacolo. Hospitalis preso d’assalto soprattutto in occasione della seconda serata grazie alla presenza in cartellone di Vasuda Sharma e Alessandro Cortini.
La prima, cantautrice originaria di Nuova Delhi, una vera icona pop in India, ha incantato il pubblico con una miscela perfetta di sonorità classiche e folk indiane con la musica occidentale contemporanea. Irresistibile il suo live dai essenzialmente electro-pop con elementi soul, RnB e loop vocali.Cortini, bolognese di nascita e statunitense di adozione, forte di una carriera al fianco di Trent Reznor nel progetto Nine Inch Nails, figura di spicco della scena internazionale elettronica contemporanea, ha regalato un live che ha galvanizzato il pubblico grazie all’unicità dello spettacolo fatto di suggestioni, immagini e suoni armonizzati in una semplice e lineare estetica elettronica. SONOIO ha incantato per la sensibilità che fa certamente capo al minimalismo ma anche a derivazioni in ambito modern classical con tratti melodici.
La genialità delle composizioni sonore di Elio Martusciello, musicista e compositore autodidatta di musica sperimentale e una dei rappresentati più importanti della musica elettronica in Italia, e la bellezza della voce di Ludovica Manzo, sul palco con Tutt’uno, hanno letteralmente rapito il pubblico che ha affollato l’Hospitalis anche per l’ultima serata di domenica.
Un set cinematografico tra il surreale e la fantascienza ha chiuso l’XI edizione di Miniere grazie alla live performance di LRM Performance – Locus con Kowloon liberamente ispirato alla cultura visiva di Hong Kong, con pezzi di Gordon Matta-Clark ed estratti dei films di Tsai Ming-Liang e molte altre influenze. Il loro spettacolo è stato salutato con cinque minuti di applausi che rappresentano davvero il sentimento che ha accompagnato il festival durante tutte le serate, arricchite da una presenza femminile di grandissimo valore con Vasuda Sharma, Ludovica Manzo e Gvantsa Lobjanidze.
Al di là degli artisti di fama internazionale Miniere Sonore ha ospitato, come da tradizione, una serie di talentuosi musicisti: da Enrico Sesselego a Jenny Braizat, da S A R R A M di Valerio Marras e Claudio Spanu, dalla band di Tirana 3:56 AM a Andrea Ruggeri.
“La risposta entusiasta del pubblico è stato il riconoscimento più importante per il grande lavoro nell’organizzazione del festival – ha dichiarato Stefano Casta, direttore artistico di Miniere – ora non resta che pensare alla prossima edizione”.
L’edizione 2018 del Festival – promosso dall’Associazione Culturale Heuristic – è sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano.