Governo, ministri e fiducia: l’analisi per Affaritaliani.it di Alessandro Amadori, ricercatore e sondaggista
La natura per così dire “di guerra” del gabinetto Conte (che deve fronteggiare, lo ripetiamo, tre grandi sfide: lavoro e occupazione, immigrazione e politica di legalità, territorio infrastrutture) è probabilmente una delle ragioni per cui il livello di fiducia nei confronti del governo nel suo insieme, e di vari singoli ministri, continua a essere piuttosto alto (solitamente le opinioni pubbliche nazionali si stringono infatti attorno ai propri governi, nei periodi di grave criticità).
Al top della fiducia troviamo appunto il premier Conte (fra 50 e 60 per cento) e i suoi vice Salvini e Di Maio (attorno a quota 50). Alto il livello di fiducia anche verso Giorgetti e Bongiorno, Tria e Savona (tutti sopra quota 40), mentre il ministro Centinaio sfiora quota 40. A seguire il ministro Toninelli che, prima del dramma di Genova, era a quota 36. Il lutto collettivo, e lo choc, per la tragedia ligure comporterà un forte livello di attenzione, per tutti i prossimi mesi, nei riguardi del dicastero delle infrastrutture, facendo dello stesso Toninelli un inevitabile protagonista dello scenario politico-percettivo Italiano.
Abbiamo insomma una situazione in cui il premier Conte dividerà le aspettative di cambiamento e radicale miglioramento degli italiani con tre ministri, ognuno deputato a gestire una grande criticità: Salvini per il tema immigrazione, sicurezza e legalità (d’intesa con la ministra Bongiorno), Di Maio per il tema lavoro e sviluppo economico, Toninelli per il tema infrastrutture e messa in sicurezza di un paese che, come purtroppo dimostrano i fatti di Genova, sta evidenziando una drammatica fragilità strutturale. Una sorta di metaforico “consiglio di guerra”, con il compito di ridare prospettiva e progettualità a un paese che sembra averle smarrite da tempo.
Alessandro Amadori
Ricercatore e sondaggista
Fonte: affaritaliani.it