L’azione posta in essere dall’intero consiglio comunale di Domusnovas spiazza i veri nemici della Zona Franca. In Sardegna, proprio per responsabilità di coloro che per anni si sono assopiti sugli scranni della politica, non sempre le cose sono andate per il verso giusto, tanto che oggi l’isola si ritrova al primo posto in Europa come la regione più povera.
C’è da prendere atto, infatti, che in Sardegna il costo della vita è più basso della media italiana e la qualità della vita stessa è in netta regressione. Ciò nonostante, oltre ad affrontare un ormai storico elevatissimo tasso di disoccupazione giovanile (45%), nel 2018 la Sardegna ha collezionato un altro primato, ossia è la regione più povera d’Europa.
È in corso una forte crisi socio-economica dalla quale scaturiscono dei dati drammatici, secondo cui il 42,3% delle famiglie sarde è relativamente povera contro l’11% della media nazionale (fonte Istat). Oggi la zona franca in Sardegna ha un unico denominatore: occupazione, benessere sociale, lotta alla corruzione e spesa pubblica sotto controllo.
In termini concreti, la Zona Franca Integrale, una volta scorporata l’IVA e l’Accise dall’erogazione dei carburanti, produrrebbe effetti benefici (guarda il caso di Domusnovas), poiché un litro di benzina, ad esempio, verrebbe a costare 0,70 centesimi, mentre nel resto d’Italia, fatta eccezione per alcuni casi, un litro costa quasi 2 euro. C’è poi da considerare che esisteranno sgravi fiscali molto rilevanti sui figli, sul coniuge senza reddito, sulla prima casa, sulla vecchiaia, sulle donazioni e sul basso reddito.
Grazie a questi numerosi sgravi, non è da escludere che molte persone si trasferirebbero in Sardegna e vanterebbero un credito d’imposta verso l’Agenzia delle Entrate Italiana alla fine dell’anno. Andare a credito (quasi impossibile in Italia) significa che non solo non pagherebbero nulla, ma dovrebbero vedere quel credito trasformarsi in euro, se chiesto a rimborso al fisco italiano.
Una volta istituita la Zona Franca Integrale, aprire un’azienda o una nuova attività commerciale nel 2019, può significare un’imposizione fiscale, tra agevolazioni varie, scontata fino al 90% rispetto all’Europa e all’Italia.
Inoltre occorre tener conto che l’aliquota media delle imposte sul reddito d’impresa, è solo del 6%. In Europa solo la Bulgaria (10%) si avvicina a questi livelli d’imposizione fiscale così bassi. Ma il vantaggio più interessante sta nel fatto che, nonostante tutti questi incentivi fiscali, la Sardegna è un territorio Italiano e, quindi, tutto rientrerebbe nella norma di fronte ad eventuali partner o banche europee internazionali. Diverso sarebbe il caso se l’azienda risiedesse alle isole Cayman o in Uruguay.
È normale, perciò, che chi decide di trasferire la propria azienda in Sardegna avrà un 60% di peso fiscale in meno. E dal momento che la Sardegna è un’isola ultra periferica, le aziende godranno di una condizione particolare, giacché saranno soggette ad un regime speciale per agevolare lo sviluppo economico.
In pratica, vivere in Sardegna significherebbe pagare un’IVA (detta IGIC e diversa dall’IVA che conosciamo noi) molto bassa e riceverebbe innumerevoli sgravi fiscali. Il regime fiscale in zona franca non prevede l’IVA, ma una tassa chiamata IGIC che va dal 7% sui beni primari fino al 13% per i beni superflui o addirittura lo 0% per i beni informatici e tecnologia.
Tutto ciò significa che – se hai un’azienda – pagherai il pane, il latte e la pasta che compri in Sardegna, sensibilmente di meno e, naturalmente, non pagherai l’IVA. Inutile rimarcare che la tassazione di questo tipo produrrà effetti benefici nei prezzi dei beni di consumo, più accessibili rispetto a quelli della penisola.
Il sindaco Ventura sprigiona ottimismo sulla scelta compiuta dal Consiglio comunale il 9 ultimo scorso e non esita a rivelare un antefatto. “Tempo addietro, dichiara, nel mio ufficio si presentarono alcuni signori di un “movimento per la zona franca”, che non esitai a metterli alla prova sul fronte della zona franca, appunto, ma non ci prospettarono nulla di concreto”. “Dopo 8/9 mesi, tramite un conoscente, conobbi Alessandro Marini che, secondo l’interlocutore, era la persona adatta per affrontare il discorso della Zona Franca”. Da quel momento è iniziata una collaborazione ufficiosa e nel tempo mi sono accorto che Alessandro Marini aveva una visione che nessun altro in Sardegna ha mai mostrato e, conseguentemente, ufficializzammo l’incarico”.
“Ad alcune mie osservazioni sulla Zona Franca di Giave, prosegue il sindaco Ventura, Alessandro Marini mi chiarì subito che il progetto di Giave è sprofondato negli abissi poiché i dirigenti di allora del Movimento Zona Franca (Scifo- Randaccio-Aureli) si erano interposti alle mie proposte, trovando terreno fertile su un sindaco totalmente digiuno in materia di fiscalità di vantaggio”.
Alessandro Marini, tra l’altro, conferma in toto il boicottato proprio da parte di coloro che per anni avevano sbandierato il vessillo della “Zona Franca”, “senza mai proporre, per giunta, qualcosa di propositivo, tant’è che, ad oggi, non sono stati capaci di coinvolgere, in termini concreti, alcun Comune”. “Per anni, questi signori hanno parlato di Zona Franca, promuovendo incontri, dibattiti e convegni, ma risultati se ne sono visti ben pochi”. “Il loro Modus operandi, sottolinea Marini, mi rattrista perché la Zona Franca, a mio modesto parere, ha un padre costituente, ed è ANTONIO SIMON MOSSA, tutti gli altri, me compreso, siamo il nulla”.
“Come ho spiegato a Domusnovas, ribadisce Marini, entro il 2027 la Sardegna, tecnicamente, andrà in default grazie a quelle politiche scellerate che negli anni alcuni governanti hanno attuato, in particolare il PD”. “Pensiamo al debito della sanità pari a circa 3 miliardi e mezzo di euro in continua crescita, a fronte di un introito di 7 miliardi in regressione, perciò entro 8/10 anni il fallimento è pressoché certificato con migliaia di dipendenti regionali che perderanno il posto di lavoro, ma quest’aspetto i giornali non lo scrivono”.
“Chi continua a remare contro la zona franca, ribadisce Marini, lo fa perché è in totale mala fede e, soprattutto, perché vuole continuare a mantenere la popolazione ostaggio delle lobby, ma come ormai è risaputo il popolo e diventato nuovamente sovrano, perciò entro qualche mese la Sardegna sarà Zona Franca Integrale”.
“Sono felice che Matteo Salvini abbia preso un serio impegno con i sardi affermando che la zona franca in Sardegna sarà presto realtà”. “Io ne sono convinto perché Salvini e un uomo di parola e l’eliminazione d’Iva e Accise sui carburanti è scontata”. Certo, l’alleanza con il Psd’Az, che per decenni ha pensato solo alle poltrone in Regione alleandosi da destra a sinistra ma perdendo di vista il suo vero obiettivo, ossia la zona franca della Sardegna”.
“Chi parla di Zona franca deve farlo con cognizione di causa, altrimenti si finisce per illudere all’infinito le persone. I benefici della zona franca sono illimitati e, soprattutto, si possono attuare fin da subito, senza modificare lo statuto regionale, come vorrebbe fare il Psd’Az allungando i tempi di 4/5 anni”.
“Come sempre, in più interviste, ribadisce Marini, ho più volte affermato che i sardi possono vivere di rendita, a condizione però che si rispetti il turista e, soprattutto, chi verrà ad investire nella nostra splendida regione”. “Ricordo che il turista in ogni parte del mondo è visto come fonte di reddito e non come un disturbatore, insomma dobbiamo cambiare la mentalità”.
“In conclusione sono convinto che Domusnovas avrà il suo carburante senza iva e accise perché il diritto è dalla nostra parte, motivo per il quale alcuni sindaci hanno dato piena disponibilità a seguire il percorso del Sindaco Massimiliano Ventura”. “Ormai la Sardegna è in agonia, conclude Marini, ma potrà risvegliarsi e camminare con le proprie gambe grazie alla ZONA FRANCA INTEGRALE e, possibilmente, alla lungimiranza del nuovo Governo regionale che sicuramente farà della zona franca il vero cavallo di battaglia alle prossime elezioni regionali”.