“Il fenomeno dell’abusivismo dilaga, consegniamo l’elenco alle autorità affinché svolgano gli opportuni controlli”
Ad agosto 2018 in Sardegna risultavano disponibili su Airbnb 30.683 alloggi, in crescita del 96,04% rispetto al 2016, in cui erano pubblicizzati 15.651 alloggi. Boom di offerte nel nord Sardegna: +109,38% rispetto al 2016 Raddoppiano gli alloggi pubblicizzati da Airbnb in Sardegna, l’84,08 % degli annunci si riferisce ad interi appartamenti, il 64,82 % sono disponibili per più di sei mesi e il 62,40 % gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. E’ la fotografia che emerge dallo studio di Federalberghi / Incipit srl sui dati Inside Airbnb.
Secondo i presidenti provinciali:
“Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi” ha detto Mauro Murgia, presidente di Federalberghi Sud Sardegna, “lo scorso mese si contavano 9.774 alloggi, in crescita del 87,56% rispetto ad agosto 2016, in cui erano pubblicizzati 5.211 alloggi. 7.741 (79,20%) sono riferiti ad interi appartamenti, 6.800 (69,57%) sono disponibili per più di sei mesi, 5.554 (56,82%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio”.
“Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno”, precisa Pino Porcedda presidente della provincia di Oristano “da noi risultavano 1646 alloggi in crescita del 85,98 % rispetto agli 885 alloggi del 2016. Degli annunci 2018, 1190 (72,65%) riferiti ad interi appartamenti, 1337 (81,24%) disponibili per più di sei mesi e 848 (51,63%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio”.
“Non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno”, dichiara Walter Mameli presidente della provincia Nuoro – Ogliastra dove ad agosto 2018 gli alloggi erano 3.811, in crescita del 92,77% rispetto allo stesso mese di due anni fa (2016), in cui erano pubblicizzati 1.977 annunci. Degli annunci presenti su Airbnb 3.180 (83,44%) sono riferiti ad interi appartamenti, 2.614 (68,59%) sono disponibili per più di sei mesi e 2.617 (68,67%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio.
“Le nuove formule non compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali” ribadisce Stefano Visconti, presidente del nord Sardegna, “infatti la crescita maggiore si registra nel nord Sardegna dove lo scorso mese si sono contati su Airbnb 15.452 alloggi, in crescita del 109,38% rispetto ad agosto 2016, in cui erano pubblicizzati 7.380 alloggi.
Degli annunci presenti su Airbnb 13.634 (88,23%) sono riferiti ad interi appartamenti, 9.344 (60,47%) sono disponibili per più di sei mesi, 10.023 (64,87%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio”.
Airbnb è un portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati “Ne consegue che il consumatore è ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato”, spiega Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, “è evidente l’evasione fiscale e la concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”
Per questo Federalberghi chiede ancora una volta l’istituzione di un registro nazionale degli alloggi turistici e l’adozione di misure che pongano un argine allo spopolamento dei centri storici.
In particolare, ci chiediamo cosa stiano facendo i sindaci per contrastare questo fenomeno soprattutto quelli che vanno a firmare i protocolli anti abusivismo in pompa magna nelle prefetture e poi siglano accordi con Airbnb per la riscossione della tassa di soggiorno.
L’associazione inoltre ha censito gli alloggi disponibili sul portale Airbnb.it e mette l’elenco a disposizione delle autorità, affinché svolgano gli opportuni controlli.