Festival Percorsi Teatrali 2018, X edizione. TsE – via Quintino Sella Is Mirrionis – Cagliari. 13-14 settembre 2018 – ore 21.
Cala il sipario sul X Festival Percorsi Teatrali “Come un unicorno…” firmato Teatro del Segno : DOMANI (venerdì 14 settembre) alle 21 al TsE di Is Mirrionis a Cagliari va in scena “Estate n° 10 – o della distruzione dei casotti” di Vito Biolchini ed Elio Turno Arthemalle, quest’ultimo anche protagonista sulla scena in un coinvolgente e esilarante “amarcord” sulla memoria della città e i mutamenti del paesaggio.
“Amori da Palcoscenico” con Marta Proietti Orzella e Stefano Ledda (che ha curato drammaturgia e regia) – in cartellone STASERA (giovedì 13 settembre) alle 21 è invece un’antologia di dialoghi tra innamorati – dalla “scena del balcone” di “Romeo e Giulietta” alla gelosia di “Otello” nei drammi di William Shakespeare, dalla malizia della “Locandiera” di Carlo Goldoni alle parole appassionate del “Cyrano di Bergerac” di Edmond Rostand.
Il duplice appuntamento con i Percorsi Teatrali 2018 si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti in onore di Sant’Eusebio. INGRESSO GRATUITO
COMUNICATO del 13.09.2018
“Percorsi Teatrali” al TsE di Is Mirrionis: ironia in scena con Elio Turno Arthemalle e l’“Estate n° 10 – o della distruzione dei casotti”
Ironia in scena per il X Festival Percorsi Teatrali – “Come un unicorno…” organizzato dal Teatro del Segno – DOMANI (venerdì 14 settembre) alle 21 al TsE di via Quintino Sella nel quartiere di Is Mirrionis a Cagliari con “Estate n° 10 – o della distruzione dei casotti”, atto unico scritto (insieme con Vito Biolchini ) e interpretato da un istrionico Elio Turno Arthemalle – in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Eusebio.
Cala il sipario sulla decima edizione della kermesse che sbarca nel capoluogo dell’isola (dopo la prima tranche a Santu Lussurgiu, con cinque intense giornate tra laboratori e spettacoli dal 1 al 5 agosto e l’incursione nelle Baronie per il “MattalacanArt” a Siniscola il 2 e 3 settembre)- per un duplice appuntamento a partire da STASERA (giovedì 13 settembre) alle 21 con gli “Amori da Palcoscenico” con Marta Proietti Orzella e Stefano Ledda (che firma drammaturgia e regia)
Il Festival nato per il “paese nel vulcano” nel Montiferru (che fa parte della rete dei Borghi Autentici d’Italia, con le sue case di basalto e l’acciottolato delle vie del centro storico) compie dieci anni e si apre a nuove sinergie e nuovi intrecci con altre manifestazioni ed eventi e con associazioni e istituzioni: se il tema e il titolo dell’edizione 2018 “Come un unicorno…” si ispira all’animale mitologico simbolo di saggezza e forza, coraggio e purezza, con il potere di neutralizzare i veleni, adesso «l’unicorno mette le ali» per dirla con l’ideatore e direttore artistico, l’attore e regista Stefano Ledda, «per incontrare altre realtà».
Nel capoluogo i “Percorsi Teatrali” 2018 si inseriscono nel progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere/ per un quartiere senza teatro” 2017-2022 a cura del Teatro del Segno – con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari e della Regione Sardegna – e si intrecciano alle iniziative promosse dalla Parrocchia di Sant’Eusebio in occasione dei festeggiamenti in onore del Santo patrono – «per rafforzare il percorso che vuole portare il TsE, fulcro del progetto con le sue varie attività artistiche e laboratoriali, a far sempre più parte integrante della vita culturale e sociale della comunità e del rione» come ricorda Ledda.
GLI SPETTACOLI
S’intitola “Estate n° 10 – o della distruzione dei casotti” l’atto unico scritto dal giornalista Vito Biochini insieme con l’attore e regista Elio Turno Athemalle, che ne è anche l’interprete (produzione Teatro Impossibile) in cartellone DOMANI (venerdì 14 settembre) alle 21 al TsE di Is Mirrionis per l’ultima tranche dei Percorsi Teatrali 2018 / “Come un unicorno…”: un coinvolgente e divertente “amarcord” dedicato alle caratteristiche costruzioni sorte tra le dune del Poetto, nei tratti di “spiaggia libera”, a imitazione forse delle costose cabine degli stabilimenti balneari, poi drasticamente demolite a metà degli Anni Ottanta.
L’epopea dei “casotti” – residenze estive dei cagliaritani, teatro di giochi e avventure – si trasforma in racconto corale, con le molte “voci” dei personaggi, ignari dell’imminente catastrofe, che “abitano” l’attore offrendo le loro testimonianze involontarie su un microcosmo specchio della vicina città, o meglio di una sua parte “significativa”, con alcuni rioni e ceti sociali, o meglio gruppi familiari, che trascorrevano la stagione più calda tra le moderne palafitte in riva al mare. La visione della sabbia bianchissima e finissima – ormai sostituita per effetto di un “brutto” ripascimento da una grigiastra e a grana più grossa – riaffiora nei ricordi insieme alle storie di donne e uomini, bambini e ragazzi che grazie a quelle spartane dimore godevano delle meraviglie di una villeggiatura.
Viaggi rocamboleschi, quasi autentiche migrazioni nell’era dei tram e delle rare automobili, per raggiungere lo propria porzione di spiaggia, affollatissima e rumorosa, a pochi chilometri dalla città, ma pur sempre in una dimensione altra, in cui resistevano i legami di sangue e l’autorità delle madri o degli avi, epperò era pur sempre possibile ritagliarsi spazi di assoluta, selvaggia e fantastica libertà.
“Estate n° 10” è un tributo ad un mondo perduto, un luogo della memoria, che sottende ad una riflessione profonda ancorché (auto)ironica sul mestiere dell’attore e sul senso del “fare teatro” nella contemporaneità: il diario di “una giornata al mare”, da un mezzogiorno all’altro, senza nostalgia o rimpianto perché nessuno dei personaggi sa e neppure intuisce l’avvicinarsi della fine di un’epoca, inconsapevolmente felice, per “un’istantanea prima dell’apocalisse”.
Il paesaggio si trasforma, la città abbraccia la modernità, o almeno una qualche idea di progresso, mentre la demolizione dei casotti lascia un “vuoto” pieno di ricordi, di echi e anticipa ulteriori mutamenti urbanistici, sociali e culturali. Dopo, nulla potrà più essere come prima.
Il sipario del TsE di Is Mirrionis si (ri)aprirà STASERA (giovedì 13 settembre) alle 21 sugli “Amori da Palcoscenico”, un’antologia di scene emblematiche “rubate” ai capolavori di grandi autori, con drammaturgia e regia di Stefano Ledda, anche protagonista della pièce insieme con Marta Proietti Orzella: una sorta di “educazione sentimentale” attraverso un ideale viaggio tra le “variazioni sul tema” proposte – come recita il sottotitolo – “da Shakespeare, Goldoni, Rostand…”.
Temi fondamentali e universali come il desiderio e la passione, la tenerezza, la gelosia, declinati da artisti come William Shakespeare – dal celebre dialogo al balcone di “Romeo e Giulietta” alla follia di “Otello” che trova fin troppi tragici riscontri nell’attualità: le insinuazioni di Jago su un ipotetico tradimento di Desdemona diventano l’assurda giustificazione di un delitto, secondo il diffuso equivoco di chi scambia l’amore per il possesso, riscontrabile ancora oggi in uno stillicidio che riempie le cronache tanto da definire una tipologia di reato – il “femminicidio”.
Le infuocate parole di “Cyrano de Bergerac” per la bella Rossana nell’opera di Edmond Rostand– con la famosa frase «Un bacio, insomma, che cos’è mai un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole “t’amo”» con cui l’innamorato per interposta persona sollecita dall’amata un così lieve eppure inequivocabile segno d’affetto – e la malizia della “Locandiera” di Carlo Goldoni, rivivono sulla scena, insieme ad altri testi conosciuti, e perfino inediti, e pure a frammenti senza parole, in una versione “metateatrale” in cui i passaggi e le trasformazioni sono “a vista” – per il divertimento, e con il coinvolgimento, del pubblico.
“Amori da Palcoscenico” è infatti una pièce in cui spesso s’infrange o addirittura si annulla la “quarta parete”, pensata per un pubblico di diverse età, dall’adolescenza alla maturità, amante del teatro ma anche del tutto ignaro di quest’arte, ma comunque capace di cogliere i meccanismi di una rappresentazione della realtà attraverso una finzione, e dunque una convenzione, in cui ciò che è falso appare più vero del vero.
Il X Festival Percorsi Teatrali “Come un unicorno…” a Santu Lussurgiu (OR) e al TsE di Is Mirrionis a Cagliari è organizzato dal Teatro del Segno con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Santu Lussurgiu e del Comune di Cagliari – e del Comune di Siniscola per la parentesi, o meglio l’incontro” con il “MattalacanArt”.
La kermesse è resa possibile dalle preziose sinergie e collaborazioni con il Teatro Tages, Le Compagnie del Cocomero, InversaMente, e la Spinal Cord Company, il Teatro Impossibile e dall’apporto e la partecipazione di tutti gli artisti ospiti.
Percorsi Teatrali “Come un unicorno…” sbarca a Cagliari nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2022 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari e della Regione Autonoma della Sardegna e l’apporto prezioso di alcuni sponsor privati tra i quali TECNOCASA di Roberto Cabras e Officine Argiolas.
Il progetto “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2022 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, l’AIDI/ Associazione Italiana di Illuminazione – Sardegna, il Teatro Tages, Luna Scarlatta, Doc Servizi e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
INGRESSO LIBERO
Per saperne di più: www.percorsiteatrali.it – www.teatrodelsegno.com
CONTATTI: per l’Ufficio Stampa del Teatro del Segno:
Anna Brotzu – 328.6923069 – [email protected]