Si alza il sipario su “A-Mare / Marea”, la pièce scritta e interpretata da Fabio Marceddu che debutterà in prima nazionale DOMANI (venerdì 7 settembre) alle 19 a Villa Pollini in via Edward Jenner a Cagliari – con la partecipazione straordinaria della scrittrice Milena Agus che firma prologo e epilogo dell’intrigante racconto tra parole e note e l’ “apparizione” a sorpresa dell’attrice e cantante Cristiana Cocco – nell’evento organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna.
Focus sulle vite di donne e uomini in lotta contro le avversità del destino, alla ricerca della felicità – o almeno di un riscatto sociale, di una via di fuga dalla desolazione delle periferie con la speranza di un futuro migliore (o forse solo di averlo, un futuro), con la pièce originale dove il rumore del mare affiora tra le voci e il frastuono di una metropoli, portando con sé il profumo di salmastro e l’eco del vento con il ricordo della sabbia e dell’acqua, della spensieratezza delle vacanze, dell’allegria e dei giochi e il gusto di sempre nuove avventure.Un orizzonte vicino ma irraggiungibile, come un miraggio, disegna la linea di confine tra l’aria e l’acqua, dove volge lo sguardo in trepidante e ansiosa attesa, riflesso di una natura cangiante, in cui alla quiete segue l’annuncio di una tempesta, mentre la tentazione di un liquido abbraccio, la forza sferzante delle onde tra manti di spuma, diventa il simbolo di una rinascita, di un nuovo inizio.
“A-Mare / Marea” – nuova produzione del Teatro dallarmadio con drammaturgia di Fabio Marceddu, impreziosita da un incipit e un finale visionario di Milena Agus, e dalla colonna sonora di Antonello Murgia e Alberto Pibiri, con la voce “fuori campo” di Tiziana Pani e una performance canora di Cristiana Cocco – rappresenta un vivido affresco di varia umanità, sullo sfondo di un Eden perduto.
Una sorta di arcana bellezza caratterizza questo universo antico e “popolare” in cui ciascuno combatte quotidianamente per la propria sopravvivenza, cercando di far fronte alle “intemperie” e agli imprevisti, dove le regole sono “semplici” e in un certo qual modo uguali per tutti, come la fame e la miseria, ma resiste la solidarietà verso i propri simili, insieme alla capacità di sorridere – e di amare.
“A-Mare / Marea” – primo capitolo di una narrazione che parte dagli ultimi per ritrovare il senso più profondo dell’esistenza – in una sorta di calembour “confonde” deliberatamente e lascia vagare il pensiero tra l’immagine della distesa d’acqua, placida e inquieta che circonda le Isole e separa i continenti con il “verbo” che «move il sole e l’altre stelle» – espressione sublime del divino volere.
Imprevedibile e capriccioso, il mare è l’elemento che riporta all’origine, allo stadio che precede la nascita dell’animale uomo, nella sicurezza del grembo materno, tra il pulsare del sangue e il battito del cuore – ma è anche estremo confine della terraferma, fonte di nutrimento grazie ai pesci e i molluschi e preziosa ma perigliosa via d’acqua, sollievo alla calura con l’usanza dei bagni nell’estate ma sempre pronto a mutar cipiglio e tingersi delle sfumature liquide di una burrasca.
Le città sorte sul mare, con i loro porti, magari al centro di un’insenatura o di un golfo – come Cagliari – godono di un clima mite e temperato e talvolta del privilegio di una spiaggia dalla sabbia sottile, meta ambita di villeggianti e turisti. Un paesaggio incantevole dove passeggiare o trascorrere il tempo, per trovare refrigerio nella stagione più calda e un balsamo per lo spirito nei mesi invernali, quando l’agitarsi delle onde riflette le tempeste del cuore.
“A-Mare / Marea” descrive una folla di personaggi alle prese con le piccole e grandi tragedie di ogni giorno, con il vortice delle passioni e le contraddizioni del presente: «Il Dramma è tutto qui, nella coscienza che anche il riso contiene il pianto, che la normalità è spesso pazzia e viceversa».
Tra variazioni in jazz – sulle note dell’album “Jazz Legacy” di Alberto Pibiri – che scandiscono il prologo e l’epilogo e le musiche originali di Antonello Murgia – che ha curato anche la regia insieme a Fabio Marceddu – sarà possibile incontrare le “animulae vagulae blandulae” alle prese con l’eterna scommessa della vita. Fabio Marceddu darà voce e corpo ai personaggi – veri o inventati – di un microcosmo relegato in una periferia urbana, con i loro sogni e desideri, le illusioni e il disincanto, i tentativi di nuotare – anche contro corrente – per affermarsi in un mondo spesso indifferente – o ostile – le loro gioie e i dolori, i successi e i fallimenti.
Il CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – in virtù della preziosa collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna porta la magia del teatro nella suggestiva cornice di Villa Pollini in via Edward Jenner a Cagliari – sede della Soprintendenza – trasformando le architetture neoclassiche e i giardini in scenografia per narrazioni oniriche e fantastiche e progetti artistici originali.
La preziosa sinergia tra il CeDAC e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna prosegue con l’intento di valorizzare il ricco patrimonio archeologico e architettonico – ma anche gli spazi museali ed espositivi – attraverso la mise en scène di spettacoli, e ancora performances, concerti ed eventi “mirati” e capaci di attrarre un pubblico variegato, attento e curioso e far vivere – in luoghi insoliti – personaggi e storie, tra parole e visioni, suoni ed emozioni.
“A-Mare / Marea” a Villa Pollini a Cagliari: un’occasione per riscoprire la storica residenza del conte Pollini con l’evento firmato CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna – sotto l’egida del MiBAC / Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna.
INGRESSO GRATUITO
per informazioni e prenotazioni: [email protected] – cell. 345.4894565 – www.cedacsardegna.it
Teatro dallarmadio
A-Mare
M a r e a
di e con Fabio Marceddu
con la partecipazione straordinaria di Milena Agus che firma prologo e epilogo
voce fuori campo Tiziana Pani
con un cameo di Cristiana Cocco
musiche Antonello Murgia e Alberto Pibiri
consulenza scene e costumi Paoletta Dessì
regia Fabio Marceddu e Antonello Murgia
Il bello della nostra città era il mare dentro: il porto, Giorgino, il Poetto con le fermate dell’autobus che davano il nome alle spiagge: la Prima, la Quarta, la Quinta. […]
Noi di Santropaiz d’estate traslocavamo nei casotti. A Ferragosto pranzavamo in spiaggia con i malloreddus, l’anguria, che legavamo a una pietra e mettevamo in acqua per tenerla fresca, e la bottiglia di vino rosso. […]
Adesso, dopo l’inondazione, tutto questo è perduto, il mare ha sommerso la città, compreso il quartiere Santropaiz…
Milena Agus – Prologo
“A-Mare” è un gioco di parole, in un tempo perduto, in un luogo dove il tempo ha un suo ritmo e gli ultimi cercano e trovano un riscatto.
“A-Mare” è un sentimento che muove, è l’elemento in cui cercano di nuotare e di non annegare tutti i personaggi di una periferia del mondo.
Fabio Marceddu delinea un eden perduto popolare con personaggi in lotta con tutte le intemperie della vita, una vita che è una scommessa continua. Milena Agus ci introduce in questo mondo bagnato e da questo ci congeda. Antonello Murgia dà corpo voce suono e dirige con la sua consueta arte le “animulae vagulae blandulae”.
Il Dramma è tutto qui, nella coscienza filologica che anche il riso contiene il pianto, che la normalità è spesso pazzia e viceversa.
Il Jazz di Alberto Pibiri, dal suo CD “Jazz Legacy”, scandisce i tempi del prologo e dell’epilogo.
Per Fabio Marceddu: «Milena Agus rappresenta la certezza della poesia e di un altro mondo possibile. Il dono del prologo e dell’epilogo nasce dalle fantasticherie scaturite durante la lettura di “A-Mare”».