In data di ieri martedì 4 settembre, la Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta Cagliari a seguito di una perquisizione all’interno di una camera di pernottamento occupata da detenuti italiani ha trovato un telefono cellulare tipo smartwatch.
Nonostante le innumerevoli difficoltà per garantire dei livelli di sicurezza adeguati, a causa della carenza di unità, il Personale di Polizia Penitenziaria riesce comunque a operare in modo professionale.
Di seguito l’intervento del segretario generale aggiunto Giovanni Villa: «bisogna stare sempre attenti e non abbassare mai la guardia, i detenuti le provano tutte per avere dei contatti all’esterno, a volte ci riescono e a volte no come in questo caso. Non è la prima volta che nel carcere di Uta viene rinvenuto un cellulare di questo tipo, facile da occultare e usare. Bisognerebbe prevedere delle azioni mirate a contrastarne l’uso come per esempio la schermatura nelle sezioni detentive o nei locali adibito ad uso dei detenuti. Intanto esprimiamo la nostra soddisfazione ed il nostro compiacimento per l’esito della perquisizione portata a termine con successo dalla Polizia Penitenziaria. L’amministrazione tenga conto di come si lavora nel carcere di Uta e di come i nostri colleghi portano avanti il servizio… si renda il giusto merito ai poliziotti che hanno rinvenuto lo smartwatch.»