Penultima giornata domani a Carloforte per il festival Creuza de Mà. In mattinata incontri con Pivio e con Giuliano Taviani. Alle 19 tramonto sul mare con la musica del Quartetto Pessoa. Cinema in serata con “Tito e gli alieni” di Paola Randi (ore 21) e “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni (ore 23).
Due appuntamenti al Cinema “Mutua” scandiscono la mattinata di domani – sabato 15 – a Carloforte per la penultima giornata di Creuza de Mà, il festival di musica per cinema diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, in corso (da martedì) fino a domenica (16 settembre) nel paese sull’isola di San Pietro.
Si comincia alle 10,30 con un nuovo appuntamento del Cine Campus Creuza de Mà, la parte di formazione del festival: in programma un incontro con Pivio, al secolo Roberto Pischiutta presidente dell’Associazione Musicisti per Cinema, nata l’anno scorso per iniziativa di un nucleo di compositori (soci promotori sono Giuliano Taviani, Stefano Mainetti, Kristian Sensini, Stefano Caprioli e lo stesso Pivio; presidente onorario Ennio Morricone) con l’obiettivo di promuovere l’azione dei compositori di musica da film come disciplina autoriale e identitaria e difenderne i diritti. Pivio forma con Aldo De Scalzi un fortunato sodalizio artistico che ha firmato le musiche per numerosi film e serie televisive: nel loro palmares, un David di Donatello per “Song’e Napule”, un Nastro d’Argento e un Globo d’Oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek e, quest’anno, due David di Donatello, due Nastri d’Argento e due Globo d’Oro per la colonna sonora e la canzone originale per “Ammore e Malavita” dei Manetti Bros).
Assente per un improvviso contrattempo la regista Letizia Lamartire, la mattina si completa con la conferenza di Giuliano Taviani che ripercorre la filmografia dei fratelli Taviani, suo padre Vittorio e suo zio Paolo, e il loro rapporto con la musica. Classe 1969, Giuliano Taviani ha iniziato a scrivere musica per il teatro nei primi anni Novanta, esordendo per il cinema nel 1999 con la colonna sonora del film di Gianni Zanasi “A domani”. Inizia nel 2007 a comporre le musiche per i film di Paolo e Vittorio Taviani, comprese quelle per “Cesare deve morire” vincitore dell’orso d’oro al festival di Berlino nel 2012. Autore delle musiche per “Rosso Istanbul” di Ferzan Ozpetek, e di diversi film dei fratelli Vanzina, nel 2015 firma le musiche di “Anime nere” di Francesco Munzi vincendo due David di Donatello per il miglior compositore e per la migliore canzone.
La serata propone alle 19 uno degli eventi più suggestivi e originali del festival: il concerto al tramonto alle Ciasette, un anfiteatro di roccia naturale che si affaccia sul mare, nei pressi del faro di Capo Sandalo (sulla punta estrema nord-occidentale dell’isola di San Pietro), e che si raggiunge a piedi percorrendo un piccolo sentiero scosceso: una creuza de mà, appunto. Protagonista il Quartetto Pessoa, ovvero Marco Quaranta e Rita Gucci ai violini, Achille Taddeo alla viola e Kyung Mi Lee al violoncello (reduci dal concerto della sera prima con il pianista Leandro Piccioni). Nato nel 1998, il complesso d’archi si impone per le scelte musicali che mirano all’accostamento dei generi più diversi, dalla grande letteratura classica per quartetto d’archi a contaminazioni con il jazz, il rock-blues, il tango, la musica klezmer e contemporanea. Insieme a Leandro Piccioni il Quartetto Pessoa ha inciso un cd con le “Cuatro Estaciones Porteñas” di Astor Piazzolla e brani da film dello stesso pianista, con la collaborazione di Peppe Servillo.
Al ritorno in paese, due film chiudono la penultima giornata del festival. Alle 21, al Cinema “Cavallera”, prosegue la serie di proiezioni dedicata alle registe italiane con “Tito e gli alieni”, diretto da Paola Randi, con la colonna sonora firmata da Giordano Corapi e il compianto Fausto Mesolella, il musicista casertano, membro storico degli Avion Travel, scomparso l’anno scorso. Commedia “lunare” sulla fine della vita, la solitudine e la morte, “Tito e gli alieni” ha per protagonista uno scienziato, impersonato da Valerio Mastandrea, che dopo aver perso la moglie, vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada, accanto all’Area 51. Dovrebbe lavorare a un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello Spazio. Un giorno gli arriva un messaggio da Napoli: suo fratello sta morendo e gli affida i suoi figli, Anita di sedici anni e Tito di sette. I due arrivano in America aspettandosi Las Vegas, ma si ritrovano invece in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo strano e misterioso dove si dice che vivano gli alieni.
Alle 23, infine, nel consueto spazio del Giardino di Note, ultimo film in visione per la retrospettiva sul ’68 curata dal giornalista e critico musicale Enzo Gentile: “Zabriskie Point” pezzo storico dell’epoca (1970) firmato da Michelangelo Antonioni, ambientato tra Los Angeles e la Death Valley nell’era dei figli dei fiori e delle università in fermento.