Crescono, di poco le imprese, ma crollano quelle artigiane, soffocate da concorrenza sleale e abusivismo. Giuseppe Pireddu (autoriparatore e Presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra): “Guadagni ridotti all’osso pur di non chiudere”. Pronta una proposta per il Governo per sostenere il comparto.
Ancora luci e ombre per il settore dell’autoriparazione della Sardegna, che cura e manutiene oltre 1 milione di autoveicoli civili in tutta l’isola e che offre lavoro a quasi 8.200 addetti, alle prese con mali cronici come abusivismo e concorrenza sleale.
Le luci sono per la crescita (+0,1%), a sorpresa, dell’intero comparto che nei numeri totali passa dalle 3.030 imprese del 2017 alle 3.034 del 2018. Le ombre, al contrario, si registrano nel comparto artigiano che, con un crollo dell’1,5%, passa dalle 2.492 dello scorso anno alle 2.455 di questo. Da ricordare che nell’isola, le imprese artigiane dell’autoriparazione rappresentano l’80,9% di tutte le realtà che si occupano delle quattro, due e più ruote.
L’analisi su questo comparto regionale impegnato nella riparazione delle carrozzerie, della meccanica, delle ruote, degli impianti elettrici, dell’alimentazione ma anche nell’autolavaggio e delle altre attività di manutenzione, è stata effettuata dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat e UnionCamere-Infocamere, comparando i dati del 2017-2018.
Scendendo nei dettagli dell’analisi, segnali non positivi arrivano dal totale dalle imprese che operano sulle “riparazioni di carrozzerie di autoveicoli”, passate in un anno da 713 a 703 (-1,4%); situazione più grave la si registra tra quelle artigiane (-2,6% tra il 2017 e il 2018), passate da 587 a 572 in 12 mesi.
A livello territoriale le imprese dell’autoriparazione crescono a Sassari (+1,1% nel totale e nell’artigianato +0,1%) e reggono a Nuoro (0% nel totale e -0,2% dell’artigianato). Al contrario crollano a Cagliari (-0,4% nel totale e -2,2% nell’artigianato) e a Oristano (-0,8% totale e -7,1% dell’artigianato).
Un comparto che, quello dell’autoriparazione sarda, con una dimensione media di 2,7 addetti per azienda, offre lavoro a circa 8.200 persone.
Sul settore continua a incidere, negativamente, anche la persistente situazione economica congiunturale e mancanza di liquidità delle famiglie. Infatti, i sardi fiaccati dalla crisi decidono di risparmiare sulla manutenzione della propria auto esponendo così il veicolo, e loro stessi, a gravi rischi per la sicurezza.
“I dati negativi delle piccole imprese – afferma Giuseppe Pireddu, autoriparatore e Presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra – ci dicono come l’economia regolare del settore, purtroppo, soffra ancora tantissimo”. “Al contrario, ogni giorno le Autorità preposte continuano a scoprire attività illecite di autoriparazione – continua Pireddu – in tanti, ormai, chiudono la propria impresa per operare in nero, abusivamente e facendo concorrenza sleale a tutti gli imprenditori che, pur di non chiudere e di non mandare a casa il personale, limano all’osso i listini, erodendo anche la parte di guadagno”. “Su questa “piaga” – sottolinea – da parecchi anni portiamo avanti pubbliche battaglie invitando colleghi artigiani e cittadini a fare fronte comune per combatterla. I danni che questa provoca non sono solo economici ma anche sociali e alimentano un mercato fuori dalle regole e assolutamente fuori controllo”.
Per Confartigianato Imprese Sardegna, prima di tutto, è necessario ricordare alle aziende quali siano le norme da rispettare, con informazioni e formazione e, successivamente, effettuare controlli tecnici a tappeto per la verifica del rispetto delle regole con l’obiettivo di colpire gli abusivi. Tutto ciò unito a un appello ai negozi di autoforniture affinché pongano maggiore attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei mezzi, soprattutto quando non vengono venduti alle imprese del settore.
Ma quali sono le cause che hanno portato all’abusivismo incontrollato?
La crisi economica ha generato un mercato parallelo alimentato spesso da ex dipendenti di aziende che hanno chiuso o ridimensionato il personale ma anche da attività in nero rese possibili soprattutto per la facilità con la quale si possono reperire i mezzi di ricambio, sia nei negozi di autoforniture che tramite internet.
Inoltre, gli artigiani regolari devono rispettare regole precise che tutelano consumatori e cittadini, come quelle per lo smaltimento degli olii, dei liquidi, delle batterie, del materiale sostituito. Chi lavora in nero, come e dove smaltisce?
“Un’azienda del settore delle autoriparazioni – continua il Presidente Pireddu – spende mediamente 1.000 euro all’anno per lo smaltimento, ma garantisce un percorso trasparente. Non è un problema piccolo, che i cittadini per primi dovrebbero comprendere: vale la pena risparmiare qualche decina di euro e ritrovarsi centinaia di piccole discariche abusive sparse sul territorio”?
Ma la crisi si combatte anche con idee concrete per sostenere il settore.
Pireddu annuncia che “al Governo proporremo un emendamento alla Legge di Bilancio attraverso il quale gli utenti potranno detrarre sia il costo dei tagliandi di manutenzione programmati, sia le riparazioni di meccanica e carrozzeria di una certa entità”. “Se venisse accettata – conclude – costituirebbe un importante incentivo all’economia del comparto e garantirebbe il mantenimento dell’efficienza del parco auto, con evidenti, conseguenti vantaggi sulla sicurezza stradale e sull’ambiente”.
Imprese artigiane dell’Autoriparazione in Sardegna al 30 giugno 2018
Imprese totali autoriparazione (al II trimestre 2018) | Imprese Artigiane Autoriparazione | Incidenza imprese Artigiane su imprese totali | Variazione imprese artigiane % 2018 su 2017 | |
Cagliari | 1.252 | 999 | 79,8% | -2,2% |
Nuoro | 538 | 451 | 83,8% | -0,2% |
Oristano | 254 | 196 | 77,2% | -7,1% |
Sassari | 990 | 809 | 81,7 % | +0,1% |
Sardegna | 3.034 | 2.455 | 80,9% | -1,5% |
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