Un episodio apparentemente innocuo, accaduto durante l’US Open, ha invece scatenato l’ira del web e non solo.
Il giudice di sedia dell’incontro tra Alize Cornet e Johanna Larsson ha sospeso il match per 10 minuti, a causa del caldo eccessivo. Quando la tennista francese è tornata in campo si è resa conto di essersi rimessa la maglietta al contrario e con naturalezza, se l’è tolta, mostrando il reggiseno sportivo che indossava sotto. Il giudice di gara, seguendo il regolamento della federazione internazionale di tennis, ha dato un ‘warning’ ad Alize Cornet per ‘comportamento inappropriato’.La tennista francese non ha dato peso all’accaduto. La partita è continuata normalmente ed è finita con la vittoria della Larsson, che era la netta favorita anche secondo BetwaySports.
Il web invece si è infuriato, vedendo nell’avvertimento dato alla Cornet un atteggiamento sessista. I giocatori di tennis maschi si cambiano spesso maglia in campo e non vengono penalizzati per questo. Secondo molti utenti, un simile atteggiamento dimostrerebbe che negli sport femminili alcuni codici di abbigliamento continuano a mostrare un’irritante disuguaglianza tra uomini e donne.
Il caso di Serena Williams
Questa polemica non è nata a caso, visto che solo pochi giorni prima Serena Williams era stata al centro dell’attenzione proprio per un problema di abbigliamento. Bernard Giudicelli, il presidente della Federazione francese di tennis, ha annunciato infatti che nel prossimo Roland Garros sarà bandita la tuta nera ‘catsuit’ indossata da Serena Williams nei primi turni dell’Open francese. Secondo Giudicelli “bisogna rispettare il gioco e il luogo” e per questo ritiene necessario adottare un codice di abbigliamento più rigoroso.
In realtà la ‘catsuit’ della Williams è una tuta pensata appositamente per un problema importante della tennista americana. Serena Williams infatti è quasi morta per le complicazioni post partum. La tennista americana ha rivelato di aver avuto un’embolia polmonare a causa di un coagulo di sangue, che è un problema ricorrente per lei. Questo è quello che ha raccontato alla CNN:
“La ferita del cesareo si aprì data la tosse intensa che stavo avendo per colpa dell’embolia. Tornai sotto i ferri, e i medici trovarono un grande ematoma, un gonfiore di sangue coagulato nel mio addome. E poi tornai in sala operatoria per subire un intervento che evitasse che i coaguli arrivassero ai miei polmoni”
Quindi quello di Serena Williams non è un capriccio o il modo di una donna di mettersi in mostra, ma una vera e propria necessità e la decisione del presidente della Federazione francese di tennis forse andrebbe rivista.
Come funziona negli altri sport?
Il tennis non è l’unico sport in cui alcune donne si sentono discriminate. La Professional Women’s Golf Association degli Stati Uniti (LPGA secondo il suo acronimo in inglese), un anno fa ha stabilito nuovi standard di abbigliamento che devono soddisfare le golfiste che giocano nei loro tornei: niente grandi scollature o gonne o pantaloni che non coprano in modo decoroso la “zona inferiore”, né lycra o leggings. La mancata osservanza del codice comporterebbe una multa di mille dollari che raddoppierebbe se ciò accadesse più di una volta. L’unico requisito per gli uomini è che le loro magliette o polo abbiano un colletto.
Il beach volley o l’atletica sembrano invece sport che non creano problemi in questo senso. Eppure qualche utente del web ha chiesto: “Qualcuno sa dirmi se i bikini delle giocatrici di beach volley o i mini top e pantaloncini delle atlete favoriscono la pratica sportiva? E se così fosse, perché anche le atlete degli altri sport non possono indossare lo stesso abbigliamento?”.
Una giocatrice spagnola di waterpolo un po’ di tempo fa disse qualcosa che forse in parte risponde a questa domanda: “Guardano più video dei nostri culi che delle nostre finali”.
L’episodio della Cornet ha aperto una polemica finita però per il meglio. La WTA ha difeso infatti la tennista francese e ha dichiarato in suo favore: “La violazione del codice che la Usta ha inflitto ad Alize Cornet durante il suo match è stata ingiusta e non basata su regole della Women’s Tennis Association, poiché la Wta non ha regole specifiche in merito al cambio di abbigliamento in campo. La Wta è sempre stata e sarà sempre in prima linea per le donne e per lo sport delle donne. Alize non ha fatto nulla di sbagliato“.
In seguito, gli organizzatori dell’US Open si sono scusati e il capitolo è stato chiuso. Il resto della storia però rimane ancora più che aperto e sicuramente ne sentiremo ancora delle belle al riguardo.