Anteprima di Licanìas, il festival letterario di casa a Neoneli, il piccolo e antico borgo del Barigadu in provincia di Oristano, che dal 4 al 7 ottobre taglia il traguardo della sua nona edizione.
Domani pomeriggio (venerdì 21) alle 17, nel Salone di Corrale, la squadra del progetto “Ricerca di comunità – Ricostruiamo la storia comunitaria – Azioni per conoscere e conoscersi”, presenterà alla comunità di Neoneli i risultati del lavoro nato dall’elaborazione dell’archeologa Maria Antonietta Mongiu e dal sociologo Nicolò Migheli.
La serata servirà a fissare il punto sull’opera di restituzione che “incrocia” analisi storiche, geografiche ed archivistiche, con la testimonianza video di undici “archivi viventi”, donne e uomini del territorio che hanno messo a disposizione la propria storia personale e familiare per farne un patrimonio collettivo, attraverso interviste e confronto tra le informazioni da loro fornite e più ampi materiali di confronto.
Da tale lavoro, messo in essere da Andrea Laterza, designer, Miriam Stara, architetta, Enrico Trogu, archivista, col coordinamento amministrativo di Apeiron – Cooperativa sociale, è scaturita una piattaforma multimediale flessibile, che ha sì quale base l’attività di ricerca, interviste e riordino dei materiali, ma che si presta ad essere esponenzialmente ampliata grazie al contributo attivo delle cittadine e dei cittadini di Neoneli che vorranno fare dono della propria, di memoria familiare, attraverso un’apposita sezione social. Ciò perché il progetto mira a indicare un metodo riaplicabile nel tempo, e non a creare un contenitore statico che si cristallizzi a quanto prodotto in un ciclo di interviste e ricerche.
Il progetto, promosso dal Comune di Neoneli – porterà i saluti il Sindaco Salvatore Cau – e finanziato dal Comune stesso e dalla Fondazione di Sardegna, traccia un percorso non usuale in tale ambito di interventi; la finalità è infatti quella di valicare i limiti dei memoriali, per natura statici: cosa gli archivi confermano di quanto affermato? Quale il rapporto tra i ricordi di infanzia inerenti al patrimonio boschivo e i documenti relativi? La percezione di un territorio, della propria esperienza di vita, della comunità di appartenenza, è mediata da “ciò che vorremmo che sia (o che fosse…)”. L’approccio del progetto mira appunto a fornire un altro punto di vista, basato sulla dialettica tra più livelli di testimonianza formali e informali. Un sistema dinamico quindi, che non può prescindere, come appunto accadrà venerdì 21 settembre, dal confronto con i suoi veri protagonisti.