Lo ha deciso questa mattina la Giunta Lutzu che ha deliberato la revoca dell’atto del 2014, che stabiliva i rapporti tra il Comune e la società, per l’installazione dell’impianto solare termodinamico a San Quirico
“La nostra posizione è nota da tempo e oggi la ribadiamo con un nuovo atto formale che fa seguito a quelli già adottati nei mesi scorsi e conclude la procedura di revoca avviata a marzo 2018 – spiega il Sindaco Andrea Lutzu -.
Deve essere chiaro che Oristano è contraria a questo impianto, lo è attraverso la sua massima espressione istituzionale e lo è in termini politici e in termini pratici”. “Non svendiamo il nostro territorio, la nostra economia e il nostro tessuto sociale per una manciata di euro – sottolinea il Sindaco -. La convenzione prevedeva che la società versasse 50 mila euro al Comune all’anno, ma deve essere chiaro che il Comune è contrario a quell’impianto”.
La procedura di revoca della convenzione, che dovrà essere formalizzata dal dirigente comunale competente, è stata valutata da un punto di vista legale e supportata dal parere dell’avvocato Stefano Porcu: “l’inadempimento segna – in termini inequivoci – la decadenza della convenzione, così da impedire che l’Amministrazione resti vincolata a tempo indeterminato in assenza del presupposto principale della presentazione e conoscibilità del progetto” e che “la Società San Quirico, entro e non oltre il termine di 36 mesi dal 30/12/2014, avrebbe dovuto depositare al Comune di Oristano il progetto definitivo”.
La posizione del Comune è stata ribadita dal Sindaco anche in una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e indirettamente sarà espressa anche all’interno del Consiglio delle autonomie locali per chiedere di inserire nella nuova legge urbanistica “norme che impediscano lo scippo a danno dei comuni della capacità di governo del territorio”.
Nella lettera al Presidente Conte il Sindaco Lutzu ribadisce la posizione contraria dell’istituzione comunale e più in generale quella della città alla realizzazione di un impianto che “porterebbe svantaggi al territorio in misura decisamente superiore ai benefici, che pure riconosciamo generalmente agli impianti ad energia rinnovabile. Quello della Solar Power dovrebbe sorgere in un’area a forte vocazione agricola, fra le principali voci attive dell’economia di questa zona”.
“Oltre che di scarsa utilità, l’impianto di San Quirico è anche una scelta politicamente sbagliata, in favore della quale si è espresso, con scarsa condivisione anche della sua stessa maggioranza, il mio predecessore alla carica di Sindaco – scrive Lutzu -. Infatti, in totale dispregio del ‘suo’ Consiglio Comunale, che votò una mozione contro la realizzazione dell’impianto, il Sindaco di allora, non adottò alcuna misura per fermarne l’iter.
Successivamente alle elezioni, il Consiglio Comunale da me presieduto in seduta congiunta con il Comune di Palmas Arborea, ha votato all’unanimità una delibera che ribadisce la contrarietà al progetto della San Quirico Solar Power e in cui si chiede al Presidente della Regione e all’Assessore regionale all’ambiente di attivare tutte le procedure, anche presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per bloccare l’iniziativa industriale. Finora però questa richiesta è rimasta inascoltata dai vertici regionali mentre, quasi beffardamente, la stessa Giunta Regionale ha chiesto al Governo centrale di intervenire per fermare un progetto simile in un’altra zona della nostra regione, in Comune di Gonnosfanadiga, accogliendo, nel dicembre del 2017, le istanze del territorio”.
“Non richiederemmo il suo autorevole intervento se le norme urbanistiche ci consentissero di scegliere la destinazione d’uso dell’area dove dovrebbe sorgere l’impianto, che passerebbe da zona agricola a zona produttiva contro la volontà del territorio – scrive ancora Lutzu -.
Le attuali norme infatti, a seguito di una recentissima legge regionale, non consentono più alle amministrazioni locali di decidere autonomamente per tale tipo di impianto. Mi rivolgo quindi a lei per chiedere il suo autorevole intervento presso la Regione Sardegna e nelle sedi opportune, per fermare una volta per tutte questo tentativo di violare il nostro territorio in dispregio della volontà popolare”.