Da sempre impegnata nella valorizzazione dei beni culturali territoriali, attraverso due binari paralleli, uno sulla ripresa delle ricerche scientifiche archeologiche della città di Othoca, e l’altro sulla formazione della splendida cattedrale, Santa Giusta è diventata giustamente capofila e centro di documentazione storica del romanico in Sardegna. Un giusto riconoscimento alla passione e intraprendenza del sindaco Antonello Figus e della sua amministrazione, da tempo impegnato nel progetto di valorizzazione turistica e culturale. Un vero e proprio sistema di chiese romaniche che si estende oltre l’isola in Corsica e nella Toscana. Le vicende storiche della basilica sono state raccontate anche nel dizionario storico-geografico dei comuni della Sardegna, a cura di Manlio Brigaglia e Salvatore Tola (Carlo Delfino Editore, Sassari 2009) nella cui scheda specifica si racconta tra l’altro della battaglia di Santa Giusta e dell’astuto espediente posto in essere durante lo sbarco dei francesi al comando del conte d’Hancourt, nel febbraio del 1637. Quando i miliziani concentrati nel villaggio, prima di muovere all’assalto dei “sordadus grogus”, come venivano chiamati gli Ugonotti per la loro divisa gialla, sfilarono ripetutamente a cavallo attorno alla basilica, dando l’impressione di essere migliaia di cavalieri. E sempre nel lontano passato, il 16 novembre del 1226, i vescovi e gli alti prelati della Sardegna si riunirono nella basilica in concilio, sotto la presidenza di Gottifredo, legato del papa Onorio III. L’associazione degli “Amici del Romanico” ha l’ambizione, come da sempre sostiene il sindaco Figus, di agganciarsi ad altri itinerari e associazioni culturali che in Europa si riuniscono attorno al tema delle chiese medioevali, inteso con un sistema culturale già presente in altre organizzazioni, in Spagna e in Francia.