Pubblico incantato dalle coreografie di Livia Lepri a Palazzo di Città. Domani al Verdi arriva la compagnia israeliana di Liat Drot
Un complesso disegno luci e un articolato lavoro di ricerca d’archivio hanno accompagnato le movenze delle due danzatrici di Estemporada dedicate alla scrittrice sarda premio Nobel
Due danzatrici sul palcoscenico del Civico come due personalità in opposizione, da un lato quella più formale e apparente, dall’altro quella più intima e vera.
E poi decine di specchi per rifletterne le mille sfaccettature verso il pubblico: sono i “Riflessi” di Grazia Deledda, un complesso lavoro di composizione ideato dalla coreografa Livia Lepri e portato in scena il 9 settembre dalla compagnia Estemporada, in anteprima nazionale per il festival “Corpi in movimento – Le piazze che danzano”.
Come un manifesto al desiderio di una sessualità libera, le note di “Like a virgin” di Madonna hanno dato il via a uno spettacolo che è frutto di un’articolata ricerca d’archivio.
Ad accompagnare le movenze c’erano diversi commenti d’epoca, tra i quali la voce originale della scrittrice nuorese intervistata dall’Istituto Luce dopo la vittoria del Premio Nobel. Nessun commento alle sue opere, solo alla vita, raccontata da se stessa e da personalità che l’hanno conosciuta.
Complesso anche lo studio dell’illuminazione realizzato da Lorenzo Perra, che ha dovuto creare un disegno-luci capace di illuminare di riflesso le danzatrici, creando un’atmosfera morbida ed emozionale, e allo stesso tempo capace di evitare i riflessi dei fari sul pubblico sistemato rigorosamente sui loggioni.
Platea interdetta agli spettatori. Non è stato facile sistemare ben 39 specchi sul palco. Ogni angolatura ha goduto di riflessi differenti, tanto che ognuno tra i presenti ha assistito a uno spettacolo diverso.
I 13 specchi sullo sfondo avevano invece una forte valenza simbolica, quella della religione, che ha influenzato in modo notevole la formazione e l’educazione della Deledda, al punto che lo spettacolo si è chiuso sulle note di “Losing my religion” dei Rem. Quindi un lungo applauso.
Domani sera (11 settembre) alle 21.00, il festival “Corpi in movimento” porta al Teatro Verdi lo spettacolo “All’arrabbiata. A silent heart in a noisy world” della compagnia israeliana “Liat Drot & Nir Ben Gal Dance Company”.
Il significato del titolo, che indica la salsa di pomodoro piccante, è quello di “Un cuore silenzioso in un mondo rumoroso”. Come nella cucina, anche nella danza la “piccantezza” non domina il sapore generale, ma si fa sentire.
In questo senso, la connessione tra movimento astratto e movimento pratico viene creata dagli artisti israeliani in cima al tavolo della cucina, nel cuore simbolico della casa, attraverso la quale si può essere connessi o disconnessi, delusi o pieni di speranza.