Lunedì 1 ottobre alle 21, al Teatro Civico di Sassari, la danzatrice olbiese Silvia Pinna sarà la protagonista femminile dello spettacolo “Convergenze”, ideato dalla coreografa Federica Galimberti per evidenziare la forza e la fragilità presente in ogni maschio.
Chi dà per scontato che la figura femminile nella danza sia sempre eterea, leggiadra, pronta a volteggiare e a farsi sollevare dall’uomo come una piuma, forse lunedì sera al Civico di Sassari si dovrà ricredere. Il 1 ottobre alle 21 la compagnia marchigiana E.Sperimenti Dance Company, per il festival “Corpi in movimento – Le piazze che danzano” organizzato da Danzeventi, porta in scena lo spettacolo “Convergenze”, che in via del tutto eccezionale vedrà unica protagonista donna la danzatrice olbiese Silvia Pinna, romana d’adozione.
Nato come un ensemble tutto maschile ideato dalla coreografa Federica Galimberti, “Convergenze” vuole mettere in evidenza, tra luci ed ombre, tra ragione e istinto, la forza travolgente dell’animo dell’uomo, del maschio, e la sua fragilità di fronte alla grandezza della natura, nella riscoperta delle sue radici più selvagge e tribali. Dopo aver girato il mondo tra Thailandia, Usa, Portogallo, Finlandia, Ungheria, Cina, Indonesia, Malesia e altri contesti del pianeta, la compagnia con sede a Corinaldo (Ancona) porta ora lo spettacolo nell’isola, inserendo una donna, per giunta sarda, tra gli interpreti.
Silvia Pinna, che è diplomata con lode all’Accademia nazionale di danza ed è laureata alla Sapienza in Forme e tecniche dello spettacolo, dovrà cercare di tirar fuori la sua parte più mascolina, istintiva, interpretando il ruolo del suo totem animale. Un compito tutt’altro che facile. «Ballare nella mia terra con una compagnia professionista è un’opportunità davvero rara. Sono contentissima di essere a Sassari. È una bella sfida – ha spiegato la danzatrice – non solo perché è una performance molto fisica, ma è entusiasmante riuscire ad esternare la parte dell’altro sesso che è in me, poiché in ognuno di noi c’è qualcosa sia di maschile che di femminile. Mi diverto tanto a mettermi in gioco, ancor più se penso che nella danza, nell’immaginario collettivo, la donna è vista ancora come una figura fragile, sempre sulle punte e in tutù».
Ognuno dei danzatori concentrerà i movimenti interpretando l’animale che sente appartenergli di più. Silvia ha scelto il cerbiatto, mentre i suoi tre colleghi hanno scelto i ruoli di un orangutan, di un uccello e un serpente. Essendo residenti in diverse parti d’Italia, come Reggio Emilia, Foligno, Torino e Roma, i membri della compagnia si spostano ogni settimana a rotazione, per incontrarsi e provare le scene nelle diverse sedi. Per questo amano molto giocare con lo scambio dei ruoli, così che lo stesso spettacolo, di volta in volta, diventa sempre uno spettacolo diverso.