Caruso: “Ora gli scavi ad opera della missione tedesca. In queste ore ricominciata la campagna. Nell’Agorà di Selinunte, le ricerche dell’Istituto Archeologico Germanico”.
“Partita la campagna di scavi nell’Agorà di Selinunte. Fino alla metà di ottobre effettueremo ricerche archeologiche nell’area dell’agorà di Selinunte, sull’altopiano di Manuzza. Le operazioni di scavo rientrano nell’ambio delle ricerche ormai ultraventennali che il DAI di Roma, ovvero l’Istituto Archeologico Germanico, diretto dal Dott. Ortwin Dally, conduce a Selinunte”. Lo ha annunciato in queste ore il Direttore del Parco Archeologico di Selinunte, Enrico Caruso.“Siamo molto felici della ripresa di queste ricerche – ha proseguito Caruso – perché si torna a lavorare in un particolare settore della Selinunte arcaica, abbandonata fuori dal circuito murario di età punica dopo la disfatta della città greca ad opera del possente esercito Cartaginese del 409 a.C. Questi scavi consentiranno di legare alcuni elementi significativi delle presenze in seno all’agorà, parzialmente indagate negli anni Settanta del secolo scorso, mediante dei saggi isolati che portarono alla scoperta di una necropoli arcaica e di un santuario punico da parte della Prof.ssa Antonia Rallo delll’Università La Sapienza di Roma e di quelli, risalenti a non oltre un decennio fa, dell’Ing.-Arch. Dieter Mertens, il quale, nell’ambito della scoperta della vasta agorà e dell’isolato orientale che la delimitava, in un saggio pressoché centrale aveva scoperto la cosiddetta tomba dell’Ecista, cioè del fondatore della città. Tutti questi elementi isolati, finalmente, potranno essere messi in relazione tra di loro grazie agli scavi iniziati lo scorso anno sotto la direzione della Dott.ssa Sophie Helas, membro del DAI e nota per l’importante studio pubblicato sulle case puniche nell’Acropoli di Selinunte, che riprende anche quest’anno le sue ricerche iniziate nel 2017.
Le premesse sono eccellenti, non vi è alcun dubbio sulla loro portata, ciò consentirà non solo di capire meglio l’organizzazione interna della grande piazza selinuntina prima della distruzione e dopo di essa, ma anche di capire quali erano le relazioni intrinseche tra le diverse parti esistenti, distinte temporalmente e topograficamente”. Dunque dopo la campagna di scavi, tenutasi nei mesi di Giugno – Luglio, ad opera della New York University e della Statale di Milano, ora riprende quella dei tedeschi
” I nuovi scavi di quest’anno e quelli del 2017, sono indagini di una zona particolare dell’Agorà. La Dott.ssa Rallo aveva scoperto alcune tombe arcaiche di una prima fase dell’esistenza di Selinunte negli anni sessanta. Probabilmente potremmo essere in presenza di un sito di venerazione di personaggi che avevano un ruolo particolare – ha affermato Ortwin Dally, Direttore dell’Istituto Archeologico Germanico – per l’identità della popolazione greca della città antica. Dopo il 409 a.C Selinunte fu conquistata dai Punici. La zona dell’Agorà fu trasformata. L’area investigata nel 2017, dal nostro Istituto Germanico, fu eventualmente trasformata in una nuova zona sacra. L’obiettivo è un tentativo di capire meglio la trasformazione della città di Selinunte dopo il 409 a. C. E’ dal 1971 che l’Istituto Archeologico Germanico è attivo a Selinunte, prima in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Trapani, poi con il Parco Archeologico di Selinunte”.