lunedì 3 settembre in piazza Gallura a San Teodoro (OT) in scena il progetto “La Squadra” con al centro Matteo Pastorino, Filippo Bianchini, Igor Spallati, Armando Luongo e Ugo Alunni. Nel dopoconcerto spazio al quartetto MJM Project.
Cala il sipario sulla terza edizione del San Teodoro Jazz Festival, rassegna dedicata alla musica di matrice afroamericana (con particolare attenzione ai nuovi talenti e alle nuove proposte) nata dalla passione del musicista teodorino Matteo Pastorino e supportata con decisione dal Comune di San Teodoro per celebrare nel cuore della Gallura il genere di matrice afroamericana nel caratteristico borgo di San Teodoro (a 250 chilometri da Cagliari, 30 da Olbia e circa 140 da Sassari), fino a lunedì 3 settembre.L’ultimo giorno del festival (lunedì 3 settembre), vedrà protagonista sul palco centrale di piazza Gallura l’ensemble La Squadra, in scena alle 21.30 con Matteo Pastorino ai clarinetti, Filippo Bianchini al sax tenore, Igor Spallati al contrabbasso, Armando Luongo alla batteria e percussioni e Ugo Alunni alla batteria. Il progetto nasce dalla collaborazione dei cinque musicisti che hanno scelto di esplorare e condividere nuove culture musicali apprese e approfondite studiando in conservatori di differenti città europee come l’Aia (Olanda), Bruxelles, Berlino e Parigi.
L’ensemble è caratterizzato dalla presenza di una importante sezione ritmica con 2 batterie e un contrabbasso, a supporto delle melodie dei clarinetti (basso e soprano) e del sassofono tenore. La musica proposta si basa su composizioni originali dei membri del gruppo, più brani di colleghi musicisti che hanno arrangiato la propria musica adattandola per l’ensemble (tra questi Lorenzo Agnifili, Domenico Sanna, Marco Bardoscia, Piergiorgio Pirro, tra gli altri, che saranno coinvolti nei progetti futuri della band). Le sonorità del gruppo spaziano dai ritmi tribali, enfatizzati dalla presenza di 2 batterie, passando per atmosfere rarefatte e ricche di colori (elemento caratterizzante la formazione è indubbiamente l’assenza di uno strumento armonico).
A chiudere il festival con l’ultimo degli appuntamenti dopoconcerto alle 23 la formazione MJM Project composta da Paolo Corda alla chitarra, Marco Bande al pianoforte Marco Occhioni al contrabbasso e Jacopo Careddu alla batteria. Nato agli albori del 2017 l’ensemble ricerca sonorità che affondano nella storia e tradizione più pura del trio, ispirandosi alle formazioni di vere e proprie pietre miliari del genere come Red Garland, Oscar Peterson, Wynton Kelly, Sonny Clark, Bill Evans, tra gli altri. Sul palscoscenico del San Teodoro Jazz Festival la formazione presenterà un repertorio composto da standard del jazz interpretati in chiave swing/hard bop e composizioni originali di recente stesura.
Il San Teodoro Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale San Teodoro Jazz con il patrocinio e il supporto del Comune di San Teodoro, in collaborazione con Altergrafica Pubblicità Olbia, Mousikè Live di Giacomo Sanna, B&B Florian, B&B Francy, Le Stanze Del Centro, Ristorante Galusé e Ristorante La Mesenda.
L’ingresso al San Teodoro Jazz Festival è gratuito.
IL FESTIVAL – Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore, costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz, genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di musicisti di spessore e qualità.
IL LUOGO – Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria.
Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare. Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo.
San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddi milàti, fagottini al miele, frisjióli léti, frittelle, e niuléddha, con mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di vermentino di Gallura. (fonte)