Negli ultimi 10 anni, secondo l’Istat, sono stati chiusi 100mila piccoli negozi nei centri urbani a causa dello spopolamento con evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale delle città.
Fenomeno che conosce bene la Sardegna, con i centri rurali che si desertificano per via dello spopolamento ma anche per la mancanza dei servizi. Un cane che si morde la coda con pesanti conseguenza dal punto di vista sociale, ambientale e culturale.
Per contrastarlo è nata l’alleanza tra i comuni e gli agricoltori, un accordo quadro sottoscritto dal presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e il presidente dell’Anci Antonio Decaro, per la diffusione dei mercati contadini, del cibo locale nelle mense e del welfare agricolo.
Coldiretti e Anci si impegnano ad incentivare un sistema di vendita diretta dei prodotti agricoli basato sullo sviluppo capillare dei “Mercati di Campagna Amica” promossi dalla Fondazione Campagna Amica che rappresenta una rete composta da 7.502 fattorie, 1.187 mercati, e 2.352 agriturismi che rispondono alle esigenze di quei 6 italiani su 10 che fanno la spesa dal contadino secondo Coldiretti/Ixe’.
Nell’isola la rete di Campagna Amica è composta da circa 500 aziende agricole, 30 mercati e un centinaio di agriturismo.
Lo sviluppo dei Mercati di Campagna Amica deve riguardare sia quelli realizzati in spazi aperti che coperti in aree pubbliche e/o private per favorire la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana.
L’obiettivo dell’accordo è incentivare l’utilizzo di prodotti agricoli e alimentari a “chilometro zero”, provenienti da filiera corta e dei prodotti agricoli e alimentari derivanti dall’agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale e di origine locale/regionale/italiana. Nella fase di aggiudicazione dei servizi di ristorazione – spiega l’intesa – la valutazione dell’offerta terrà conto, in particolare, della qualità dei generi alimentari con particolare riferimento a quella di prodotti biologici, tipici e tradizionali, di quelli a denominazione protetta, nonché di quelli provenienti da sistemi di filiera corta e da operatori dell’agricoltura sociale, con il rispetto delle disposizioni ambientali in materia di green economy, con la previsione di specifici punteggi qualora vengano proposte condizioni superiori a quelle minime previste.
Ma l’alleanza fra agricoltori e Comuni italiani prevede anche lo sviluppo di un sistema complementare di welfare di prossimità al fine di sostenere la creazione di una rete di servizi sociali nelle aree rurali mediante la valorizzazione delle risorse agricole e il riconoscimento del ruolo multifunzionale svolto dalle imprese agricole con forme di collaborazione tra imprese, operatori di agricoltura sociale, servizi socio-sanitari ed altri enti pubblici. L’intesa intende promuovere progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare rivolti a bambini in età prescolare e persone in difficoltà sociali, fisica e psichica anche in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, mettendo, ad esempio, a disposizione, anche a titolo gratuito, terreni di proprietà pubblica per la realizzazione di servizi di orti sociali. In questo modo – spiega Coldiretti – vengono riconosciute le funzioni sociali della Rete di Agricoltura Sociale di Campagna Amica con l’attività delle fattorie didattiche quali strumenti educativi con l’obiettivo di rinsaldare i legami tra città e campagna valorizzando, anche tra le più giovani generazioni, la conoscenza dei saperi e dei mestieri agricoli tradizionali.
Particolare attenzione viene quindi posta sui prodotti dell’agricoltura sociale con parametri che ne rendano prioritario l’utilizzo nei servizi di fornitura per le mense scolastiche ed ospedaliere oltre a prevederne valorizzazione e presenza nell’ambito del commercio su aree pubbliche. Inoltre nelle operazioni di vendita o di affitto dei terreni di proprietà degli enti locali e di altri beni immobili, si prevedono criteri di priorità al fine di favorire l’insediamento e lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale. Infine Coldiretti e Anci, entro sei mesi dalla firma dell’accordo, si impegnano a predisporre un documento programmatico con le linee guida per armonizzare le scelte di programmazione urbanistica comunale con le esigenze di salvaguardia dell’attuale destinazione agricola del territorio come risultante dallo strumento urbanistico generale e finalizzate ad orientare le predette scelte a facilitare il raggiungimento del “saldo zero” di consumo di suolo agricolo entro l’anno 2050.
“Un accordo molto importante che declineremo nel nostro territorio – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Sancisce che la nuova agricoltura multifunzionale è forse l’unica in grado di supplire all’assenza di alcuni servizi fondamentali che riguardano soprattutto le fasce più deboli. E’ un tassello importante che può aiutare a contrastare lo spopolamento delle zone rurali, spesso marginali, ma ricche di storia, fondamentali dal punto di vista ambientale e sociale”.
“Pensiamo ai nostri centri dell’interno dove l’età media degli abitanti è sempre più alta e che si spopolano per assenza di lavoro ma anche dei servizi – continua il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Questo accordo è un input per invertire la direzione che da servizi e sostiene il lavoro agricolo che presidia il territorio, tramanda un saper fare millenario e coltiva e trasforma prodotti tradizionali che raccontano il territorio, e oggi sempre di più si aprono a nuovi servizi che vanno incontro alle nuove esigenze della popolazione, ed in particolare delle fasce più deboli”.