Gli eventi alluvionali di questi giorni hanno messo nuovamente in evidenza la necessità di garantire l’autonomia operativa dei Vigili del Fuoco della Sardegna.
Autonomia operativa che può essere realizzata solamente con l’effettiva assegnazione di uomini e mezzi. Non è stato infatti sufficiente il raddoppio dei turni di servizio nel Comando di Cagliari o il richiamo dal turno libero del personale degli altri tre Comandi Provinciali (Sassari, Nuoro e Oristano).
Per far fronte alla prevista emergenza, è stato necessario fare ricorso, ancora una volta, alle colonne mobili dei Vigili del Fuoco provenienti dalla Toscana e dal Lazio. Colonne mobili sbarcate in Sardegna solamente a tragedia avvenuta e quando i Sardi hanno iniziato a fare la conta delle vittime e dei danni subiti. I tempi di attesa, per il supporto dei colleghi provenienti dal “continente, ”sono stati di 24-36 ore. Eppure esiste un progetto del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, denominato “soccorso in venti primi”, che individua in quel periodo di tempo il limite massimo nel quale i Vigili del Fuoco devono garantire il soccorso al cittadino perché l’intervento sia giudicato efficace.
L’annosa carenza di uomini e mezzi deve essere affrontata e risolta. Gli uomini recentemente assegnati ai quattro Comandi della Regione non sono sufficienti a coprire le carenze che aumentano quotidianamente a causa dei pensionamenti, a dei colleghi collocati ai ruoli di supporto per la sopraggiunta inidoneità fisica al soccorso e per quelli che, per effetto dei passaggi di qualifica, hanno dovuto e dovranno traslocare, a breve, nei Comandi VF della penisola.
Questa situazione non è più tollerabile. La politica, i politici sardi in particolare, non si sono ancora resi conto della scarsa presenza dello Stato nella nostra Isola. La presenza di chi deve garantire soccorso e sicurezza al cittadino non può essere oggetto di tagli indiscriminati e senza senso. Per affrontare gli interventi di soccorso dovuti a emergenze alluvionali, occorrono mezzi adeguati, moderni e non certamente mezzi vecchi anche di trent’anni. Abbiamo sempre manifestato l’esigenza di assegnare alla Sardegna, per la priorità dovuta alla nostra specificità in quanto Isola, i mezzi e gli uomini necessari per poter essere autonomi dal punto di vista operativo. Oggi più che mai, i fatti ci danno nuovamente ragione.
A dimostrazione che le nostre richieste non sono frutto di fantasie e finalizzate solamente a fare rumore. Chi governa oggi il paese ha annunciato provvedimenti a favore del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. I politici sardi che fanno parte della maggioranza facciano sentire la loro voce e impegnino il Governo, e il Ministro dell’Interno in particolare, affinché diano risposte concrete alla nostra Isola con la giusta assegnazione di uomini già dalla prossima mobilità nazionale prevista per il mese di febbraio 2019.
Solo così si risolverà anche l’annoso problema dei distaccamenti permanenti già decretati ma mai resi operativi. Stesso discorso va esteso anche ai mezzi di soccorso. Le nuove autopompe assegnate di recente, oltre a essere poco efficaci per interventi di soccorso di tipo alluvionale, non sono operative perché non sono statiancora assegnati i fondi necessari per acquistare il materiale tecnico che dovrà far parte del caricamento. I politici sardi che invece fanno parte dell’opposizione facciano sentire la loro vece perché la sicurezza dei Sardi e la salvaguardia della nostra Isola, non ammette divisioni. L’obiettivo del raggiungimento dei giusti livelli di sicurezza della Sardegna e dei Sardi non può più attendere.