Tra ironia e poesia con “Machine de Cirque”, in scena da mercoledì 24 ottobre alle 20.30 (fino a domenica 28 ottobre) all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari.
Visioni “apocalittiche” con l’imperdibile “Machine de Cirque” che mercoledì 24 ottobre alle 20.30 all’Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari inaugurerà la Stagione de La Grande Prosa e Teatro Circo 2018-19 organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. La pièce immaginifica creata da Vincent Dubé insieme agli agilissimi performers mostra la Terra dopo una catastrofe: cinque superstiti – tutti uomini – cercano di escogitare un modo per mettersi in contatto con altri eventuali sopravvissuti e s’inventano un singolare apparecchio per comunicare con quegli sconosciuti, magari in qualche regione remota del pianeta. “Machine de Cirque” sarà in cartellone all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari da mercoledì 24 fino a domenica 28 ottobre (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30 e la domenica alle 19).
Un poetico divertissement per un’ouverture all’insegna del nouveau cinque: la trama apparentemente drammatica offre infatti lo spunto per comiche gags e sketches billanti, tra vertiginose acrobazie e danze aeree, musica e clownerie: i protagonisti, che possiedono una rara abilità nel cacciarsi nei guai e provocare situazioni pericolose, mentre sognano inquietanti scenari mostrano come si possa (provare a) «stare al mondo senza donne o computer».
Sotto i riflettori Yohann Trépanier, Raphaël Dubé, Maxim Laurin, Ugo Dario e Frederic Lebrasseur incarneranno questi stravaganti eroi (post)moderni alle prese con la difficoltà di adattarsi ad una realtà priva dei più elementari e comuni strumenti tecnologici e superare il trauma di essere forse gli ultimi individui rimasti – o meglio gli ultimi esemplari della razza umana.
Invece di rassegnarsi e accettare supinamente il proprio destino di semplici testimoni della fine della civiltà i cinque si danno da fare e cominciano ed esplorare quel nuovo ambiente, sempre alla ricerca di altri dispersi nel momento della catastrofe, finché decidono di realizzare il prototipo di uno speciale marchingegno che dovrebbe permettergli di rintracciare gli altri esseri umani – rompendo il muro della solitudine e l’isolamento per ritrovarsi finalmente con i propri simili.
“Machine de Cirque” è la nuova originale creazione dell’eclettico Vincent Dubé – che firma ideazione, drammaturgia e regia dell’intrigante e inedita pièce, in cui si fondono differenti linguaggi, dalla danza al teatro, alle arti circensi, alla musica, per comporre un’unica “partitura” in cui il gesto acrobatico non è fine a se stesso, mera dimostrazione di bravura, ma si inserisce in una narrazione, così come coreografie e gags diventano parte della storia. La colonna sonora a cura di Frédéric Lebrasseur, i costumi di Sébastien Dionne e il disegno luci di luci Bruno Matte – come il sound design di René Talbot – contribuiscono all’atmosfera di una sorta di sogno ad occhi aperti, in una dimensione parallela in cui tutto può accadere e insidie, ma anche piacevoli sorprese, si celano dietro ogni angolo, mentre tutto appare nuovo e diverso, anche i più semplici aspetti del quotidiano, perché il mondo è uscito dai cardini e nulla (probabilmente) tornerà più come prima.
“Machine de Cirque” è quasi un “biglietto da visita” per la compagnia canadese con lo stesso nome, fondata da Vincent Dubé (artista circense e apprezzato didatta, autore e regista) con interpreti come Raphaël Dubé e Yohann Trépanier (formatisi all’École Nationale de Cirque di Montreal) che hanno collaborato con il Cirque du Soleil, il Cirque Eloize e Les 7 doigts de la main, prima di dar vita al duo Les Beaux Frères. Ugo Dario e Maxim Laurin (diplomati all’École Nationale de Cirque di Montreal) hanno all’attivo una lunga esperienza ne Les 7 doigts de la main: con il loro numero “Baskultoo” hanno conquistato la Medaglia d’Oro al Festival Mondial du Cirque de Demain di Parigi nel 2012 e sono approdati allo Young Stage Festival di Basel in Svizzera. Artista poliedrico, Frédéric Lebrasseur è un percussionista autodidatta e un performer multidisciplinare; ha composto, diretto e improvvisato con numerosi ensembles, cimentandosi con differenti stili e generi musicali. Autore di musiche di scena (ha collaborato con Robert Lepage) ha scritto colonne sonore per spettacoli di danza e teatro di figura, film d’animazione, installazioni di arti visive.