Giovedì 18 ottobre al teatro Intrepidi Monelli di Cagliari il concerto di presentazione “You’re Gonna Hit the Ground” il disco d’esordio degli Hardwin.
Giovedì 18 ottobre (ore 21) appuntamento al teatro degli Intrepidi Monelli di Cagliari (in viale Sant’Avendrace, 100) per il battesimo di “You’re gonna Hit the Ground” il disco d’esordio della band sarda Hardwin, che sarà introdotto dal giornalista e scrittore Claudio Loi, e poi presentato in concerto al pubblico (biglietto d’ ingresso 10 €).Una miscela ben amalgamata di rock, jazz ed elettronica, con sonorità psichedeliche e progressive “vintage”, riunisce i diversi percorsi artistici dei componenti degli HardWin, ensemble “atipico” fondato nel sud Sardegna dal batterista e vocalist Roberto Etzi, dal chitarrista e cantante Daniele Marras aka Dim Verge, dal chitarrista Valentino Pistis e dal trombettista Riccardo Pittau, a cui si sono poi aggiunti Matteo Muntoni al contrabbasso e Roberto Massa al guitar synth.
A costituire una cifra peculiare della band è l’utilizzo della tromba, strumento piuttosto inusuale in area rock, in cui si sentono gli echi delle sonorità di Robert Wyatt e Mongezi Feza con i “Soft Machine”, dei “Blood Sweat and Tears”, di Frank Zappa, Don Ellis e di Miles Davis nel suo periodo elettrico. Portatore di questo prezioso contributo stilistico, il trombettista Riccardo Pittau, attivo da circa 25 anni nel circuito jazzistico internazionale e che vanta importanti collaborazioni con artisti come Steve Lacy, Lester Bowie, David Murray, Roswell Rudd, Misha Mengelberg, Evan Parker, Lawrence D. “Butch” Morris, Jean Paul Bourelly, Elliot Sharp, Andy Moor, Phil Minton, Chris Cutler, Roy Paci, Vinicio Capossela, Marko Markovic.
Stampato lo scorso giugno, e realizzato grazie a una campagna di Crowdfunding sulla piattaforma Musicraiser “You’re Gonna Hit The Ground” è il primo disco degli HardWin: tredici tracce, in cui dai temi con arrangiamenti più definiti, si glissa, quasi senza soluzione di continuità, verso brani all’insegna dell’improvvisazione che fungono da raccordo, accompagnando l’ascolto in un viaggio nel mondo della band, tra suggestioni bucoliche legate all’ancestrale mondo rurale sardo, con i suoi miti e leggende, oppure con rimandi a esperienze decisamente più dure e metropolitane, spesso (e volentieri) decisamente lisergiche: qui si intravvede talvolta l’impronta delle atmosfere dei Pink Floyd, che va a intrecciarsi con sonorità hard rock, in un caleidoscopio di suoni eterogeneo ma allo stesso tempo sempre equilibrato.