Milano 9 ottobre 2018 – Una rete in grado di connettere attraverso le sue maglie gli epatologi dell’AOU di Cagliari e gli operatori dei Servizi per le Dipendenze (SerD) della provincia. Obiettivo: inserire in un percorso diagnostico terapeutico le persone tossicodipendenti con infezione da virus dell’epatite C (HCV) che porti alla guarigione ed eviti la reinfezione. Un progetto innovativo, unico nell’isola, dal rilevante obiettivo epidemiologico e sociale che la struttura ospedaliera di Cagliari potrà realizzare grazie al co-finanziamento di 40.000 euro ottenuto al Fellowship Program, Bando di concorso promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences per selezionare e premiare i migliori progetti in ambito infettivologico e oncoematologico proposti da Enti di ricerca e cura del Paese.
L’eradicazione dell’epatite C è una priorità del Ministero della Salute, tuttavia esistono reali difficoltà nella gestione dei pazienti tossicodipendenti con HCV che, pur essendo uno dei principali serbatoi del virus, raramente sono gestiti e trattati dai centri epatologici. I centri normalmente si fanno carico e trattano i pazienti colpiti dal virus senza o con un lontano passato di tossicodipendenza, ma esiste una reale difficoltà nella gestione dei pazienti con una storia attuale o recente di tossicodipendenza. Si tratta di pazienti “difficili”, in genere coinfetti con HIV, con problemi psichiatrici, di abuso di psicofarmaci e bevande alcoliche e nella gran parte in mantenimento con metadone. Ciò comporta che non sia semplice intercettarli, avviarli al trattamento terapeutico fino alla completa guarigione e evitare che una volta guariti contraggano nuovamente l’infezione in seguito all’uso siringhe infette. Però l’unione fa la forza. E’ questa l’idea alla base del progetto che per individuare e avviare alla terapia i pazienti tossicodipendenti creerà un efficace collegamento tra chi può curare dall’infezione, il centro di epatologia dell’ospedale, e chi invece entra in contatto sul territorio con i pazienti stessi, i SerD.
Il progetto prenderà il via con la realizzazione di una piattaforma informatica contenente la cartella clinica di ogni paziente rendendola così condivisa, accessibile e gestita tanto dagli specialisti quanto dagli operatori dei SerD. La prima fase prevede l’inserimento delle informazioni e degli esami diagnostici per valutare lo stato dell’infezione e, più in generale, della “salute” del fegato di tutti i 2000 soggetti con infezione da HCV seguiti dai SerD della provincia. Ciò consentirà agli epatologi di “prendere in carico” questi pazienti e far partire il percorso terapeutico con farmaci di ultima generazione in grado di eradicare il virus dall’organismo. Una volta raggiunta l’eradicazione, i pazienti per un periodo di almeno 6 mesi dalla fine del trattamento saranno inseriti in un percorso educativo e di sorveglianza (visite periodiche, opuscoli dedicati, riunioni e conferenze) allo scopo di evitare le reinfezioni. La rete servirà per condividere le esperienze acquisite da tutte le figure coinvolte e valutare passo per passo il lavoro svolto e da svolgere.
“Siamo particolarmente orgogliosi per questo riconoscimento che offre la possibilità di realizzare una progettualità che riteniamo innovativa per affrontare l’eliminazione del virus dell’HCV in una popolazione come quella tossicodipendente difficile da raggiungere e da mantenere in cura – sottolinea Lucchino Chessa, Responsabile del Progetto – In 18 mesi vogliamo raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione e successivamente proporre questo modello agli organi competenti regionali e nazionali per poterlo implementare in modo diffuso sul territorio.”
Il progetto dell’AOU di Cagliari (Proposta di linkage to care tra un centro epatologico, i SerD del territorio e i Medici di Medicina Generale, con lo scopo di eradicare il virus dell’epatite C nella popolazione tossicodipendente) si è distinto, oltre che per l’originalità e le caratteristiche di innovatività, anche per l’impatto rilevante sulla popolazione dei pazienti tossicodipendenti puntando non solo all’eradicazione ma anche a ridurre il rischio di un’eventuale reinfezione. Per queste caratteristiche, il progetto è stato selezionato tra gli oltre 130 presentati al bando. Insieme a quello dell’AOU di Cagliari ne sono stati premiati 48 proposti da altri Enti di tutta Italia
Fellowship Program
Il Fellowship Program è arrivato quest’anno alla sua 8a edizione. Con questo Bando vengono selezionati e premiati i migliori progetti proposti da Enti di ricerca e cura italiani che, secondo il giudizio di una Commissione giudicatrice indipendente, dimostrino di avere ricadute positive sulla qualità di vita e sugli outcome delle persone affette da malattie del fegato, HIV e patologie oncoematologiche (Leucemia Linfatica Cronica e Linfoma Follicolare). Negli otto anni del Bando sono stati presentati quasi 900 progetti e le Commissioni Giudicatrici di ogni Edizione ne hanno selezionati e premiati in totale 298, 48 solo quest’anno. 6 i criteri con cui vengono valutati i progetti: 1. Razionale scientifico del progetto, 2. Originalità e rilevanza del tema oggetto del progetto, 3. Fattibilità del progetto, 4. Presumibili ricadute positive nella cura dei pazienti, 5. Rapporto costo/beneficio del progetto, 6. Valenza sociale del progetto
Nel corso degli 8 anni sono stati assegnati quasi 7.000.000 di euro, di cui oltre 1.200.000 quest’anno. Per saperne di più: www.itfellowshipprogram.it
Gilead Sciences
Gilead Sciences è una società biofarmaceutica basata sulla ricerca e impegnata nella scoperta, sviluppo e commercializzazione di farmaci innovativi per patologie molto gravi che ancora affliggono l’umanità. Le aree terapeutiche sulle quali ci concentriamo comprendono HIV/AIDS, malattie epatiche, ematologia e oncologia, malattie infiammatorie e respiratorie. Gilead è presente in Italia dal 2000 e collabora attivamente con i partner istituzionali, scientifici, accademici, industriali e delle comunità locali per sviluppare e rendere disponibili le terapie ai pazienti italiani.