Alto il costo della crisi sull’edilizia isolana secondo UECOOP. Dati positivi invece nei primi sei mesi del 2018 con +5,6% compravendite.
La crisi dell’edilizia in Sardegna è costata 1 addetto su 4 alle cooperative dell’Isola con un crollo dell’occupazione del 24,8% negli ultimi otto anni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unioone europea delle cooperative Uecoop Sardegna su dati Unioncamere in relazione all’ultimo report Istat sull’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento che aumenta dello 0,8% trascinato in territorio positivo soprattutto dal valore delle nuove costruzioni ma frenato dal calo delle quotazioni di quelle esistenti.
Mentre le compravendite nel secondo trimestre del 2018 tornano a crescere del +5,6% dopo la flessione dello scorso anno secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate. Il patrimonio immobiliare italiano – spiega Uecoop Sardegna – è caratterizzato da un alto grado di obsolescenza che impone un grande piano nazionale di ristrutturazione anche a livello antisismico in grado di rilanciare al tempo stesso un settore delle costruzioni in cui la ripresa è ancora troppo lenta. Nonostante quasi 90 miliardi di euro investiti dalle famiglie nel mattone nel solo 2017 – spiega Uecoop – il settore edilizio non è ancora tornato ai livelli precedenti alla crisi del 2008/2009 e dalla quale non si è ancora risollevato visto che solo nelle cooperative di costruzione sono stati persi oltre 18mila addetti.
Una situazione occupazionale – sottolinea Uecoop – a fronte della quale è urgente intervenire a sostegno del settore con misure che favoriscano il recupero strutturale ed energetico degli edifici esistenti oltre alla realizzazione di nuove costruzioni di qualità, comprese – conclude Uecoop Sardegna – quelle di edilizia pubblica.