Il recital musicale su Marisa Sannia sarà rappresentato in prima nazionale, lunedì 15 ottobre presso ilteatro della Compagnia di Firenze.
Nel decennale della scomparsa, l’ACSIT (Associazione Culturale Sardi in Toscana) si è fatta promotrice di uno spettacolo che cerca di entrare nel mondo e nella poetica di Marisa Sannia con passo leggero.Leggero come il suo passo di gazzella, come la misura del suo canto, come il passo dei poeti che ha messo in musica nelle sue canzoni; e come il passo dei nostri comuni antenati sardi che – secondo le parole di Sergio Atzeni – così, leggeri, passavano sulla terra.
Abbiamo immaginato che ciascuno dei poeti da lei cantati – Sergio Endrigo, Antioco Casula “Montanaru”, Francesco Masala, Maria Lai, Federico Garcia Lorca – le rendessero a loro volta omaggio dedicandole una delle loro poesie, come se fosse scritta pensando a lei.
In questi brani crediamo di ritrovare il suo modo di essere e di stare nel mondo, e quello che con la sua voce ci regala: ancora una volta la grazia della leggerezza e della misura; il distacco dai rumori del mondo; il ritorno alle radici nei suoni del mare, della terra sarda, e della propria lingua; l’etica del lavoro e della vita.
Maria Grazia Campus e Gianna Deidda hanno selezionato il materiale dalla produzione della cantante di Iglesias e da ciò che Marco Piras, per quindici anni chitarrista e arrangiatore dei componimenti di Marisa Sannia, ha generosamente fornito, tessendo un filo narrativo cantato e recitato insieme ai compagni di viaggio: Alice Chiari al violoncello, Gianni Cammilli alla chitarra, Andrea Laschi alle percussioni e l’occhio registico importante di Daniela Morozzi.
Gli scritti dei poeti che Marisa Sannia sceglie di musicare parlano di vento, di mare, di voce. “Sa oghe de su entu e de su mare” non è solo il titolo di un suo album è un vero manifesto della poetica essenziale di Marisa Sannia.
Un canto profondo, molto più profondo di tutti i pozzi, di tutti i mari del mondo, ancora più profondo del cuore che oggi lo crea, della voce che oggi lo canta. E’ un canto quasi infinito, viene da molto lontano attraversando gli anni , i mari e i venti del tempo, viene dal primo pianto, dal primo bacio. Il canto profondo canta sempre nella notte non ha mattino, pomeriggio, né montagne né pianure ma solo una notte vasta e profondamente stellata. (Garcia Lorca)
Queste parole di Garcìa Lorca sono state scelte da Marisa Sannia per la brochure del suo ultimo recital, la cui descrizione termina con le parole di Sannia stessa: “Il suono della lingua , la magia della parola portano sul cammino della poesia tra memoria e sogno. Musiche, suoni, parole che si snodano come trame e disegni toccando i sentimenti profondi e misteriosi dell’anima. Melodie mediterranee, solari, si fondono con le parole in atmosfere dove è difficile distinguere l’antico ed il contemporaneo, la lingua, il poeta, il compositore e l’interprete.” (Marisa Sannia)