Nuoro 13 ottobre 2018 – Oltre il danno la beffa: gli bloccano la vendita dei prodotti dei propri suini, ha di conseguenza un sovraccarico di bestiame e ora li perde per via del maltempo, non potendo garantire a tutti un ricovero adeguato.
E’ la triste realtà che sta vivendo l’azienda agricola di Stefano Arzu di Talana, che da circa 5 mesi non può vendere i propri suini per via del blocco della movimentazione dopo l’accertamento di un focolaio di peste suina in un allevamento di Villagrande Strisaili.La lunga e cieca burocrazia, priva di buonsenso, sta chiudendo i cancelli di un’azienda perfettamente in regola che alleva in biosicurezza rispettando tutte le prescrizioni.
Questo sta comportando una serie di problemi che non riesce più a gestire. L’azienda è strutturata per la vendita dei lattonzoli. Con il blocco della movimentazione Arzu è costretto a tenerseli in azienda. In poche parole: deve rinunciare alle entrate delle vendite e dall’altra cresce il numero di animali, quindi i costi di gestione (mangime, manodopera) per i maiali che oltretutto poi non riuscirà a vendere perché fuori mercato.
Inoltre non ha neppure le strutture per allevare un numero così alto di maiali. Questo lo costringe a non rispettare i parametri del benessere animale, in quanto deve ammucchiare i suini nel recinto che possiede. Oltre a questo danno (di migliaia di euro) anche la beffa di dover vedersi morti i maialetti a causa della abbondanti piogge di mercoledì scorso.
“Sono morti affogati circa 60 maialetti – racconta arrabbiato l’allevatore Stefano Arzu -. Questa è la conseguenza del blocco di vendita imposto a un’azienda perfettamente in regola. Purtroppo in queste condizioni non posso garantire un box a tutti. L’allevamento cresce di giorno in giorno insieme ai costi. Ho diverse scrofe figliate all’aperto senza alcun riparo. Continuo a chiedermi se conviene allevare alla luce del sole, perché sto trovando solo porte chiuse e indifferenza da tutte le parti politiche. Il mio allevamento è indenne alla peste suina e rispetta tutte le prescrizioni. Ma questo pare sia una colpa. Sto riflettendo sul fatto di aprire i cancelli e lasciare liberi i maiali, allevando all’ombra, forse è più conveniente”.
“E’ un caso che denunciamo da mesi – sottolinea il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis -. Ci siamo attivati per chiedere uno sblocco anche in deroga, il focolaio di peste suina è stato riscontrato in un allevamento in regola, dunque il pericolo di contagio è minimo perché sono sotto controllo. Purtroppo però non abbiamo riscontrato buon senso ma solo burocrazia”.
“Queste sono le conseguenze di un sistema paradossale – evidenzia il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra -, dove un allevamento ben strutturato che ha creduto nel settore martoriato da quarant’anni di peste suina, alleva in biosicurezza, rispetta il benessere animale, lo costringiamo a non rispettare quei parametri e gli causiamo dei gravi danni”.