La situazione della sanità pubblica a Olbia e in Gallura non può essere determinata da scelte che rispondono a strategie politiche di dislocazione dei servizi nei territori dove l’assessore regionale di turno ha raccolto il maggior numero di voti.
Negli anni della giunta Pigliaru, con l’assessore Luigi Arru alla Sanità, Olbia è stata privata dei reparti di neonatologia, di urologia e di oculistica. Il primo, pur essendo previsto dalla “Ridefinizione della rete ospedaliera”, approvata dal Consiglio regionale, esiste solo sulla carta.
Attualmente una mamma che partorisce in anticipo rispetto ai nove mesi di gestazione o che accusa qualche problema durante la gravidanza, deve rivolgersi ad altre aziende sanitarie come quella di Sassari o quella di Nuoro. Quest’ultima, pur avendo un numero di parti inferiore a Olbia, ha un reparto di neonatologia funzionante.
Viene da chiedersi allora, quale sia stato l’impegno dei due assessori regionali galluresi che nulla hanno potuto contro le scelte del governo amico: quali spiegazioni possono fornire alla Gallura gli assessori Carlo Careddu e Pierluigi Caria? Vorrei capire come spiegano l’ultimo atto ufficiale dell’Ats, il funzionigramma, che nel definire le attività dei presidi ospedalieri dimentica la neonatologia per il Giovanni Paolo II di Olbia.
E mentre la Gallura viene privata dei cinque posti che le sono dovuti, altri cinque vengono riconosciuti a Nuoro –guarda caso città di origine dell’assessore regionale alla Sanità – e addirittura viene assegnata una terza neonatologia a Cagliari.
Olbia non può permettersi di rinunciare a curare i propri figli e costringere le madri e i parenti a migrare verso altre città. Così come non si può assistere in silenzio ai viaggi che i galluresi devono affrontare per avere la cura e l’assistenza che sarebbe loro dovuta in caso di problemi agli occhi o alle vie urinarie.
L’inesistenza dei reparti di urologia e oculistica è un problema di primo ordine che in questi anni è stato declassato a questione secondaria seguendo lo stesso triste destino assegnato ai presidi ospedalieri galluresi, divenuti stabilimenti di emergenza e accoglienza di primo livello.
I nostri anziani sono costretti a rivolgersi altrove, ad affrontare disagi e spese per trovare un rimedio ai problemi che affliggono chiunque varchi la soglia della terza età: prostata e cataratta, ad esempio. Gli scippi a danno di questo territorio sono in costante aumento e ciò che stupisce di più è che la giunta Pigliaru continua a farli sotto il naso di chi è stato eletto per tutelare gli interessi della Gallura.