Sostenibilità ed educazione alimentare tra i punti cardine del servizio. È stato presentato questa mattina, nella sala Giunta del palazzo comunale, il nuovo servizio pluriennale di ristorazione scolastica affidato tramite una gara d’appalto di portata europea, del valore di circa 2,9 milioni di euro, all’azienda “Laser”.
La ristorazione scolastica sarà attiva per i prossimi cinque anni nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Sostenibilità, iniziative di educazione alimentare e introito delle quote direttamente da parte dell’azienda, anche tramite App, sono alcune delle innovazioni previste dal servizio che prenderà il via lunedì 22 ottobre.«Gli uffici hanno svolto un lavoro attento e importante in questi mesi per recepire gli indirizzi, individuare tutti i punti cardine e gestire l’iter di una gara di tale entità. Siamo riusciti a mantenere le tariffe estremamente basse per le famiglie – ha sottolineato il Sindaco Sean Wheeler – e, inoltre, verrà mostrata ogni attenzione verso la sostenibilità, contenendo la produzione di rifiuti, alimentando l’utilizzo di stoviglie compostabili e imballaggi riutilizzabili, contrastando lo spreco alimentare e rispettando anche le motivazioni etiche e ideologiche per chi richiede diete particolari».
Le procedure, dall’acquisto dei pasti alla disdetta, saranno gestite prevalentemente attraverso sistemi digitali. «I genitori dovranno confermare le iscrizioni dal 5 al 16 ottobre negli uffici dell’azienda, in via Sassari 161, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 18 – ha spiegato il Dirigente del Settore Pubblica Istruzione, Flavio Cuccureddu – e si potrà procedere ai pagamenti anche online o tramite App.
Sempre attraverso la App potrà, ad esempio, anche essere comunicata dai genitori la necessità della somministrazione di una dieta in bianco quando si palesano particolari indisposizioni da parte degli alunni. Inoltre, il 17 ottobre, alle ore 17, nella sala Canu si svolgerà una riunione informativa rivolta ai fruitori del servizio, durante la quale sarà illustrato il funzionamento del nuovo sistema informatico.
È opportuno ricordare, alla luce delle notizie circolate negli organi di informazione nei giorni scorsi, che la mensa scolastica non è un servizio essenziale, ma un servizio a domanda individuale. Gli uffici hanno chiuso in tempi stretti una gara d’appalto che richiedeva la massima attenzione. È da sottolineare, inoltre, che si riuscirà a fornire il servizio a prezzi notevolmente contenuti e decisamente inferiori rispetto a quelli applicati dai comuni della Provincia di Sassari».
Nonostante la tariffa massima sia di soli 1,90 euro a pasto, è stato registrato comunque un’alto numero di morosità. «Abbiamo inoltrato numerosi, e ripetuti, solleciti. Ci sono ben 39mila euro di crediti non riscossi: la maggior parte delle utenze deve corrispondere al Comune cifre tra i 100 e i 500 euro.
Sono persone che, come da loro stesse certificato attraverso l’Isee, possono permettersi di pagare – aggiunge l’Assessora alla Pubblica Istruzione, Mara Rassu – e questo comportamento lo ritengo irrispettoso nei confronti degli altri cittadini che contribuiscono regolarmente al funzionamento della ristorazione scolastica. L’iscrizione al servizio mensa non sarà accettata se prima non verrà versato il dovuto.
Le famiglie con situazioni di particolare disagio, invece, dovranno recarsi ai Servizi sociali: presentando la documentazione saranno attivate le forme di sostegno per l’accesso al servizio». Nella somministrazione, che avverrà con il metodo dello scodellamento, è previsto l’utilizzo di stoviglie biodegradabili e compostabili. Gli imballaggi dovranno prioritariamente essere composti da materiali riutilizzabili per consentire la riduzione dei rifiuti non riciclabili. Nessun contenitore di rifiuti solidi urbani dovrà essere depositato all’interno delle scuole.
Per quanto riguarda i cibi, frutta, verdure, legumi, pasta, latte e suoi derivati, prodotti da forno, uova e olio dovranno provenire per almeno il 40% da produzione biologica, la carne per almeno il 15% da produzione biologica e per il 25% da prodotti Igp e Dop, mentre il pesce per almeno il 20% da acquacoltura biologica. Anche i prodotti esotici (ad esempio kiwi, ananas, cacao, zucchero) dovranno essere sostenibili e provenire dal circuito del commercio equo e solidale.
Su richiesta potranno essere attivate, in caso di intolleranze alimentari, diete particolari elaborate da un nutrizionista e diete per motivazioni religiose ed ideologiche. Un’occhio attento ci sarà anche verso la lotta allo spreco: i pasti non somministrati verranno distribuiti alle associazioni che sostengono le famiglie bisognose. Tra le novità introdotte con il capitolato ci sono: la possibilità da parte delle scuole di richiedere una volta a settimana un servizio self service con vassoi personalizzati, l’introito diretto delle quote di contribuzione anche online o app per i cellulari e la distribuzione di acqua minerale imbottigliata.
L’azienda vincitrice dell’appalto ha proposto, inoltre, diversi progetti di educazione alimentare: tra questi una giornata dedicata alla qualità del pane e una alla “mensa aperta” per i genitori, con la possibilità di degustare le pietanze somministrate agli studenti, visitare le cucine e dialogare con i cuochi. Previsti incontri con i referenti dei plessi, laboratori e giornate della legalità in cui saranno servite pietanze con produzioni ottenute nei terreni confiscati alla mafia.