Il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio D’Urso, al convegno dell’Opi Sassari lancia la sfida di un progetto sperimentale per un reparto di degenza a gestione infermieristica per i pazienti in dimissione.
Un reparto di degenza a gestione infermieristica, per pazienti che, dopo il ricovero in fase acuta, si trovano in via di dimissione. Una novità a Sassari che, da una parte, darebbe un ruolo centrale alla figura dell’infermiere e, dall’altra, consentirebbe un alleggerimento dei reparti, in particolare per quelli internistici. È la proposta-progetto lanciata oggi dal direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, intervenuto al convegno organizzato dall’Ordine delle professioni infermieristiche per fare il punto sullo stato dell’arte della professione.
«Un’occasione – ha detto il manager – per dare a Sassari, e al Nord Sardegna, una risposta di tipo assistenziale, di fronte a una realtà locale e territoriale in cui scarseggiano le case della salute e l’assistenza domiciliare complessa H24».
Un progetto sperimentale, per allentare la pressione sui reparti ospedalieri. «Vorrei avviare con voi questa sfida – ha ribadito il direttore – per dare delle risposte alla città e al territorio, perché i malati, per loro dignità, non possono restare in reparto troppo a lungo».
È stato sempre D’Urso a delineare il ruolo centrale degli infermieri all’interno dell’Azienda ospedaliero universitaria sassarese. Un riconoscimento assegnato loro con la creazione, così come previsto nell’atto aziendale dell’Aou, del dipartimento delle professioni sanitarie con tutte le sue articolazioni, con infermieri e ostetriche, con tecnici sanitari, della riabilitazione e della prevenzione, con i tecnici sanitari di radiologia medica, quelli di laboratorio biomedico e delle professioni riabilitative. Al dipartimento quindi è affidato un ruolo importante, quello della programmazione, direzione e controllo di quasi il 50 per cento delle risorse umane presenti in Aou.
«È da questo dipartimento – ha concluso Antonio D’Urso – che voglio rifondare l’ospedale. E questo non può avvenire semplicemente con un ordine di servizio. La scommessa, allora, è proprio questa: ricostruiamo questa azienda, perché è la nostra azienda. Lavoriamo assieme per gettare le premesse e avviare un percorso. Un tracciato che, intanto, come direzione ci vede impegnati, con il supporto dei revisori, a certificare i fondi del comparto e le fasce per il 2018».
All’invito lanciato dal manager ha risposto Pina Brocchi, direttore del dipartimento delle professioni infermieristiche dell’Aou sassarese, che ha rilanciato anche ulteriori proposte. «L’Azienda ha una serie di problematiche che sentiamo nostre – ha detto – e che potrebbero essere in parte superate anche attraverso una organizzazione che vede gli infermieri protagonisti. A partire appunto da un reparto di degenza a gestione infermieristica, in cui si programma il percorso di uscita del paziente, con la presenza di figure professionali che facilitano questo iter e avviano i contatti sul territorio.
«A questo si aggiunge la creazione di un ambulatorio infermieristico, quindi la presenza del bed manager per la gestione dei letti dell’ospedale più che delle unità cliniche», ha concluso Pina Brocchi.
I lavori del convegno sono stati condotti dal presidente dell’Opi di Sassari, Piero Bulla e ha visto la partecipazione anche di Massimo Occhiena, docente ordinario di diritto amministrativo all’Università di Sassari che ha affrontato il tema degli ordini e l’obbligo dell’iscrizione, quindi di Joseph Polimeni, direttore sanitario dell’area di direzione di presidio Asl Toscana centro Firenze, che ha centrato il suo intervento sull’assistenza territoriale, le case della salute e gli ospedali di comunità. È stata, infine, Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, a chiudere i lavori presentando una fotografia dello stato dell’arte della professione infermieristica.