L’attivazione del service rientra in un progetto più ampio che è quello della Rete endoscopica regionale di endoscopia toracica, fortemente voluta dall’assessorato della Sanità della Regione Sardegna. Sulla base del documento di riorganizzazione della rete regionale, infatti, si è proposto di istituire due centri hub di pneumologia interventistica nei presidi ospedalieri di secondo livello di Cagliari (Ao Brotzu) e di Sassari e un centro spoke rinforzato all’ospedale di Nuoro (Ats Sardegna). Il videobroncoscopio di ultima generazione di cui dispone adesso l’Aou, attualmente unica in Sardegna, ha all’estremità una minisonda ecografica che consente di visualizzare le strutture adiacenti alla trachea e ai bronchi, come i linfonodi, i vasi, l’esofago, il cuore e le lesioni tumorali. L’apparecchiatura consente di fare dei prelievi mirati e sicuri e viene utilizzato per la diagnosi e stadiazione del tumore del polmone. Una nuova arma nella lotta ai tumori che consente di indagare ed esplorare i linfonodi del mediastino, così da ottenere una stadiazione completa del tumore del polmone. Attraverso questa indagine è possibile arricchire e completare quella avviata con la Tc o la Pet e fornire, così, al paziente una strategia terapeutica adeguata al caso: chirurgica, chemioterapica o radioterapica. L’esame viene fatto in sedazione profonda, in collaborazione con gli anestesisti, con l’introduzione del broncoscopio attraverso le vie aeree. Il paziente viene quindi risvegliato subito dopo la procedura senza particolari conseguenze. La broncoscopia con sistema Ebus è quindi una procedura altamente sofisticata e precisa. Può essere fatta nei pazienti con patologie tumorali di piccole dimensioni sulle quali, in precedenza, non era possibile effettuare biopsie millimetriche se non con l’utilizzo di tecniche più invasive come quelle chirurgiche.
“Aumentiamo il livello di specializzazione della rete pneumologica e la presentazione della videobroncoscopia è un passo importante, in quanto attua il documento della rete di pneumologia interventistica che vedrà due nodi principali in Cagliari e Sassari, dopodiché seguiranno Nuoro ed Iglesias. Questo tipo di attrezzatura permetterà di dare una risposta sia in ambito oncologico, quindi nella diagnosi precisa dei tumori del torace e del polmone, sia nel sistema di emergenza-urgenza. Per questo verrà inserito negli ospedali che avranno il compito di dare una risposta al sistema Reus qualora ci fossero problemi di corpi estranei nelle vie aeree”. In merito allo sviluppo sanitario di più ampio raggio prosegue “Stiamo cercando di rimettere a posto il sistema riorganizzandolo in maniera molto attenta, e gli investimenti sono finalizzati soprattutto alla presa in carico di una popolazione che sta invecchiando. Dobbiamo cercare di dare delle risposte non solo agli ospedali ma anche a tutto il sistema territoriale che deve ancora essere potenziato. Attraverso gli atti di programmazione preparati all’inizio della legislatura con un attenzione ai bilanci si pagano regolarmente i fornitori e si promuove un economia circolare”.
Secondo i dati a disposizione nello studio elaborato dall’Associazione Italiana di oncologia e da Artium sono oltre 41 mila ogni anno le diagnosi di tumore del polmone, delle quali oltre il 30 per cento nel sesso femminile. Rappresentano l’11 per cento di tutte le nuove diagnosi di tumore nella popolazione generale e, più in particolare, il 15 per cento di queste nei maschi e l’8 per cento nelle femmine. Attualmente un uomo su 10 e una donna su 36 può sviluppare un tumore del polmone nel corso della vita. Lo studio Aiom-Airtum, inoltre, evidenzia che si registra una marcata diminuzione di incidenza negli uomini (in relazione ad una altrettanto marcata riduzione dell’abitudine di fumo), pari a -1,7 per cento all’anno negli anni più recenti. A questa tendenza fa purtroppo riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne (+3,1 per cento/anno dal 2003 al 2017).
Daniele Fronteddu