Undici nuovi casi di volatili infetti dalla Febbre del Nilo, rispetto all’ultimo aggiornamento, che risale al 28 settembre scorso, in provincia di Oristano. Due sono quelli registrati a Ghilarza, uno ad Abbasanta, uno a Norbello e uno a Sedilo, nell’Alto oristanese, dove era già stata accertata la circolazione virale.
Altri esemplari positivi, sono stati rinvenuti a Oristano, Cabras, Milis, Narbolia, Santu Lussurgiu e Laconi. Le segnalazioni risalgono perlopiù al mese di ottobre, l’ultima è del 12 e indica chiaramente che nonostante l’arrivo dell’autunno, il virus sta continuando a circolare.
Le carcasse degli animali, raccolte dai Servizi veterinari della Ats-Assl Oristano, grazie alle segnalazioni dei cittadini e della Forestale, sono state analizzate dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna (Izs) di Sassari e sono attualmente in attesa di conferma ufficiale da parte di quello di Teramo, centro di referenza nazionale per la malattia, ad eccezione dell’animale ritrovato ad Abbasanta, la cui positività al virus è già stata accertata.
Da Teramo è intanto arrivata la certezza sulla presenza dell’infezione in tutti i precedenti 17 casi segnalati in provincia di Oristano dai servizi veterinari Assl e diagnosticati dall’Izs di Sassari.
«I dati ci dicono che il virus della West Nile disease è ormai presente in diverse zone dell’Isola – spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Assl oristanese Giuseppe Fadda – Per questo, nonostante l’ulteriore abbassamento delle temperature faccia sperare che possa cessare o attenuarsi la circolazione virale, è utile non abbassare la guardia e continuare ad adottare tutte le misure di protezione dalla zanzara, insetto che attraverso le punture può trasmettere la malattia dagli uccelli infetti all’uomo».
Rosy Massa