Aerei. Ennesima avaria dei radar nella sala operativa di Milano Acc. Negli ultimi 4 anni è la quinta del 2018, la sedicesima dal 2014 prendendo a riferimento solo quelle macro dopo l’ultima avutasi nella mattinata di venerdì 19 ottobre. Preoccupazione da parte del personale che si è trovato a non operare sul sistema.
Anche questa volta probabilmente l’utenza non ha notato quanto successo, grazie agli operatori che hanno messo una “pezza” alle falle del sistema. Nel pomeriggio di mercoledì 21 alle ore 16:00 si è verificata l’ennesima avaria radar in una sala operativa di ENAV, questa volta a Milano ACC.Quasi metà degli schermi di tutti i settori si sono praticamente resettati, schermo acceso ma nessuna traccia presente, in qualche settore entrambi gli schermi off ed in alcuni anche il relativo fall back, mentre i controllori dei voli hanno perso i comandi per operare sulla consolle Radar.
Gradualmente sono andate perse le informazioni necessarie per “riconoscere” i voli sullo schermo ed anche i controllori assistenti che non operavano sulla frequenza hanno perso ogni possibilità di operare sul sistema.
La sicurezza ed il servizio sono stati garantiti continuando a lavorare sui “superstiti”, bloccando le partenze dal terminale e supportati, tramite appositi coordinamenti, dagli altri ACC. 15/20 minuti di avaria, il tempo che è stato necessario per ripristinare tutte le funzionalità della sala operativa.
Negli ultimi 4 anni è la grave ed ennesima avaria, la quinta del 2018 dopo la penultima avutasi nella mattinata di venerdì 19 ottobre, la sedicesima dal 2014 prendendo a riferimento solo quelle macro dopo l’ultima avutasi nella mattinata di venerdì 19 ottobre. I controllori sono riusciti a gestire al meglio la situazione molto delicata e non si sarebbero avute conseguenze per gli aerei in volo, ad eccezione di ritardi che hanno riguardato anche quelli ancora a terra.
Questa coincidenza, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non può che dipendere dagli investimenti insufficienti sui sistemi che devono supportare un'”automobile lanciata a 200 all’ora.
Purtroppo non sono serviti a niente i continui richiami sindacali e del personale operativo impegnato in prima linea ad alzare il piede dall’acceleratore, a far respirare le donne e gli uomini che garantiscono il servizio e la sicurezza, e nel contempo ad ammodernare e ristrutturare la macchina con la quale “viaggiamo”.