Approvato il resoconto intermediodi gestione consolidato al 30 settembre 2018 del Banco di Sardegna: “Nove mesi di incoraggiante crescita”.
I primi nove mesi del 2018 sono stati caratterizzati dalla prima applicazione (FTA) dell’IFRS 91 e dalla conclusione del piano di cessione di un portafoglio di sofferenze per un valore lordo contabile di € 900 milioni (59% del totale delle sofferenze lorde contabili del Banco di Sardegna), operazione per la quale è stata acquisita la garanzia dello Stato italiano (“GACS”) sulla tranche senior.Il risultato lordo consolidato raggiunge i 41 milioni, in netta crescita rispetto ai -0,2 milioni dei primi nove mesi del 2017. L’utile netto del periodo si attesta a 39,3 milioni rispetto alla perdita di 1 milione di settembre 2017.
Su base individuale il Banco di Sardegna chiude il periodo con un utile lordo di 37,8 milioni, mentre l’utile netto raggiunge i 36,5 milioni
Gli indicatori di solidità patrimoniale del Banco di Sardegna, nonostante la riduzione patrimoniale di 316 milioni riconducibile alla FTA dell’IFRS 9, si mantengono elevati e largamente superiori ai requisiti normativi; CET 1 Ratio Phased-in al 32,28% e Tier 1 Ratio Phased-in al 33,31%2
La raccolta da clientela complessiva sale a 15,6 miliardi (+1,1%), con la componente diretta, al netto dei pronti contro termine, a 8,9 miliardi (-0,2% su dicembre 2017 e -0,3% a/a); il risparmio gestito a 2,8 miliardi, in crescita del 5,1% su fine anno 2017
I finanziamenti netti a clientela in bonis3 si posizionano a 6,3 miliardi, -3,7% rispetto a fine dicembre 2017
I crediti netti deteriorati si riducono da inizio anno di 582 milioni (-50,7%) per effetto della cartolarizzazione 4 Mori Sardegna e della prima applicazione dell’IFRS 9; tra questi le sofferenze nette scendono del 59,8% (-428 milioni) mentre le inadempienze probabili calano del 36,6% (-153 milioni)
Il rapporto delle sofferenze nette sul totale dei finanziamenti verso clientela passa dal 9,3% di fine dicembre 2017 al 4,2%, mentre quello degli UTP passa dal 5,4% al 3,8%
L’indice di copertura dei crediti deteriorati sale dal 46,6% al 49% sebbene in presenza della citata cessione di sofferenze; la copertura delle sole sofferenze si attesta al 53,3%, mentre la copertura degli UTP sale al 44,4% dal 23,8% di dicembre 2017
Il margine d’interesse sale a 157,9 milioni, in crescita del 3,9% rispetto al dato dei primi nove mesi del 20174
Le commissioni nette raggiungono i 103,5 milioni, in aumento del 5,1%
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito scendono a 34,7 milioni, in significativa riduzione (-53,8%) rispetto ai 75,1 milioni del medesimo periodo del 2017
I costi operativi ammontano a 193,2 milioni (+0,8%), con le spese per il personale che si mantengono stabili a 105 milioni, mentre le altre spese amministrative salgono a 106,7 milioni (+4,5%) per effetto di oneri “una tantum” dovuti in buona parte all’operazione di cartolarizzazione.
Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Antonio Angelo Arru, ha approvato il Resoconto intermedio di gestione consolidato della Sub Holding (Banco di Sardegna e società controllate) riferito al 30 settembre 2018.
Nei primi nove mesi del 2018 il Banco di Sardegna ha continuato a operare con grande attenzione alla qualità del credito e al miglioramento dell’efficacia commerciale, sviluppando azioni di forte penetrazione sul mercato dei privati e delle imprese, con andamenti in crescita specialmente nelle erogazioni dei mutui casa e dei prestiti alle famiglie.
La raccolta complessiva da clientela si conferma in crescita e caratterizzata dall’orientamento sia verso forme di risparmio facilmente liquidabili sia verso prodotti assicurativi e di raccolta gestita che, tendenzialmente, assorbono la liquidità riveniente dalle scadenze della raccolta diretta a medio e lungo termine. Di conseguenza, la dinamica del primo margine è caratterizzata da interessi che, sebbene in crescita, risentono di tassi di mercato ai minimi storici, mentre si conferma il trend positivo delle commissioni, la cui crescita è in buona parte legata ai prodotti di risparmio gestito e assicurativi. Prosegue l’azione di attento controllo della spesa, anche attraverso la ricerca di sinergie e risparmi strutturali.
Risultati di conto economico consolidato dei primi nove mesi del 2018
Il margine di interesse si attesta a 157,9 milioni (+3,9%) e comprende circa 14 milioni relativi agli interessi da time value su crediti deteriorati e interessi corrispettivi maturati e non incassati, che nell’anno a raffronto erano contabilizzati alla voce “Rettifiche su attività finanziarie”. Al netto di tale componente la voce perverrebbe a 144 milioni.
Le commissioni nette raggiungono i 103,5 milioni, in crescita del 5,1%. La dinamica delle commissioni è trainata principalmente dal buon andamento dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza (+18,5%); tra questi il collocamento titoli cresce di 3,6 milioni (+24,4%) e la distribuzione di servizi di terzi di 1,9 milioni (+15,5%) trainati dai proventi da collocamento di prodotti assicurativi che crescono di 1,6 milioni.
Positivo per 5,6 milioni anche l’apporto dell’attività di negoziazione sui mercati finanziari per effetto della valutazione delle attività finanziarie e delle plusvalenze da cessioni realizzate nel periodo.
Il margine di intermediazione perviene così a 267,1 milioni, in leggera crescita (+0,4%) nonostante il consistente minor apporto del risultato della finanza rispetto al periodo a raffronto, che è stato più che compensato dall’evoluzione positiva del margine d’interesse e delle commissioni nette.
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito pervengono a complessivi 34,7 milioni in forte diminuzione (-40,4 milioni) rispetto ai primi nove mesi del 2017 (75,1 milioni). Il costo del credito si posiziona nel periodo allo 0,47%, quasi dimezzato rispetto al dato rilevato a settembre del 2017 (0,90%).
I costi operativi, pari a 193,2 milioni, aumentano di 1,5 milioni (+0,8%). In tale ambito, le spese per il personale sono stabili a 105,1 milioni, mentre le altre spese amministrative, pari a 106,7 milioni, crescono di circa 4,6 milioni (+4,5%) principalmente per effetto delle spese straordinarie “una tantum” correlate al progetto di vendita di NPL (2,8 milioni) e a maggiori oneri relativi ai fondi di risoluzione delle crisi bancarie (+2,4 milioni).
Gli accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri registrano un effetto netto positivo di 2,6 milioni attribuibile alle riprese di valore su impegni e garanzie rilasciate. Le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali assommano a 9,9 milioni, e crescono di 3,1 milioni rispetto al dato a raffronto per effetto dell’impairment su alcuni immobili di proprietà. Gli altri proventi netti di gestione si posizionano a 10,6 milioni, in flessione su settembre 2017 (-10,9%).
Il risultato generato dall’operatività corrente al lordo delle imposte è positivo per 41 milioni; dedotti gli accantonamenti per le imposte, pari a 1,8 milioni, si determina un utile del periodo di pertinenza della sub-holding di 39,3 milioni.
Lo stato patrimoniale consolidato al 30 settembre 2018
I finanziamenti netti in bonis verso la clientela5, che rappresentano il 91,8% del totale, si posizionano a 6,3 miliardi rispetto ai 6,6 miliardi a fine dicembre 2017. Tra questi, i mutui in bonis, a 4,4 miliardi (+0,7%) rappresentano il 68,8% del totale dei finanziamenti non deteriorati. I conti correnti si attestano a 960 milioni (-12,1% rispetto a dicembre 2017) con un’incidenza sull’intero portafoglio del 15,2%.
I crediti deteriorati lordi si riducono considerevolmente, di oltre 1 miliardo, attestandosi a 1,1 miliardi. Questi sono presidiati da rettifiche per 543 milioni, che portano il valore netto a 566 milioni, in riduzione del 50,7% rispetto al dato di fine 2017. Tale dinamica è giustificata sia dagli effetti della citata operazione di derisking sia dall’incremento delle rettifiche di valore dovute all’adozione del principio contabile internazionale IFRS 9.
L’indice di copertura dei finanziamenti deteriorati sale dal 46,6% al 49%. In particolare, il grado di copertura delle sole sofferenze, dopo l’operazione di cessione, si attesta al 53,3% (54,9% al 31 dicembre 2017), con un rapporto delle sofferenze nette sul totale dei finanziamenti netti sceso al 4,2% rispetto al 9,3% di fine dicembre 2017. Per gli UTP il grado di copertura è quasi raddoppiato passando dal 23,8% al 44,4%, con un’incidenza netta che scende dal 5,4% al 3,8%.
I titoli in portafoglio ammontano a 1,4 miliardi (+54%). La voce comprende principalmente titoli di Stato italiani per 1,2 miliardi e titoli relativi a cartolarizzazioni per 243,5 milioni.
I finanziamenti interbancari netti6 registrano un saldo positivo di 3,1 miliardi, in aumento rispetto alla fine dell’esercizio 2017 (+2,5%).
La raccolta da clientela complessiva, ancora in crescita, raggiunge i 15,6 miliardi (+1,1%). La raccolta diretta da clientela perviene a 11,1 miliardi rispetto agli 11 miliardi di fine 2017 (+0,6%). Più in dettaglio, i conti correnti si attestano a 7,9 miliardi (+5,4% rispetto al dato a raffronto) con un’incidenza sul totale dell’aggregato pari al 71,6%, mentre i depositi a risparmio si attestano a 396 milioni, registrando un calo del 5,4%. Il comparto obbligazionario a 334 milioni dai 629 milioni di dicembre 2017 (-47%), con un peso percentuale sul totale dell’aggregato pari al 3%. La raccolta indiretta si posiziona a 4,5 miliardi, in crescita del 2,5% rispetto ai volumi di fine 2017; nel dettaglio, la componente gestita, che costituisce la parte preponderante dell’aggregato, cresce del 5,1% e si attesta a 2,9 miliardi, con i fondi comuni di investimento che raggiungono i 2,5 miliardi, in aumento del 6,6%. In crescita anche la componente assicurativa del ramo vita, che si avvicina ai 693 milioni (+6,1%).
Il patrimonio netto consolidato si attesta a 880 milioni, in calo di 344 milioni, per effetto dell’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9 in sostituzione dello IAS 39. Le differenze, scaturite dalla prima applicazione del principio, sono state contabilizzate al 1° gennaio 2018 in un’apposita riserva.
Risultati di gestione individuali del Banco di Sardegna S.p.A.
Con riguardo alle grandezze patrimoniali del Banco, la raccolta diretta da clientela si attesta a 11,1 miliardi, in lieve crescita rispetto agli 11 miliardi di fine esercizio 2017 (+0,6%). I finanziamenti netti verso la clientela si posizionano a 6,9 miliardi, in diminuzione di 823 milioni rispetto al dato del 31 dicembre 2017, per effetto del calo di oltre 580 milioni della componente deteriorata netta, a seguito della cessione di un portafoglio di sofferenze per un valore lordo contabile di 900 milioni. Nel dettaglio, i finanziamenti netti in bonis si posizionano a 6,3 miliardi (in calo del 3,7% sul dicembre 2017), mentre la componente dei crediti deteriorati netti scende a 566 milioni. L’indice di copertura dei deteriorati, dopo l’operazione di cessione, sale al 49%, rispetto al 46,6% di fine anno 2017. Le sole sofferenze sono presidiate da accantonamenti nella misura del 53,3%, mentre la copertura degli UTP è quasi raddoppiata salendo dal 23,8% al 44,4%.
Gli indicatori di solidità patrimoniale del Banco di Sardegna, nonostante la riduzione patrimoniale di 316 milioni riconducibile alla prima adozione (FTA) dell’IFRS 9, si mantengono elevati e largamente superiori ai requisiti normativi; CET 1 Ratio Phased-in al 32,28% e Tier 1 Ratio Phased-in al 33,31%.
Dal punto di vista reddituale, il margine di interesse si attesta a 158,1 milioni, in progressione del 3,8% rispetto ai 152,2 milioni del periodo a raffronto. Anche le commissioni nette, pari a 103,5 milioni, crescono del 5,1%. Il primo margine sale a 261,6 milioni, con un aumento di 10,9 milioni (+4,3%) su settembre 2017. I proventi della gestione finanziaria assommano, nel loro complesso, a 6,2 milioni rispetto ai 17,3 milioni del settembre 2017. Le rettifiche di valore nette per rischio di credito sono pari a 34,7 milioni, con un decremento di 40,4 milioni rispetto ai 75,1 milioni dei primi nove mesi del 2017. I costi operativi pervengono a 195 milioni, in marginale aumento (+0,7% pari a +1,4 milioni) per effetto di oneri straordinari “una tantum”.
Il risultato del periodo, al netto di imposte per 1,3 milioni, è pari a 36,5 milioni, a raffronto con la perdita di 1,1 milioni al 30 settembre 2017.
Principali fatti di rilievo intervenuti successivamente alla chiusura del periodo
In data successiva alla chiusura del periodo non sono emersi fatti significativi tali da influire sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca e delle sue controllate.
Evoluzione prevedibile della gestione
Il quadro macroeconomico nazionale e regionale nel quale il Banco di Sardegna opera, evidenzia per l’ultima parte dell’anno alcuni segnali di rallentamento della crescita invece riscontrata nella parte sin qui trascorsa. In questo contesto, la Banca, che conferma il solido inserimento nel territorio di riferimento, sta lavorando per sviluppare nuove iniziative di sistema a sostegno delle imprese e per stimolare la ripresa dei consumi delle famiglie.
Si prevede che la raccolta diretta continui a evolvere verso le componenti del risparmio gestito e dei prodotti assicurativi. La buona liquidità disponibile garantirà ampio spazio per finanziare la domanda di credito. Il margine d’interesse dovrebbe essere ancora condizionato dai bassi tassi di mercato mentre le commissioni proseguiranno nel trend di crescita grazie anche all’apporto dei ricavi provenienti dal risparmio gestito e dalle polizze.
Il Banco manterrà alta l’attenzione verso la qualità del servizio offerto al cliente grazie anche alla continua ricerca di azioni di miglioramento e di efficientamento dei processi interni. Dopo aver completato con successo l’operazione di cartolarizzazione di crediti non performing per un gross book value di 900 milioni, il Banco, che può contare su una forte solidità patrimoniale, proseguirà nell’azione di derisking al fine di rafforzare ulteriormente la qualità del bilancio, nell’ottica di un percorso virtuoso di crescita sostenibile.