Blue tongue. “Nell’attesa dello sblocco 2mila allevamenti del centro Sardegna, il 40% del patrimonio dei bovini da carne dell’Isola, sono a rischio”.
La denuncia arriva dalla Federazione Coldiretti Nuoro Ogliastra preoccupata per il nuovo blocco della movimentazione dei bovini imposto dopo che nel territorio di Teulada è stato rilevato per la prima volta in Sardegna il sierotipo 3 della blue tongue.“Per l’ennesima volta – evidenzia il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis – è stata estesa a dismisura la zona di sorveglianza con gravi conseguenze economiche per il nostro territorio.
Il nuovo sierotipo è stato rilevato nel teuladino, mentre è stata allargata la zona di sorveglianza fino al Nuorese dove sono presenti 2mila allevamenti e circa il 40 per cento dei bovini da carne di tutta la Sardegna, anche se a oggi non esistono casi di positività. Sarebbe stato sufficiente – specifica il presidente – monitorare il sierotipo circolante creando una zona cuscinetto circoscritta al territorio in cui è stato riscontrato”.
“E’ davvero difficile comprendere questo criterio, sarebbe opportuno pubblicare le motivazioni scientifiche di questa scelta – sottolinea il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra – che rischia di compromettere e far crollare i già precari bilanci degli allevatori costretti ad effettuare le analisi del sangue per la PCR che ha un costo di circa 25 euro a capo.
Inoltre il problema ben presto comprenderà anche il settore ovino, visto che sta già cominciando la stagione degli agnelli. Quelli che provengono dalla zona di sorveglianza non potranno, infatti, essere macellati in un territorio indenne come il Nord Sardegna per esempio”.
Coldiretti Nuoro Ogliastra si appella alla Regione affinché riveda immediatamente questi criteri. “E’ necessario l’immediato sblocco della movimentazione – dicono presidente e direttore – e il reperimento dei denari per ristorare i costi già sostenuti dagli allevatori per gli esami della PCR come chiesto da Coldiretti Sardegna, otre ad attivare il procedimento (ancora in stallo) dell’approvvigionamento dei vaccini per il sierotipo 3.
Inoltre è anche tempo di attivare celermente un sistema di prevenzione cosi come da noi più volte ribadito, che eviti queste situazioni che impongono perdite ingenti alle aziende zootecniche”.