Nell’ambito del programma “Migrazioni: Il valore della testimonianza diretta”, che ha visto la partecipazione di istituzioni, scuole e personaggi pubblici a confronto, abbiamo intervistato Enrico Puddu, funzionario di Asce Sardegna (Associazione Sarda contro l’Emarginazione), che nel 2016 ha lanciato un innovativo servizio di ascolto rivolto a quelle fasce deboli della popolazione le cui esigenze sono poco ascoltate, poco sentite.
Nel cuore di Cagliari, a pochi passi da Via Roma, si trova la sede di Asce Sardegna (Associazione Sarda Contro l’Emarginazione). Ad aprirci la porta Enrico Puddu, che da tempo si occupa di disbrigo pratiche e dello Sportello di Segretariato Sociale, attivo presso l’associazione dal 2016. Dalle parole di Enrico prendiamo coscienza della moltitudine di richieste da parte della popolazione giovanile migrante, spesso extracomunitari per assistenza sul rinnovo del permesso di soggiorno, che desiderano conoscere i loro diritti, le loro possibilità nel nostro paese.Qual’è la storia dell’associazione e la vostra mission?
“La nostra è un associazione di volontariato sarda nata nel 1988, dedita inizialmente al supporto delle popolazioni rom di Selargius. Negli anni ha rivolto il suo interesse principalmente all’inclusione, programmando iniziative per diverse popolazioni, anche e soprattutto italiani che vivono in quartieri popolari con difficoltà d’accesso ai servizi, con un occhio di riguardo a tutte quelle persone di cui lo Stato spesso si dimentica, dimenticandosi delle loro esigenze, delle loro necessità. Insieme per combattere l’emarginazione”.
300 milioni di euro che a regime saranno più di 700 milioni l’anno a disposizione dei territori per il sostegno ai più bisognosi, la rete della protezione e dell’inclusione sociale – organismo presieduto dal ministro del lavoro e delle politiche sociali e che riunisce gli assessori regionali e di alcuni comuni individuati dall’Anci, responsabili territoriali delle politiche sociali – ha così approvato, a marzo di quest’anno, il piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà. Il fondo povertà è permanente e salirà a 470 milioni dal 2020 e per gli anni successivi. Per la prima volta dalla riforma del titolo V della Costituzione, gli interventi e i servizi sociali acquisiscono la natura di livelli essenziali delle prestazioni. Quali sono i servizi che Asce Sardegna offre nell’ottica di contrasto alla povertà alla popolazione?
“Asce Sardegna, come moltissime altre associazioni, ha come intento quello di combattere la piaga sociale della povertà attraverso contributi tesi al raggiungimento di uno status quo, dove non c’è più una differenza abissale tra il ricco e il povero. Lo Sportello di Segretariato sociale è un servizio che conferma l’impegno dell’Asce sul territorio sardo in direzione di questi propositi. Siamo impegnati anche a livello politico, con l’attivazione di iniziative che favoriscono il venir meno di queste differenze”.
Il 29 maggio 2018 la pubblicazione delle linee guida per il triennio 2018-2020 concernenti le modalità di attuazione della legge regionale n. 18/2016 recante “reddito di inclusione sociale – fondo regionale per il reddito di inclusione sociale – ‘Agiudu Torrau’. Destinatari i nuclei familiari, anche unipersonali, comprese le famiglie di fatto conviventi da 6 mesi, di cui almeno un componente sia residente da un periodo non inferiore a 24 mesi nel territorio della regione. Qual’è l’impegno di Asce Sardegna nei confronti della famiglia e quali servizi mettete a disposizione per le famiglie in difficoltà economiche?
“Siamo partecipativi in tutte le battaglie che si tengono in nome e per conto della famiglia, i loro diritti, il loro benessere. Facciamo in modo che la voce di queste famiglie possa essere ascoltata dagli uffici preposti. Lo Sportello di Segretariato funge come interfaccia tra la famiglia e le istituzioni, creando un ponte di collegamento che favorisca, ad esempio, la velocità delle pratiche spesso rallentate dall’attuale burocrazia”
Hai accennato allo Sportello di Segretariato Sociale, di cosa si tratta?
“Questo servizio è parte di un progetto territoriale comprendente Sassari, Alghero e Nuoro e destinato ad estendersi ulteriormente. Abbiamo riscontrato che questo servizio favorisce sia le politiche interne all’associazione, sia l’assistenza su questioni più pratiche per i cittadini. Operiamo all’interno dell’Usb di Cagliari e disponiamo di diverse professionalità al fine di soddisfare ogni bisogno dell’utenza. Il servizio è rivolto a singoli o famiglie, italiane e non, che desiderino conoscere i propri diritti in relazione a specifiche situazioni. Ci occupiamo nello specifico di assistenza nella compilazione di moduli per i migranti che spesso non sanno parlare bene la lingua italiana, o assistenza sul rinnovo del permesso di soggiorno, disbrigo pratiche relative alle abitazioni Area”.
Asce Sardegna si rifà, fin dall’inizio, ai principi di pace e solidarietà con iniziative rivolte perlopiù alle popolazioni rom, curde e palestinesi, nella lotta per i loro diritti sul territorio sardo. Quali sono i prossimi progetti che intendete promuovere?
“Stiamo cercando di attivarci su più livelli. Abbiamo una collaborazione ventennale con l’Associazione Sardegna-Palestina e siamo molto interessati alle iniziative della rete Kurdistan-Sardegna. Rivolgiamo anche la nostra attenzione alle comunità senegalesi, del Pakistan, del Bangladesh che sono attualmente presenti sul territorio cercando di portare avanti la creazione di reti sociali. Pensiamo sia importante, in una società come quella odierna, facilitare una corretta informazione, per questo vorremmo includere, fra i nostri progetti, la creazione di un osservatorio contro le fake news”.
Daniele Fronteddu