Sarebbe stata una bambina di 10 anni, a provocare la sequenza di casi di morbillo registrati a Bari nelle ultime ore.
La bimba è ricoverata nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, i cui medici hanno accertato cinque casi della malattia, mentre tre, che riguardano adulti che hanno avuto a che fare con il nosocomio barese, sono in via di definizione.Secondo i sanitari la bambina avrebbe contagiato la sorellina e un altro bimbo, di appena 11 mesi, ricoverato al Giovanni XXIII per un’otite.
«Pare che il nesso, che in termini tecnici chiamiamo linkage, sia la frequentazione del reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico, dove è stato isolato il caso indice, quello da cui sarebbe partita la catena» ha spiegato a Repubblica la direttrice del laboratorio di Epidemiologia dell’università e centro di riferimento pugliese Maria Chironna.
Gli esami dovranno stabilire se il ceppo del morbillo è identico in tutti i contagiati, ma Chironna rileva che qualcosa è andato storto: «O non c’è stato l’isolamento della bambina che rappresenta il caso indice, oppure è stato poco efficace e le maglie si sono allargate».
L’ultima grande epidemia di morbillo si è diffusa in Italia, nel 2002, con oltre 40.000 bambini contagiati, più di 600 ricoverati in ospedale, 15 encefaliti e 6 decessi. Lo “Sportello dei Diritti” che si occupa anche di tutela della salute dei cittadini, porta all’attenzione del pubblico l’allerta di oggi, utile anche per chi si reca nei nosocomi ed in particolare nei reparti a rischio infezioni, anche per evitare il contagio da malattie o virus trasmissibili.
Perchè alla luce di tali dati, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è opportuno far evitare proprio ai più piccoli e agli immunodepressi le visite di cortesia a trovare amici e familiari presso gli ospedali.