Confcommercio:aumentati abusivismo e contraffazione in Sardegna, meno avvertiti rispetto alla media nazionale, furti, estorsioni e rapine
Torna l’appuntamento annuale con la Giornata di Confcommercio “Legalità, mi piace!”, giunta alla sua sesta edizione, incentrata sulle attività criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti.
Confcommercio per l’occasione ha realizzato, con il supporto di GfK Eurisko, un’indagine sulla criminalità che colpisce le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti.
I temi trattati dall’indagine, realizzata dal 24 settembre a fine ottobre, e alla quale hanno partecipato 4628 imprese attraverso un questionario online, sono: la percezione sull’andamento della criminalità (con riferimento a estorsioni, usura, furti, rapine, contraffazione e abusivismo), l’esperienza di minacce/ intimidazioni, per finalità di estorsione, indiretta e diretta; la natura delle minacce/intimidazioni; le risposte alla richieste estorsive; le misure di prevenzione e tutela adottate; le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza delle imprese; le percezioni sulle leggi che contrastano i fenomeni criminali e l’esperienza di taccheggio.
Dal quadro che emerge in Sardegna la situazione sarebbe migliore rispetto al resto d’Italia, la percezione di sicurezza per l’attività è peggiorata per il 9% degli intervistati, rispetto al 26% della media nazionale, e per l’88% del campione la situazione rispetto all’anno non si è modificata, dato maggiore rispetto alla media nazionale (67%). Tra i criminiin aumento al primo postoc’è l’abusivismo con il 47% , una percentuale più alta rispetto a quella nazionale (45%), e la contraffazione (il 34%, contro il33% a livello nazionale). Molto meno sentiti rispetto alla media nazionale invece i furti 17% (38% a livello nazionale) , le estorsioni 5% (15% in Italia) e le rapine 19%, sale al 27% in Italia.
Gli imprenditori che hanno subito atti di criminalità in Sardegna (4%) sono di meno rispetto al resto d’Italia (23%). L’81% degli imprenditori in Sardegna (82% in Italia) adotta almeno un’iniziativa per la protezione della propria attività nei confronti del racket e criminalità. Tra le misure di prevenzione e tutela, anche in Sardegna le più diffuse sono il ricorso a telecamere/impianti d’allarme (52%), in linea con la media nazionale (53%), il 33%, leggermente sotto la media nazionale (40%) ha stipulato un’assicurazione, il 23% (32% a livello nazionale) ha presentato una denuncia e il 24% si è rivolto a una vigilanza privata (27% in Italia).
Secondo il 65% degli imprenditori sardi (75% in Italia) le iniziative considerate più efficaci a garantire la sicurezza sono la certezza della pena. Il 56% ritiene che è necessaria una maggiore protezione sul territorio da parte delle forze dell’ordine (58% in Italia).
Ma soprattutto, il 29% (21% in Italia) vuole collaborare con le forze dell’ordine. Il 14%, sia a livello nazionale che regionale ritiene che siano efficaci gli interventi di enti locali per poliziotti di quartiere/polizia locale. Il 9% in Sardegna (6% in Italia) pensa che tra le iniziative più utili per la sicurezza della sua impresa ci siano maggiori interventi delle associazioni di categoria.
Come nel resto d’Italia (52%), anche in Sardegna (63%) la maggior parte delle persone che ha un’impresa ritiene poco efficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali. Secondo il 26% non sono per niente efficaci (37% in Italia), solo l’11% ritiene invece che lo siano abbastanza (9% in Italia), mentre nessuno in Sardegna pensa che lo siano molto (il 2% in Italia). Il 57% delle imprese sarebbe molto favorevole a un inasprimento delle pene (64% in Italia), il 36% ha risposto “abbastanza” (28% in Italia), poco propenso solo il 4% (6% in Italia), mentre in linea con il dato nazionale, solo il 2% ha detto che non sarebbe per nulla favorevole.
In Sardegna la maggior parte degli intervistati (56%) ritiene che probabilmente non si scontino realmente le pene per i crimini commessi (in Italia il 48%). Secondo il 19% “certamente no” (32% in Italia), secondo il 21% “forse/non lo so” (14% in Italia), solo il 4% ha risposto che forse si scontano (5% a livello nazionale), mentre nella nostra Isola nessuno è convinto che si scontino le pene, solo l’1% in Italia ha questa percezione.
Decisamente inferiore alla media nazionale (39%), il dato sardo (23%) che riguarda l’esperienza di taccheggio. Il 6% ha subito taccheggi una sola volta in 12 mesi (in Italia il 16%), il 18% l’ha subito più volte (23% a livello nazionale), mentre il 77% non ha subito mai un taccheggio (61% in Italia).
In sintesi i problemi più sentiti in Sardegna sono, secondo l’83%, l’eccessivo prelievo fiscale (66% in Italia), per il 55% la burocrazia (57% a livello nazionale), la criminalità (27%), quasi il doppio invece a livello nazionale (48%). La mancanza di lavoro secondo il 47% (46% a livello nazionale) e l’evasione fiscale (43%), dato superiore dispetto alla media nazionale (33%). Molto meno sentiti invece i problemi legati all’immigrazione (9%) rispetto alla media nazionale che sale al 29%. Il dato sale se si parla di povertà (36%), la media nazionale non supera 22%.
“Il quadro che emerge da questa indagine è esattamente quello che denunciamo da tempo”, ha detto il presidente regionale Alberto Bertolotti, “la nostra organizzazione é in costante coordinamento con le Forze dell’Ordine che svolgono un lavoro incessante.
Purtroppo però, nonostante la grande attenzione a contrasto dei fenomeni che si stanno configurando come un vero e proprio dramma sociale, i problemi legati all’abusivismo e alla contraffazione, continuano a colpire in maniera inaccettabile le nostre imprese. Questo non aiuta certamente il commercio, e quindi il turismo e i servizi della nostra Isola, ma neanche la salute dei consumatori, con un allontanamento dell’identità del prodotto made in Sardinia”.