Lettera aperta di Conflavoro Pmi in risposta agli attacchi ricevuti dalla Cgil. Noi siamo dalla parte delle imprese e dei loro lavoratori
Conflavoro Pmi: ogni nostra singola azione, ogni nostro singolo pensiero, compreso il forum Italia Economia & Lavoro, noi lo mettiamo in pratica per promuovere la produzione, la formazione professionalizzante e continua dei lavoratori, la crescita delle aziende affinché la piccola impresa di oggi diventi la media impresa di domani.
Al contrario di chi vorrebbe fomentare la divisione tra le parti sociali, al contrario di chi vive in funzione di steccati ideologici oggi senza alcun senso, noi siamo accanto a tutti quegli imprenditori che sono coscienti di come a fare grande l’impresa siano proprio i collaboratori.
Purtroppo da quando il sindacato, come la Cgil, si è messo a fare politica non per i diritti dei lavoratori, ma semplicemente per il diritto dei loro segretari e vertici di entrare in parlamento o di mantenere qualsiasi altro status quo, il ruolo e il peso del sindacato stesso si è completamente azzerato. Fermo poi chiamare a raccolta i loro iscritti per protestare contro leggi votate dai loro stessi ex segretari. Un corto circuito senza se e senza ma. Questo è approfittarsi della buona fede della gente.
Specie oggi che non c’è più necessità di lottare divisi. Specie adesso che è il momento del pluralismo, di una collaborazione fattiva tra le parti sociali e le istituzioni per superare insieme la crisi del lavoro facendola diventare un’occasione di rinnovamento e opportunità. È il momento, insieme, di andare avanti per dare al nostro Paese un presente di sviluppo, crescita e di LAVORO.
Questa parola è e dovrà essere il nostro comandamento. E i nostri contratti collettivi seguono questo comandamento. I nostri contratti creano lavoro, occasioni, opportunità e benefici per il lavoratore così come per l’imprenditore, ovverosia i due ingranaggi insostituibili del meccanismo impresa.
Il dumping vero In Italia lo realizzano quei sindacati che abbattono la possibilità per le imprese di assumere e formare i giovani, costretti spesso a scappare all’estero. Siamo ben contenti che oggi sia richiesta l’applicazione di quanto espresso 70 anni fa nell’articolo 39 della Costituzione.
Quello che ci fa sorridere è che una norma sui bilanci e sulla composizione numerica dei sindacati sia oggi proposta dalla stessa organizzazione che ha da sempre ostacolato la legislazione di merito, temendo di perdere un primato che mai come oggi è quanto di meno reale e sostanzialmente adatto ai tempi si possa avere.
La rappresentatività non è un modello mono-sindacale, questo deve essere chiaro a tutti. La libertà sindacale non può essere uccisa da nessuna organizzazione retrograda, nessun picchetto fuori da un teatro, nessuna circolare, nessuna nota di partito.
Servono i sindacati, eccome se servono. E noi di Conflavoro Pmi siamo sempre stati disponibili al dialogo, alla collaborazione, per creare un rapporto tra sindacati datoriali e dei lavoratori che possa essere di sviluppo alle singole imprese e al Paese.
Oggi qua lo ribadiamo. Ma non se questo tipo di sindacato vuole pretendere di vivere nel passato e andare contro a chi propone sistemi differenti. Conflavoro Pmi è dalla parte delle aziende e dei lavoratori. La voce che oggi si afferma è quella che viene dal Paese, di chi oggi è qua a parlare e ascoltare parole che sovrastano e scavalcano il muro di chi vorrebbe zittire le idee diverse che provengono da Conflavoro PMI.
Noi siamo al servizio della società e per la crescita dell’Italia e mai faremo picchetti e manifestazioni. Perché i diritti e i doveri noi li rispettiamo e li assolviamo, al contrario di chi non ha rispetto delle idee altrui e mira solamente a reclamare uno spazio che la storia, l’economia e il mondo reale non gli riconoscono più.