Il leader del Carroccio fagocita gli alleati di Governo e attrae nel suo polo di influenza la Destra una volta orbitante attorno a Forza Italia
di Marco Zonetti
Matteo Salvini piglia tutto. I sondaggi sono dalla sua parte, ampie frange del Paese mostrano di apprezzarlo, gli alleati di Governo ne subiscono la prorompente carica, gli alleati di coalizione un tempo orbitanti attorno a Forza Italia ora, afflitti da crisi esistenziale, si riorganizzano per restare rilevanti e poter finire nel polo di attrazione del leader del Carroccio.
Il tutto a discapito della forza politica fondata da Silvio Berlusconi, spiazzata dalla tenuta del governo giallo-verde e incapace di andare oltre il Cavaliere, quest’ultimo evidentemente stanco di uno scenario politico radicalmente mutato rispetto a quello che lo vedeva protagonista assoluto e incontrastato. Il fido Gianni Letta lo ha per giunta gelato, ribadendogli che l’esecutivo Lega-m5s non si scioglierà a breve, in quanto Salvini insegue un disegno egemonico. Prima di ripresentarsi alle urne, il leader leghista deve infatti assicurarsi che i grillini siano cotti a puntino, come progressivamente egli sta facendo con certosina diligenza, e assicurarsi la lealtà e l’eventuale appoggio del maggior numero di forze di Centrodestra alternative alla Lega.
I movimenti a Destra confermano questa dinamica di riposizionamento, come dimostrano le alleanze ritrovate tra Giorgia Meloni e Francesco Storace, alleanze strumentali a non lasciare alla Lega tutto il bacino di possibile consenso nell’area di riferimento, ma al tempo stesso utili a istituire un polo che, in occasione di prossime tornate elettorali, potrebbe appoggiare Salvini prima verso le urne e poi direttamente in Parlamento, con elargizioni di cariche e poltrone di rilievo.
In tutto questo, gli alleati grillini perdono terreno nei sondaggi, popolarità fra elettori e simpatizzanti e Luigi Di Maio vede la sua leadership spegnersi sempre più, minacciato all’esterno dal “pelo sullo stomaco” di quel politico navigato che è il Vicepremier leghista, e all’interno dalla fronda di Roberto Fico e dei parlamentari malpancisti oltre che dal ritorno di Alessandro Di Battista, pronto a fargli le scarpe e a raccogliere i cocci di un’eventuale caduta disastrosa del Movimento (che sarebbe facilmente ascritta all’inesperienza e alla smania di potere di Di Maio).
E a margine di tutto ciò, nel radere al suolo le ville abusive dei Casamonica, la ruspa di Salvini asfalta alleati di governo e di coalizione verso un’egemonia di consensi che, continuando di questo passo e se egli riuscirà a non commettere troppi errori, gli permetterà di presentarsi alle elezioni, questa volta al posto di Silvio Berlusconi quale leader del partito traino di un’eventuale coalizione di Centrodestra, vincendole a mani basse. Con tutto il potere da ciò derivante.