“Gramsci? Non mi interessa” al Teatro senza Quartiere di CagliariArte e nuove tecnologie si intrecciano in una drammaturgia originale in cui la figura e le opere di Antonio Gramsci sono analizzate da un punto di vista insolito, attraverso un puntuale raffronto tra le vicende personali e familiari, il contesto storico, la capacità di emergere attraverso l’intelligenza e il talento, la determinazione e il coraggio a dispetto dell’indigenza e delle difficoltà del quotidiano, del futuro fondatore del partito comunista e del Nazareno.
Un singolare accostamento che rivela inattese analogie e somiglianze tra due fanciulli e poi due uomini straordinari, il forte legame con le rispettive madri e la “crocifissione” attraverso il corpo, in una lettura simbolica della catarsi nel dolore, oltre che della supremazia dello spirito sulla carne, ma soprattutto mette in risalto le consonanze su una fede fondata sulla fratellanza degli uomini, sull’eguaglianza e la giustizia e un pensiero politico che mira ad eliminare le differenze e le discriminazioni sociali e la povertà materiale e morale.
“Gramsci? Non mi interessa. (Opera Istintiva)” nasce quasi per reazione ad una sollecitazione esterna, come risposta paradossale all’invito a confrontarsi con una delle personalità di spicco della cultura europea e mondiale tra Novecento e Terzo Millennio, con la ricchezza e le sfaccettature del pensiero gramsciano e i molteplici aspetti, dalla dimensione intima e privata all’impegno politico, dalla scrittura al giornalismo, fino alle recensioni teatrali, dalla riflessione filosofica alla puntuale analisi e alla amara e lucida comprensione della realtà.
Sotto i riflettori Gino Betteghella, la stessa Caterina Peddis, Carmen Porcu e Daniela Melis, per una pièce multimediale firmata Teatro Tragodia, impreziosita dalle musiche originali di Paolo Congia e dai disegni digitali realizzati dall’illustratrice Carol Rollo, con il video mapping curato da Michele Pusceddu che produce il cosiddetto “effetto WOW” con l’illusione ottica delle scenografie virtuali con animazioni tridimensionali.
“Gramsci? Non mi interessa. (Opera Istintiva)” si inserisce in in progetto “P.O.R. SCRABBLE lab” condiviso con AnfiteatroSud e Bocheteatro: nell’era della “realtà aumentata”, l’uso di strumenti come la penna grafica o il video mapping offre nuove e interessanti possibilità espressive per una nuova estetica teatrale.
Tra le menti più brillanti del ventesimo secolo, Antonio Gramsci rivive sulla scena in una partitura teatrale dove si fondono suoni, parole e visioni: le intuizioni politiche e gli spunti di denuncia sociale emergono con tutta la loro forza persuasiva, interpretati in chiave contemporanea a ritmo di trap, quasi a voler sottottolineare la modernità e lo sguardo profetico del grande intellettuale.
Uno spettacolo ironico e graffiante, a tratti perfino “sovversivo”, capace di instillare quel prezioso “ottimismo della volontà” con cui far fronte alla drammaticità del presente, in un’epoca di muri e confini, con popoli in fuga dagli innumerevoli conflitti “negati” o dimenticati, sull’orlo di un’immane catastrofe economica e ambientale, per ritrovare il senso della propria “umanità”. Una cifra inconsueta e sicuramente vicina alla sensibilità delle giovani generazioni per ricordare Gramsci senza scadere nella retorica delle celebrazioni ma esplorando, attraverso metafore e inediti accostamenti, le differenti linee del suo pensiero e l’urgenza di una politica attenta alle istanze di tutte le classi sociali, non secondo una logica di contrapposizione ma alla ricerca di un’armonia.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” proseguirà con un duplice appuntamento – sabato 1 dicembre alle 21 e domenica 2 dicembre alle 19 con “Il Veleno del Teatro” del drammaturgo spagnolo Rodolf Sirera, nella mise en scène del TeatroZeta de L’Aquila con Manuele Morgese e Salvatore Della Villa, per la regia di Brando Minnelli (dalla versione di Pino Micol). Un raffinato gioco metateatrale, costruito intorno ad uno spettacolo privato per il quale un aristocratico ingaggia un giovane attore affinché reciti, per lui solo, la scena della morte di Socrate. Un’ardua prova, la rappresentazione della fine della vita, per cui il nobiluomo richiede il massimo della verità, contraddicendo le regole della finzione così che il tema diventa una discussione filosofica, tra le opposte tesi di Denis Diderot e del marchese De Sade, sull’arte della recitazione.
Manuele Morgese terrà inoltre sempre al TsE di Is Mirrionis da martedì 27 a giovedì 29 novembre il laboratorio “Il Teatro come Vita”, un seminario intensivo sull’arte della recitazione mettendo a confronto differenti tecniche e stili interpretativi.
Visioni (fanta)scientifiche al TsE con “Io e Ganimede/ Viaggio immaginifico nell’Universo” del Teatro Impossibile in collaborazione con INAF/ Istituto Nazionale di Astrofisica – sabato 15 dicembre alle 21: una tranquilla notte sotto le stelle cadenti si trasforma, a causa di un inatteso blackout, nell’insolita avventura di quattro personaggi «bizzarri, curiosi, irsuti, sognanti». Focus sulle misteriose leggi che regolano il cosmo, rese in un certo senso più “familiari” e meno astruse e incomprensibili, ma non meno affascinanti nell’originale spettacolo diretto e interpretato da Elio Turno Athemalle, in scena con il chitarrista Giacomo Deiana e la cantante, compositrice e performer Rossella Faa e con Ignazio E.P. Porceddu (primo tecnologo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica).
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2018-19 ripartirà – sabato 16 marzo alle 21 – con “Voglio farvi piangere” – una “tragedia artigianale” di e con Elio Turno Arthemalle, un monologo spietato e incalzante in cui il protagonista si racconta in un estremo tentativo, forse, di rompere il muro della sua solitudine. Nel centro storico di una città di provincia, dove tutti finiscono con l’incontrarsi, lo sconosciuto ha già un nome e una storia, qualcuno lo ricorda da giovane. Un artista, dicono. Ora è un barbone. Una performance provocatoria, autoironica, perfino urticante, che mostra attraverso una sofferta e a tratti paradossale, iperbolica testimonianza tutta la brutale indifferenza della società, incurante dei suoi figli più fragili e incapace di comprendere la follia e il male di vivere.
Un dramma moderno, ispirato alle recenti cronache della Sardegna, per ricordare le vittime di una strage silenziosa: “L’Avvoltoio” di Anna Rita Signore – sabato 30 marzo alle 21 – nell’allestimento di Sardegna Teatro per la regia di César Brie (Premio Franco Enriquez 2018) ricostruisce sulla falsariga di un’inchiesta giornalistica la vicenda del Poligono di Quirra. In scena Emilia Agnesa, Daniel Dwerryhouse, Agnese Fois, Valentino Mannias, Marta Proietti Orzella, Luca Spanu e Luigi Tontoranelli, che prestano volto e voce ai protagonisti – alti gradi dell’esercito, esponenti della politica e periti decisamente “di parte” ma anche e soprattutto i familiari e i fantasmi di coloro che non ci sono più, uccisi da polveri sottili e residui bellici, segnati fin dalla nascita da strane mutazioni genetiche in un angolo (contaminato) di paradiso.
Ritratto di famiglia in un interno con “La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca – sabato 13 aprile alle 21 – nell’immaginifica mise en scène de L’Effimero Meraviglioso per la regia di Maria Assunta Calvisi, impreziosita dalle elaborazioni visuali di Giovanni Coda e dalle musiche di Corrado Aragoni. Sotto i riflettori Miana Merisi e Cristina Maccioni, Rita Atzeri, Luana Brocato, Francesca Cara, Renata Manca, Carla Orrù e Marta Proietti Orzella, che incarnano un universo squisitamente al femminile, un claustrofobico gineceo su cui regna con cupa severità Bernarda Alba. Metafora della dittatura del regime ma anche specchio di una società che relega le donne tra le mura di casa, in attesa dell’uomo che le libererà, sposandole, per condurle in una nuova prigione.
Uno sguardo sulle periferie urbane con “A-Mare / Marea” del Teatro dallarmadio– sabato 27 aprile alle 21 (fuori abbonamento): racconta un eden perduto, tra i ricordi di un’infanzia e un’adolescenza difficili e il profumo di salmastro, la pièce scritta e interpretata da Fabio Marceddu, che firma anche la regia a quattro mani con Antonello Murgia, con prologo ed epilogo visionario di Milena Agus. Il protagonista – nato nella tempesta – si confronta fin da bambino con l’ingenua cattiveria dei coetanei e con la legge del più forte, scopre l’amicizia e l’eros, riesce perfino a ritagliarsi un posto nel mondo – o almeno nel quartiere. Una storia poetica e crudele, tra il jazz di Alberto Pibiri e le musiche e canzoni originali di Antonello Murgia, per spiegare il fascino di una città con “il mare dentro”.
Il sipario di “Teatro senza Quartiere” 2018-19 si chiuderà su “O di uno o di nessuno” di Luigi Pirandello – sabato 11 maggio alle 21 – nuova produzione del Teatro del Segno con adattamento e regia di Stefano Ledda. La trama è nota: un singolare ménage à trois si interrompe quando la giovane donna, amante a pagamento, a turno, di due amici, rimane incinta nell’incertezza di chi dei due sia il padre. La maternità non voluta innesca una sorta di rivalità, con gli stereotipi dell’onore e dell’orgoglio virile, finché si stabilisce che, non potendo essere di entrambi, il nascituro verrà dato in adozione. In scena Rosellina Lo Nardo, Giorgio Piano, Sergio Mossa, Roberta Loddo, Massimo Pruna e Francesco Cittadini che interpretano i personaggi di una tragica farsa culminante nello struggente monologo di Melina, una dura invettiva contro i due amanti. «Poi solo pietà e silenzio».
Un interessante cartellone che intreccia parole, note e visioni nel palcoscenico “ritrovato” nel cuore di In Mirrionis per la terza stagione di “Teatro Senza Quartiere” che si inserisce nel ricco programma delle manifestazioni culturali del capoluogo con l’obiettivo di fare del TsE un punto di riferimento per artisti e compagnie oltre che per gli spettatori. L’arte come strumento per reinventare e rimodulare i paesaggi urbani in funzione degli abitanti, suggerendo inediti sguardi e metamorfosi di senso, per una riappropriazione dei luoghi impreziositi da antiche e nuove valenze simboliche.
Il TsE di Is Mirrionis ospiterà, oltre alla Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2018–2019 – e agli appuntamenti della Stagione di Teatro Ragazzi 2018-2019 del Teatro del Segno anche eventi e spettacoli, e in particolare il cartellone de “Il Terzo Occhio” – la vetrina sui linguaggi del contemporaneo organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
E poi laboratori, seminari, concerti, mostre, incontri e residenze creative, oltre a progetti rivolti agli adolescenti come “Cagliari 2018-19 – Rovinarsi è un Gioco” che ripartirà in gennaio dal 15 al 18 – tra le matinées per le scuole e una recita serale, venerdì 18 gennaio alle 21, aperta a tutto il pubblico, dello spettacolo “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico” seguito da un dibattito con esperti, psicologi e operatori del SerD.
Il progetto di InversaMente – a cura di Iolanda Mason – prevede un ciclo di incontri dedicati alle “Tecniche di Memoria”, alle “Tecniche di Lettura Veloce” e al “Metodo delle Mappe Mentali”, pensati per studenti e insegnanti, attori, musicisti e performers e per tutti coloro che vogliano “allenare il cervello” e migliorare le proprie capacità di memorizzazione e apprendimento.
Il laboratorio “Il Teatro come Vita” a cura di Manuele Morgese, uno dei protagonisti della stagione di “Teatro Senza Quartiere”: un seminario intensivo sulle tecniche e i diversi stili d’interpretazione teatrale (dal 27 al 29 novembre), pensato sia per chi volesse cimentarsi con un “novo percorso” sia per coloro che desiderassero avvicinarsi, per curiosità o per gioco, al mestiere dell’attore.
E infine il laboratorio permanente condotto dagli attori del Teatro del Segno che consentirà a ragazzi e adulti di iniziare, o proseguire per chi frequenterà la sezione avanzata, un percorso di incontro e approfondimento con le “tecniche di non recitazione”.
Il Teatro del Segno– tra dicembre e marzo – proporrà nel quartiere di Villanova nella sala di via Giardini 51 concerti, mostre e installazioni e performances – a partire dalla tranche invernale di “Suoni del Segno” mentre la prossima estate a Santu Lussurgiu e nell’Isola spazio al Festival “Percorsi Teatrali” che porta le arti e i linguaggi della scena nel “paese nel vulcano” (e non solo).
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2018-2019 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2022 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari e della Regione Autonoma della Sardegna, e la collaborazione preziosa con il main sponsor TECNOCASA di Roberto Cabras che sosterrà l’intero progetto quinquennale e il fondamentale supporto dello sponsor 2018 Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie al quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro.
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2022 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, l’AIDI/ Associazione Italiana di Illuminazione – Sardegna, il Teatro Tages, il Teatro Impossibile, Le Compagnie del Cocomero, L’Effimero Meraviglioso, Luna Scarlatta, Doc Servizi e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
www.teatrodelsegno.com – www.teatrotse.com