Bonifacio Angius conquista il pubblico: grande successo per “Ovunque proteggimi”, domani arriva nelle sale italiane e dell’isola
«Sono molto più emozionato oggi a Sassari che ieri a Torino. Presentare un film nella mia città per me è sempre qualcosa di speciale». Bonifacio Angius ha ringraziato così, martedì sera, il pubblico entusiasta che al Cityplex ha tributato a lui e ai suoi attori – Francesca Niedda, Alessandro Gazale e il piccolo Antonio Angius – lunghi minuti di applausi e una standing ovation piena di calore, affetto e ammirazione.
Dopo l’anteprima assoluta nei giorni scorsi al Torino Film Festival, dove ha conquistato critici e spettatori, “Ovunque proteggimi”, prodotto e distribuito da Ascent Film con il contributo del Mibact, della Regione autonoma della Sardegna e il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, secondo lungometraggio per il regista sassarese, ha commosso, divertito e convinto anche il pubblico di casa che lo ha sempre seguito in questi anni, fin dal mediometraggio “SaGrascia” del 2011 e poi con “Perfidia” del 2014, unica pellicola italiana in concorso al Festival di Locarno, e con il corto “Domenica” del 2016.
Da martedì “Ovunque proteggimi” è in programmazione al Cityplex di Sassari e da domani – giovedì 29 novembre – arriverà anche in altre sale dell’isola (a partire da Cagliari e Iglesias) e della penisola. Per Angius e il cast inizia ora un tour nazionale, che li porterà anche a Roma, Milano e Bologna.
Girato interamente in Sardegna – tra Sassari, la Basilica di Saccargia, Ploaghe, Porto Torres, Cagliari, il Poetto di Quartu Sant’Elena – con protagonisti sardi e una troupe quasi interamente isolana, come ha tenuto a sottolineare Bonifacio Angius, “Ovunque proteggimi” più che una storia d’amore è «una storia che parla d’amore, un film sulla famiglia fatto in famiglia, non solo perché gli attori protagonisti sono la mia compagna Francesca Niedda, mio figlio Antonio e Alessandro Gazale, che considero come un mio parente stretto – ha sottolineato il regista – ma anche perché il film rispecchia la mia idea di solidarietà tra esseri umani che sarebbe troppo riduttivo definire, come vuole la società, “sbandati “o “marginali”».
Alla fine della proiezione a Sassari, Angius ha chiamato accanto a sé il cast al completo e ha risposto alle domande degli spettatori, che hanno voluto sapere in particolare come nascono le sue storie, capaci di parlare a un pubblico ampio senza mai rinunciare, però, a una cifra stilistica forte e originale.
«Quando faccio un film – ha detto il regista sassarese – non ho la presunzione di voler mandare dei messaggi, non parto dai temi, ma dai personaggi. Quello di Alessandro Gazale racchiude probabilmente tutti i personaggi maschili cinematografici che ho amato di più. Da Zampanò de “La strada” di Fellini, per la rudezza e la fragilità al tempo stesso al Randle McMurphy di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Forman, per l’impulsività e l’ironia cinica, al primo Rocky Balboa, per quel cuore grande e ingenuo». Un mix irresistibile di forza e fragilità è anche il personaggio interpretato da Francesca Niedda.
«Per costruirlo – ha spiegato l’attrice – abbiamo guardato anche alla Cabiria di Fellini, alla sua solitudine e alla sua grinta. Però è anche un personaggio nato tra le mura domestiche, e almeno in parte cucito su di me».
Questa la sinossi del film: Alessandro indossa la sua camicia porta fortuna, luccicante, una bomba. Non li sente i suoi cinquant’anni. Dopo aver cantato per un pubblico poco riconoscente, come tutti i sabato notte, fa mattina al Blu Star Disco. E quando all’alba si vede rifiutare da sua madre i soldi necessari per fare il gradasso con delle ragazzine, Alessandro perde la testa.
Dopo una vita sprecata davanti ad una slot-machine a pontificare sbronzo dalla mattina presto e sperare nella fortuna di un gratta e vinci, non avrebbe mai immaginato che l’amore potesse tornare a fargli visita. In una corsia d’ospedale. È qui, che il nostro Alessandro incontra Francesca. Grandi occhi verdi, malinconici e luminosi, i modi spontanei di una bambina.
I biglietti della nave in tasca, per lei e per Antonio, cinque anni appena, e una faccina da pubblicità del cioccolato al latte. Ad agosto la Sardegna è un’esplosione di luce bianca, di cemento rovente, di campagne dorate, di mare che luccica in lontananza. Alessandro e Francesca sono finalmente fuori dall’ospedale, in viaggio verso un’ultima occasione.