Il “Mater Olbia Hospital” aprirà i primi ambulatori a dicembre, mentre a marzo del prossimo anno saranno resi operativi tutti i reparti. A confermarlo è Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Gemelli, partner scientifico della “Qatar foundation” nel progetto Mater Olbia.
Speriamo che, almeno stavolta, le parole trovino conferma con i fatti. Intanto, nel frattempo, i nodi da sciogliere, prima della definitiva apertura, sono diversi e rappresentano uno scoglio non facile da superare.Il primo, ad esempio, è connesso all’accreditamento regionale ancora da erogare, ma che, secondo l’Assessore Arru, non rappresenta un aspetto insormontabile, poiché c’è da concludere un passaggio tecnico e tutto sarà risolto. Non ha specificato, tuttavia, che l’accreditamento sta arrivando solo per gli ambulatori, ma non per l’intera struttura.
Michele Cossa e Franco Meloni, esponenti dei “Riformatori”, in proposito hanno chiarito che “agli uffici regionali non è neppure pervenuta la domanda”. E’ una tesi questa, sostenuta da tempo anche dal membro della Commissione Sanità in Consiglio Regionale, Giorgio Oppi (UDC). Per la Giunta Pigliaru, comunque, rappresenta un bel grattacapo il reperimento dei 60 milioni garantiti, a suo tempo, alla Fondazione Qatar.
Un altro problema piuttosto serio, a prescindere dagli aspetti economici, si è aggiunto in questi giorni, ed è relativo ai parcheggi di pertinenza della struttura sanitaria privata realizzati dalla ditta Mazzone S.a.S. la quale vanta un credito non onorato di 918.817mila euro nei confronti della “E.C.F. Group S.p.A.” di Roma, società aggiudicataria dell’appalto per la realizzazione dell’intera struttura. . La ditta Mazzone, pertanto, costatato che l’azienda fiorentina ha fatto cadere nel vuoto tutti i solleciti, ha inoltrato al Tribunale di Tempio richiesta di emissione di un decreto di sequestro conservativo dell’intera area riservata ai parcheggi, per l’ottenimento del saldo delle proprie competenze.
D’altronde, la ditta Mazzone, fino a quando non incasserà l’intero saldo, non rilascerà alcuna certificazione per il collaudo dei parcheggi. Lecito chiedersi, a questo punto: una volta che scatterà il sequestro conservativo dell’area, dove andranno a parcheggiare i propri automezzi medici, infermieri, l’equipe sanitaria e parenti dei ricoverati? Sembra, tra l’altro, che anche altre ditte artigiane attendono di ricevere il saldo per lavori eseguiti all’interno della struttura ospedaliera Qatariota.
Sono tutti aspetti, anche questi ultimi, di non facile soluzione, anche perché la famiglia dell’Emiro Altani pare abbia deciso di non intervenire con ulteriori finanziamenti. Ed allora, pur prendendo atto degli impegni assunti da Giovanni Raimondi e dall’Assessore Arru, l’apertura del “Mater Olbia Hospital” avverrà in maniera alquanto problematica, considerando che la mancanza di parcheggi, per una struttura del genere rappresentano un ‘elemento fondamentale dal punto di vista operativo.
In tanti, ad Olbia e non solo, paventano che parte dei 60 milioni garantiti dalla Giunta Regionale, una volta accreditati, siano utilizzati per sanare i debiti e anche per l’acquisto di attrezzature sanitarie. Nel caso, appunto, si intervenisse in tal senso, dal punto di vista amministrativo, si tratterebbe di operazioni regolari? Non resta che attendere, dunque, i due appuntamenti di dicembre prossimo e del marzo del 2019, per capire tutti i retroscena politici e finanziari legati al “Mater Olbia Hospital”.