Il Natale è alle porte ed in questo periodo dell’anno ci si inizia a guardare intorno per capire come prepararsi alla festività soprattutto in riferimento ad alcune sue usanze tipiche; nello specifico si parla di addobbi natalizi e di albero di natale soprattutto.
La scelta di base è sempre la medesima e si muove su una strada duplice che prevede la possibilità di utilizzare un albero di natale artificiale oppure un abete vero. Quale sia la scelta più giusta anche parlando dal punto di vista ecologico non è facile saperlo: di primo impatto potrebbe sembrare opportuno rivolgersi a modelli finti, in plastica, onde evitare di acquistare un albero vero che viene ovviamente spiantato da qualche parte e che, il più delle volte, a fine festività termina in qualche cassonetto.
Di contro anche gli alberi di natale artificiali presentano punti di criticità, su tutti il fatto che inquinano di più dato che impiegano in media circa 200 anni per degradarsi. Ed allora in che modo operare la scelta? È una questione di coscienza come sempre ed ad influire è più che altro il ‘come’ ci si muove.
Iniziamo dicendo che in Italia oltre il 60% delle famiglie opta per soluzioni sintetiche, quindi alberi di natale di plastica che durante tutto l’ano sono riposti in cantina per essere poi tirati fuori in prossimità dell’arrivo del natale. Per anni questa è stata considerata la scelta migliore anche se ultimamente c’è chi ha posto la questione dello smaltimento degli alberi in plastica partendo proprio dai tanti anni che sono necessari.
Prendere un albero vero se da un lato può sembrare una forzatura, dall’altro è un qualcosa che aiuterebbe l’ambiente dato che si sostiene l’economia riferita ad aziende che coltivano abeti ed anche l’ambiente, dato che acquistando abeti veri si contribuisce a combattere l’effetto serra dato che in fase di crescita hanno assimilato CO2 atmosferica.
Ma optando per questa soluzione, degli alberi veri, le foreste, si chiedono gli scettici, non vengono danneggiate? In teoria ci sarebbero regole piuttosto severe alla base del meccanismo e che sono dettate dal Corpo Forestale dello Stato. E c’è chi dovrebbe poi vigilare su tali norme. Ma come sempre in Italia il rischio di illegalità è piuttosto elevato. Non a caso una delle piaghe relative alla scelta dell’albero di natale la si può riscontrare proprio a fine festività, girando per le grandi città e notando i tanti alberi veri che vengono abbandonati in prossimità dei cassonetti.
Ecco quindi che torniamo al discorso di partenza, ovvero che anche la scelta dell’albero è una questione etica e che prima di capire quale sia la soluzione migliore tra vero ed artificiale si deve comprendere che è il singolo comportamento a cambiare le carte in tavola.
La scelta di base è sempre la medesima e si muove su una strada duplice che prevede la possibilità di utilizzare un albero di natale artificiale oppure un abete vero. Quale sia la scelta più giusta anche parlando dal punto di vista ecologico non è facile saperlo: di primo impatto potrebbe sembrare opportuno rivolgersi a modelli finti, in plastica, onde evitare di acquistare un albero vero che viene ovviamente spiantato da qualche parte e che, il più delle volte, a fine festività termina in qualche cassonetto.
Di contro anche gli alberi di natale artificiali presentano punti di criticità, su tutti il fatto che inquinano di più dato che impiegano in media circa 200 anni per degradarsi. Ed allora in che modo operare la scelta? È una questione di coscienza come sempre ed ad influire è più che altro il ‘come’ ci si muove.
Iniziamo dicendo che in Italia oltre il 60% delle famiglie opta per soluzioni sintetiche, quindi alberi di natale di plastica che durante tutto l’ano sono riposti in cantina per essere poi tirati fuori in prossimità dell’arrivo del natale. Per anni questa è stata considerata la scelta migliore anche se ultimamente c’è chi ha posto la questione dello smaltimento degli alberi in plastica partendo proprio dai tanti anni che sono necessari.
Prendere un albero vero se da un lato può sembrare una forzatura, dall’altro è un qualcosa che aiuterebbe l’ambiente dato che si sostiene l’economia riferita ad aziende che coltivano abeti ed anche l’ambiente, dato che acquistando abeti veri si contribuisce a combattere l’effetto serra dato che in fase di crescita hanno assimilato CO2 atmosferica.
Ma optando per questa soluzione, degli alberi veri, le foreste, si chiedono gli scettici, non vengono danneggiate? In teoria ci sarebbero regole piuttosto severe alla base del meccanismo e che sono dettate dal Corpo Forestale dello Stato. E c’è chi dovrebbe poi vigilare su tali norme. Ma come sempre in Italia il rischio di illegalità è piuttosto elevato. Non a caso una delle piaghe relative alla scelta dell’albero di natale la si può riscontrare proprio a fine festività, girando per le grandi città e notando i tanti alberi veri che vengono abbandonati in prossimità dei cassonetti.
Ecco quindi che torniamo al discorso di partenza, ovvero che anche la scelta dell’albero è una questione etica e che prima di capire quale sia la soluzione migliore tra vero ed artificiale si deve comprendere che è il singolo comportamento a cambiare le carte in tavola.