Conflavoro Pmi, la confederazione delle piccole e medie imprese presieduta da Roberto Capobianco, ha ottenuto già un mese fa l’interessamento dell’imprenditore di Torino Mario Burlò, della OjSolution, con un organico di oltre 2mila dipendenti, all’acquisizione dell’azienda lucchese calzaturiera Nora-Spirale, i cui 42 lavoratori saranno licenziati dopo il 31 dicembre 2018 ovverosia alla chiusura dello stabilimento di Monsagrati, la cui produzione sarà trasferita in Trentino. La notizia, finora tenuta riservata non per volere di Conflavoro Pmi, ma per rispetto dei rappresentanti istituzionali che lo avevano espressamente richiesto al presidente Capobianco, oggi non può più rimanere nascosta a causa di una situazione che, sempre più, sta assumendo i contorni della farsa e della strumentalizzazione politica e sindacale ai danni di 42 famiglie.
E’ lo stesso Roberto Capobianco a svelare come si sono svolti i fatti e ha scelto di farlo dopo che la Cgil, in piazza il 9 novembre contro Conflavoro Pmi e il forum Italia Economia & Lavoro al teatro del Giglio, ha deliberatamente coinvolto nella protesta proprio gli inconsapevoli e incolpevoli lavoratori della Nora-Spirale. Una protesta, secondo Conflavoro Pmi, senza costrutto e messa in scena solo per la mera conservazione di privilegi sindacali fuori da ogni logica, una protesta ingiustificabile non per il sacrosanto diritto di manifestare, ma proprio perché ha approfittato della buona fede dei lavoratori della Nora-Spirale. I quali – e lo sottolinea un video in possesso di Conflavoro Pmi, girato da George Bonatsos di Lollipop Think Tank – non solo non erano assolutamente interessati al teatrino allestito dai dirigenti Cgil, ma erano davanti al Giglio soltanto per chiedere a Conflavoro Pmi una speranza per il futuro vedendola come il nuovo che avanza.
“Mai mi sarei permesso di strumentalizzare delle persone con un problema simile solo per un gioco politico – afferma Capobianco – confondendo i pensieri dei lavoratori disperati, sfruttandoli mediaticamente, portandoli in piazza per motivi ben lontani da quelli per cui pensavano di essere lì. E invece c’è chi l’ha fatto, cioè la Cgil. Quando ho ricevuto il video, purtroppo il forum Italia Economia & Lavoro era già terminato, altrimenti non solo avrei fatto entrare i lavoratori della Nora-Spirale al Giglio, ma li avrei fatti salire sul palco per un appello alle istituzioni. E che siamo disposti ad aiutarli ho avuto modo di ribadirlo anche a una giornalista della Gazzetta di Lucca ben prima di vedere il video, quando ancora pensavo che anche loro fossero in piazza contro di noi”.
“Quindi mi scuso personalmente con queste 42 famiglie – continua Capobianco – ma a nostra parziale scusante possiamo dire che lo staff di Conflavoro Pmi era stato giustamente invitato dalle forze dell’ordine a rimanere lontano dalla protesta della Cgil. Però il segretario Rossano Rossi, che ha i nostri contatti, che abbiamo invitato più volte in sede per presentarsi e parlare dei problemi dei lavoratori di Lucca, lui lo conosceva benissimo il motivo reale per cui i ragazzi della Nora-Spirale erano lì. E la Cgil non ha comunque fatto nulla per aiutarli. Nulla. Spero che tutti quanti se lo ricordino, ma soprattutto queste 42 famiglie che non si arrendono nonostante tutto”.
“Ecco – incalza Capobianco – alla Cgil che si sgolava nel gridare la parola ‘vergogna’ agli imprenditori intervenuti da tutta Italia al nostro forum, voglio dire: ma non vi vergognate a sfruttare queste situazioni per avere risalto mediatico? Ma non vi vergognate a portate avanti una lotta di classe che non esiste più? In piazza ho sentito urlarci contro ‘padroni’. Padroni? Di cosa stiamo parlando? Noi siamo imprenditori consci e fieri del fatto che un’impresa, oggi, possa funzionare solo se i suoi lavoratori sono messi al centro, solo se sono considerati il fulcro di questo fragile meccanismo chiamato lavoro”.
“Padroni? Forse i veri padroni siete voi della Cgil – attacca il presidente di Conflavoro Pmi – che approfittate della povera gente, la portate in piazza promettendo chissà cosa e poi non fate nulla per risolvere i loro problemi. Siete voi i padroni moderni, che forse sperate di rivedere al potere un vero padrone così che la vostra lotta sociale rinsavisca e abbiano una giustificazione i vostri privilegi economici, come le pensioni d’oro dei 18mila sindacalisti figlie dell’ingiusta legge 564/1996”.
Nonostante i dirigenti della Cgil abbiano manipolato i lavoratori, infatti, Conflavoro Pmi è dalla parte di chi crede ancora nel sindacato e ha voglia di creare un confronto, un dialogo e ha bisogno di aiuto, come nel caso della Nora-Spirale. Quindi Conflavoro Pmi è pronta a un incontro sereno e costruttivo sui temi del lavoro e non sulle vicende politiche ed economiche legate soltanto ai privilegi dei dirigenti della casta dei sindacalisti. L’obiettivo sempre presente è quello di abbattere il muro di scontro che certi sindacati creano tra aziende e lavoratori.
“Adesso – conclude Capobianco – visto che il messaggio di Conflavoro Pmi non ha raggiunto velocemente i tavoli istituzionali, questa mattina in accordo con Mario Burlò ho dato incarico al responsabile nazionale dell’Ufficio Crisi Aziendali di Conflavoro Pmi di inviare comunicazioni al ministero dello Sviluppo economico e alla Divisione VI del ministero del Lavoro, per una convocazione urgente al tavolo inerente alla situazione della Nora-Spirale e personalmente contatterò il ministro Luigi Di Maio per informarlo sui fatti. E intanto ai lavoratori dello stabilimento di Monsagrati dico grazie per il loro emozionante messaggio ricco di speranza per un futuro oggi più incerto che mai. E do ancora una volta tutta la mia piena disponibilità a incontrarci, a discutere e a unire le forze per cercare una soluzione reale e concreta alla loro crisi. Basta perdite di tempo. Basta”.
La cronologia dei fatti
“Il 15 ottobre – spiega Roberto Capobianco – Conflavoro Pmi presenta, in conferenza stampa presso la sala degli specchi del comune di Lucca, un percorso di formazione per disoccupati finalizzato all’assunzione nel metalmeccanico. A margine, con Roberto Guidotti inizio a parlare della vicenda Nora-Spirale e il consigliere mi spiega che lui e il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti stanno seguendo personalmente la vicenda di questa crisi aziendale molto difficile da superare. Guidotti, persona lungimirante e di grande esperienza sindacale, mi chiede quindi se con le aziende associate a Conflavoro Pmi, che nel calzaturiero rappresenta le maggiori realtà del territorio, sia possibile qualche prospettiva lavorativa per i 42 lavoratori che rischiano il licenziamento”.
Ed è così che due giorni dopo, il 17 ottobre, il presidente di Conflavoro Pmi incontra Mario Burlò, importante imprenditore torinese a capo di un consorzio di aziende operanti in svariati settori economici con oltre duemila dipendenti. Roberto Capobianco gli espone la situazione della Nora-Spirale e gli propone di interessarsi all’acquisizione dell’azienda, spiegandogli le criticità in essere e la situazione paradossale creata da politiche regionali da sempre contrastanti sul territorio nazionale. “Un corto circuito – sottolinea Capobianco – che anche stavolta sfocia in un trasferimento aziendale in un territorio che offre condizioni più vantaggiose. Ma attenzione: viva la libertà imprenditoriale! Perché il problema non deriva certo dalla grande proposta e dall’aiuto della provincia di Trento, anzi. Chi crea occupazione con incentivi deve essere preso a esempio, non condannato. Magari succedesse anche in Toscana”.
Sempre durante la mattina del 17 ottobre, nella sede di Confindustria l’azienda Nora-Spirale ribadisce la sua volontà di trasferimento in Trentino, dunque alle 14:30 dello stesso giorno Capobianco convoca nella sede di Conflavoro Pmi Guidotti e Bonfanti per farli incontrare con Burlò.
“Una riunione – ricorda Capobianco – molto concreta. Burlò, dopo la presentazione, esprime la volontà di analizzare la documentazione aziendale, lo stato dei fatti, i locali, le attrezzature e chiede di poter incontrare l’azienda per confrontarsi e presentare la sua eventuale proposta di acquisizione. Di più: si ipotizza nella riunione la possibilità di far decollare l’azienda da subito e Burlò chiede ai presenti un eventuale aiuto per le prime commesse, vista la presenza a Lucca di numerosi calzaturifici”.
Conflavoro Pmi, che rappresenta le maggiori aziende del territorio nel settore calzaturiero, dà subito il suo consenso e si rende parte attiva rassicurando Burlò nelle sue richieste per la partenza della produzione. Guidotti e Bonfanti, a quel punto, chiedono espressamente di tenere la notizia riservata per non interrompere i passaggi purtroppo tipici di queste drammatiche situazioni, che vedono istituzioni, sindacati e associazioni discutere nel cercare di impedire la chiusura e il licenziamento collettivo.
“Oggi a distanza di un mese – conclude Capobianco – nessuna novità è intercorsa. Nel frattempo ho chiaramente richiamato Guidotti dopo qualche giorno dall’incontro del 17 ottobre per sapere se avessero fissato l’ incontro con l’azienda, ma come risposta ho di nuovo ottenuto la richiesta di attendere ancora un po’ prima di divulgare la notizia di Burlò. Ma dopo il tentativo della Cgil di politicizzare la questione della Nora-Spirale portando invano – anzi, ritorcendosi loro contro – i lavoratori della Nora-Spirale in piazza il 9 novembre davanti al teatro del Giglio, non è davvero più possibile aspettare. Non dopo una protesta, ribadiamo, creata ad hoc dalla Cgil per mantenere un loro status quo e messa in scena contro l’unica associazione datoriale, Conflavoro Pmi appunto, che sta lavorando per queste 42 famiglie e che in due giornate ha trovato un imprenditore disposto a intervenire per rilevare l’azienda”.