Prende avvio giovedì 15 Novembre 2018 alle ore 20:30, la 16° Edizione della Rassegna “La Sardegna dei Teatri 2018/2019”, curata dalla Compagnia Bocheteatro e da Ce.D.A.C. Sardegna – Centro di Diffusione Attività Culturali, presso lo Spazio/Teatro Bocheteatro sito in Via Trieste n. 48 a Nuoro. E’ nel segno della contemporaneità il cartellone proposto per la nuova Stagione teatrale 2018/2019.
Si apre la stagione teatrale con il progetto “Teatro Abitato” che sottolinea la volontà di “aprire” gli spazi del Teatro al pubblico e alla città in coerenza con la strada intrapresa in questi ultimi anni.
Il primo spettacolo in programma, giovedì 15 Novembre 2018 alle ore 20:30, sarà “Colpevoli di viaggio” scritto e interpretato da Monica Corimbi, produzione Bocheteatro.
Musiche di Gianpaolo Selloni / Video Laura Mascia / Progetto di Videomapping Pierluigi Manca / Luci Gianluca Usala
Buone cause arrivano in televisione munite di conto corrente, da casa si effettua il versamento e avanti il prossimo. La tendenza generale è evitare incontro tra chi dà e chi ha bisogno. La tendenza generale è la sterilizzazione dei rapporti. Uno schermo, un preservativo universale protegge dal contagio.
Ma il dare e il ricevere non sono solo voci di partita doppia. Passare sul marciapiede dove una persona è ferma a chiedere, essere spesso alla prova di aiutare o no: c’è chi nega per principio, chi invece dà comunque qualcosa a chiunque senza soppesare lo stato di bisogno, e tra questi due bordi ci sono i molti di noialtri che rispondono bene o male secondo umore, fretta, disponibilità di spiccioli.
La necessità bussa dai suoi luoghi e chiede incontro lì, sul marciapiede, nelle corsie d’ospedale, nelle celle stivate di senza famiglia e senza terra, sulle spiagge degli sbarchi. Lì chiede incontro e lì è difficile stare. Difficile è il contagio con la disuguaglianza, la perdita di libertà, la mancanza di fraternità. Dare è difficile perché implica contatto da persona a persona.
Il meccanismo di rastrellamento fondi per buone cause via televisione sopprime il rischioso beneficio dell’incontro e dell’esperienza. Senza del quale il dare è come il voto: una delega ad altri per agire in conto terzi. Dare si riduce a una voce di spesa, a una stretta di mano con un guanto. Dare senza guardare in faccia a chi: è una delle tante dimissioni dai rapporti umani.
Si prosegue il 21 Novembre 2018 con lo spettacolo “Una giornata particolare” Compagnia Teatro d’Inverno – SardaMovie adattamento e regia di Giuseppe Ligios / con Giuseppe Ligios – Elisabetta Detori
Ispirato alla sceneggiatura di Scola e Maccari, il testo è una Commedia perfetta. Un ambiente chiuso, due protagonisti, due storie umane che si incontrano in uno spazio comune in cui sono “obbligati” a restare prigionieri. Fuori il mondo, la storia, di cui ci arriva l’eco dalla radio che esalta l’arrivo a Roma del Führer della Germania nazista nell’Italia fascista del 1938. Un grande evento che fa da sfondo a due piccole storie personali, in una giornata che sarà particolare per tutti: per Gabriele, per Antonietta, per la sua famiglia che si reca alla parata, per gli Italiani che festeggiano l’incontro tra Mussolini e Hitler, senza sapere quanto fatale sarà per i destini del Paese.
I due personaggi, grazie al loro incontro, cambiano, si trasformano scoprendo una parte nuova di sé stessi, modificano il loro sguardo sulla realtà che li circonda. Antonietta, asservita ai figli e al marito, grazie a Gabriele mette in discussione le sue certezze sul regime, inizia a dubitare sulle verità propagandate dal fascismo, acquista maggiore rispetto di sé stessa, assapora un modo diverso di stare con un uomo.
Gabriele, annunciatore radiofonico licenziato dalla IAR (attuale RAI) perché omosessuale, e in procinto di essere spedito al confino, costretto tutta la vita a fingere e a nascondersi, con Antonietta finalmente si sente libero, esce allo scoperto, per la prima volta si sente accettato, apprezzato e amato per quello che è. Ignorante e sottomessa lei, colto e raffinato lui, apparentemente diversissimi, si sentono, si annusano, si riconoscono. sono due umiliati, due calpestati, sono due ultimi.
La loro è una storia, purtroppo sempre attuale, di coloro che non hanno voce, spazio, rispetto, e sui destini dei quali cammina con passo marziale la storia. Sulla scena i personaggi di Antonietta e Gabriele si muovono in un ambiente sospeso, indefinito, un non-luogo fatto da luci ed ombre in cui il tempo è scandito dal ticchettio di una sveglia – che tanto ricorda il passo di truppe in parata – ed echi lontani di musichette di regime confuse con echi di voci sempre più lontane di un marito-padrone, quello di Antonietta, dei suoi sei figli, e di una portinaia che irrompe prepotente a ricordare il credo fascista!
Giovedì 06 Dicembre 2018 “Finché Lei non ci separi” di e con Annalisa Zedde e Mauro Sollai
con Annalisa Zedde, Mauro Sollai, Andrea Andrillo (voce e chitarra) Regia di Andrea Zucca
Commedia brillante in unico atto, scritta e interpretata da Mauro Sollai e Lisa Zedde, con la regia di Andrea Ibba Monni e colonna sonora di Andrea Andrillo.
Lisa e Mauro sono sposati da dieci anni e non hanno avuto figli. La loro relazione si caratterizza per una forte complicità nonostante la rilevante differenza di carattere.
Lisa è ossessiva-compulsiva e per questo segue una terapia di gruppo da uno psicoterapeuta, Mauro è svagato, allegro e leggero.
Lisa, a seguito di accertamenti medici, scopre di avere una grave malattia e che le resteranno non più di sei mesi di vita; presto la malattia degenererà al suo stadio terminale. Decide tuttavia di non rivelare al marito questa circostanza e, anzi, lo convince della necessità di giungere alla separazione per via di, a suo dire, insuperabili problemi della coppia.
L’intera commedia si svolge nella sala d’attesa dello psicoterapeuta che assiste la coppia nel percorso di separazione.
Nell’attesa, Lisa e Mauro, ricordano i periodi più divertenti della vita matrimoniale e riscoprono una complicità mai realmente venuta meno. Ma Lisa è ferma nella sua volontà di separarsi. Tutto cambia quando il suo segreto viene casualmente scoperto dal marito.
La malattia, pur essendo una presenza costante non riesce ad assurgere al ruolo di protagonista e deve inevitabilmente cedere il passo all’amore perché “un giorno d’amore non va sprecato”.
Domenica 16 Dicembre 2018 “Questioni di cuore” con Lella Costa da un’idea di Aldo Balzanelli
Le “lettere del cuore” di Natalia Aspesi sul Venerdì di Repubblica diventano uno spettacolo. Un viaggio attraverso la vita sentimentale e sessuale degli italiani nel corso degli ultimi trent’anni. I tradimenti, le trasgressioni, le paure, i pregiudizi. Migliaia di storie intorno all’amore e alla passione che, incredibilmente, non cambiano con il passare dei decenni e l’evoluzione del costume. Dalla ragazzina infatuata per un uomo tanto più grande di lei, alla donna che ama essere picchiata, dalla signora che s’innamora di un sacerdote, alla moglie tradita e abbandonata, dal giovane che si scopre gay, al maschio orgoglioso della sua mascolinità. Tutti hanno imbracciato la penna (più recentemente la tastiera del pc) per scrivere a Natalia Aspesi chiedendo un consiglio, un parere. E le risposte, argute, comprensive, feroci, spesso sono più gustose delle domande. A dare voce sul palco a questa corrispondenza LELLA COSTA in un gioco di contrappunti tra botta e risposta che raggiunge tutte le sfumature, i diversi gradi d’intensità e di intimità.
Venerdì 11 Gennaio 2019 “Figlia del Vento” Compagnia Bocheteatro
Con Monica Corimbi e Stefania Coro / Testo di Giovanni Gusai / Adattamento drammaturgico e Regia di Monica Corimbi
Progetto video mapping – Michele Pusceddu / Video e luci – Pierluigi Manca e Gianluca Usala
Nella notte di un cortile, una donna scende le scale e incontra quella che sarà la madrina della sua prossima figlia. Non si sono date appuntamento. Frantzisca l’ha evocata con un canto antico e segreto, l’altra è arrivata puntuale. Così arriverà, a ogni chiamata e talvolta precedendola. Le parole generano un dialogo fertile. Le protagoniste parlano con un solo scopo, ben preciso: invertire il senso della predestinazione e donare una vita immortale a una creatura speciale.
La terza donna, quella che Frantzisca ha in grembo, che da quel cortile salperà verso il mondo, leggera e implacabile come il vento. Figlia del vento è l’evocazione di un presagio. La narrazione non della vita, né delle opere, né del lascito di Grazia Deledda. È la messa in scena di una volontà estrema e inattaccabile: cambiare la percezione che il mondo aveva della Sardegna, cambiando la percezione che le donne avevano di sé stesse. Quindi un dialogo fra donne (potrebbero parlarne forse gli uomini?): surreale e fantastico, in qualche modo soprannaturale, per evocare la ferma volontà femminile di rendere unica una figlia, una barbaricina, una donna – altrimenti condannata a essere una qualunque.
Figlia del vento è la Deledda prima di sé stessa, il tentativo di condensare una vita e una carriera magnifiche nell’afflato di speranza di una madre. Uno degli infiniti modi con cui ricordare a noi stessi che Grazia Deledda altro non poteva essere, se non l’incarnazione di una volontà radicale.
Lunedì 04 Febbraio 2019 “Tanti saluti” La Corte Ospitale con Giuliana Musso (Organizzazione CEDAC)
Un progetto di teatro civile clownesco di Giuliana Musso – con Gianluigi Meggiorin, Giuliana Musso e un’attrice in corso di definizione
regia Giuliana Musso e Massimo Somaglino – direzione clown Maril Van Den Broek
“Contenere la morte all’interno del cerchio della vita, dare valore alla cura dei morenti, imparare ad accompagnare al congedo i nostri cari, a partecipare, ad esserci come individui e come società d’uomini, è un progetto che porterà benessere a tutti. Un progetto di felicità.” Raffaele Mantegazza, Pedagogia della morte Tanti Saluti porta in scena il tema del morire ai nostri tempi. Sei brevi monologhi mettono al centro l’esperienza diretta e la sua autentica forza poetica.
Attraverso una ricerca di stampo sociologico sono state raccolte le voci dei principali testimoni dell’evento: medici, infermieri, familiari. Abbiamo visitato i teatri del morire: ospizi, ospedali, hospice, case. Indagato le sue nuove declinazioni: cure palliative, accanimento terapeutico, protocolli di rianimazione, eutanasia. E abbiamo anche ascoltato chi è stato così vicino al punto della morte da non averne più alcun timore. Tanti Saluti porta in scena anche tre clown e a loro consegna il non dicibile: il racconto delle nostre paure, degli smarrimenti e delle soluzioni paradossali che mettiamo in atto di fronte alla morte. Unici oggetti di scena: tre nasi rossi e una buffa cassa da morto.
Venerdì 22 Febbraio 2019 “Musical Movie” concerto con Omar Bandinu – Pianoforte, Pierluigi Manca – Contrabbasso, Mauro Usai – Flauto/Sax Soprano
Il concerto sarà incentrato sull’esecuzione di brani strumentali tratti dalle più note musiche per film. Da autori classici come Ennio Morricone, Ryūichi Sakamoto, Nino Rota, alla sensuale malinconia del tango argentino di Astor Piazzolla, all’opera di compositori del ‘900 jazzistico americano che hanno saputo cogliere l’eredità della musica europea: da Duke Ellington a George Gerswhin e Dave Brubeck fino alla raffinata Bossa Nova di Antonio Carlos Jobim. Alcune tra le più celebri scene cinematografiche accompagneranno il concerto in un progetto immersivo di videomappin
Domenica 31 Marzo 2019 “Laika” con Ascanio Celestini
Tornando dal bar il personaggio narratore (un ubriacone? un povero cristo qualunque?) racconta a Pietro, col quale divide un monolocale, i prodigi ai quali ha assistito. Nulla di inspiegabile, ma proprio per questo straordinari.
I prodigi della solidarietà tra gli umili. Della vecchia che insegna alla prostituta che per il sapere e la cultura non serve il denaro, che i libri nelle biblioteche sono gratis e che anche i musei un giorno al mese aprono le porte anche ai barboni. Ed è proprio il barbone che in questa storia dorme nel parcheggio di un supermercato a cucire insieme tutte le storie. L’ultimo tra gli ultimi.
L’unico che nemmeno parla. Ma anche quello che, sopravvissuto alla traversata del deserto e del mare è finito in quel mondo sotterraneo del lavoro che produce per tutti, ma che non è visibile a nessuno. Infatti LAIKA è soprattutto questo: un piazzale nel quale si incontrano la fatica e l’umiliazione del lavoro, la rabbia e la solidarietà di chi non ha nulla da perdere e per questo riesce ad alzare la testa.