Oggi alle 19.00 presso “L’ultimo spettacolo” la seconda presentazione ufficiale di “Adagio con Brio. Trentanove poesie e una canzone” di Claudia Erba
Edita dalla Catartica Edizioni nella collana “Tremori” la raccolta di poesie di Claudia Erba è un libro affascinante, capace di catturare immediatamente l’attenzione del lettore e accompagnarlo in un vortice di complesse e contrastanti emozioni.
Un viaggio nell’animo umano che riesce a farci riflettere su noi stessi e sul vero significato del nostro vivere. L’autrice con il suo indiscutibile talento sfiora l’interiorità di ognuno di noi con sorprendente abilità, e come un “Adagio con Brio” turba e conforta al tempo stesso la nostra sensibilità, mettendoci a nudo di fronte alla volubilità degli atteggiamenti umani.
Una scrittura forte e immediata e un linguaggio complesso ma di forte impatto emotivo, fanno da cornice a una bellissima sinfonia di emozioni, che Claudia Erba è riuscita a tradurre in poesia. Il suo libro è un prezioso dono soprattutto per chi ama mettersi in gioco ed esplorare le proprie emozioni.
Sardegna Reporter ha il privilegio di incontrare Claudia Erba che ci guida in un intenso viaggio dentro la sua poesia.
Parli di lei e del suo amore per la poesia, come nasce?
Più che di passione per la poesia parlerei di passione per la letteratura. Non è certamente questa la sede per approfondire la tematica, già crociana, dei distinguo tra letteratura e poesia; mi riferisco con letteratura all’insieme delle opere scritte. Fin da bambina ho sempre letto moltissimo…penso che il discorso per immagini, che è tipico della poesia, sia nato proprio dalla lettura; perfino lo studio dei libri di diritto è stato per me uno stimolo alla “fantasia figurale”, per dirla con Calvino.
C’è un momento nei suoi ricordi in cui ha deciso di scrivere?
Non riesco ad individuare un momento preciso, mi sembra di aver scritto da sempre. Non credo neanche che si “decida” di scrivere, penso che sia la scrittura a venire incontro ad alcuni, come urgenza istintuale.
Lei ha uno stile pulito, inconfondibile con parole e versi di grande comunicazione e significati profondi. Quali messaggi vuole trasmettere con la sua poesia?
C’è una citazione di Borges, che sento profondamente mia: “Ogni poesia è misteriosa. Nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere”. Ecco, per me è esattamente così: si tratta di un processo che esorbita dal mio controllo, dalle mie intenzioni. Non ci sono messaggi-tantomeno univoci- da trasmettere; penso che ogni poesia debba contenere l’anima di una domanda.
C’è uno scrittore del presente o del passato che può averla ispirata?
“Canto d’una vergine puttana” è nata, dichiaratamente, dalla lettura di “Canti del caos” di Antonio Moresco, un affresco feroce e visionario di un’umanità alla deriva.
Più in generale, è indubbio che abbia metabolizzato una grande quantità di influenze-letterarie, filmiche, pittoriche, musicali- e che queste siano riemerse nella mia scrittura anche mio malgrado, perché sono loro, spesso, a decidere quando e se riaffiorare. E’ difficile, per me, individuare con esattezza le fonti di “ispirazione”.
Parafrando Douglas Hofstadter, direi che la maggior parte della mia fonte, come un iceberg, è profondamente immersa sott’acqua, non visibile.
Ho apprezzato molto le sue poesie, trovo siano molto belle. Mi ha colpito in particolar modo, “Cantico degli uomini”, sono versi forti, immediati e diretti, li ha scritti in un momento particolare della sua vita?
La ringrazio per l’apprezzamento!
“Cantico degli uomini” è particolarmente cupa e “cruda”, ma non è stata scritta in un momento doloroso della mia vita. A volte utilizzo una lingua, per così dire, “violenta” e mi rendo conto, ex post, di aver fatto irruzione in un terreno ambiguo, dove il senso sembra franare, dove c’è un elemento che sconcerta e offende…ma ci sono anche ampi spazi di sereno, di contemplazione del bello. Spesso ci sono due polarità contrapposte, dalle quali nasce la possibilità di un’acquisizione di senso ulteriore; non una ridondanza ma una mediazione. Ecco, l’ossimoro-che impiego spesso-per me esplicita il concetto di mediazione, sul quale si basano le relazioni umane e, in generale, tutta l’esistenza.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Ho in cantiere una monumentale autobiografia in sei volumi. (Ride, N.d.R.)
Non ci avrà mica creduto?
Imperdibile quindi l’appuntamento di oggi, giovedì 22 Novembre alle 19.00 presso “L’ultimo spettacolo” con la seconda presentazione di “Adagio con Brio. Trentanove poesie e una canzone”. La lettura delle poesie sarà accompagnata in istant composing dal musicista e produttore Salvatore Papotto.
La prefazione è ad opera dell’artista Oliviero Malaspina, scrittore, cantautore e storico collaboratore di Fabrizio e Cristiano De André.
Accompagnerà la presentazione la relatrice Francesca Arca.
Claudia Erba è nata nel 1983 ad Alghero. Laureata in Giurisprudenza, è giornalista di musica, costume e società. Collabora con “SOund36 Magazine di Cultura Musicale, Arti e Spettacolo” e “Sardegna Reporter” e ha fondato “Verbatim Ufficio stampa”, diretto alla promozione di quanti lavorano in campo artistico. Da oltre due anni cura l’immagine degli artisti dell’etichetta discografica “La Stanza Nascosta Records”.
“Adagio con Brio. Trentanove poesie e una canzone” è la sua prima pubblicazione
Vi aspettiamo stasera dalle 19.00 per incontrare la bella e brava autrice. Sarà possibile cenare insieme!