La galleria è una via di mezzo tra lo studio d’artista e la residenza artistica.
La curatrice della galleria, che tra l’altro, ospiterà anche altri artisti, ognuno dei quali, si proporrà con un ciclo di esibizioni, tiene a precisare che quello messo a punto da lei, è un progetto attraverso cui gli artisti ospitati, per tutta la durata della propria mostra, potranno esibirsi e sperimentare, in totale libertà nello spazio della galleria.
Il primo artista ospite, Nicko Straniero, che ha avuto anche i complimenti dal decano degli artisti oristanesi, Gino Chiesa, suo professore di Artistica alle medie, proporrà le sue creazioni sino al 15 dicembre prossimo, effettuando continue modifiche al suo allestimento e creando anche nuovi lavori.
“In questa maniera, durante le quattro settimane di esposizione – spiega Bianca Carta – i più curiosi, saranno invogliati a visite ripetute”.
Effettivamente, una volta entrati nell’Art Gallery Cafè, il visitatore viene proiettato dentro una atmosfera irreale, non è il classico bar, forse neanche uno studio di artista, meno che mai una galleria tradizionale, ma le istallazioni, ti affascinano, ti attraggono e ti mettono un po’ in soggezione.
Sono creazioni incredibili, che sorprendono il visitatore poco abituato a questo genere artistico.
La curatrice della mostra, Bianca Carta, si definisce “una collezionista di arte moderna e critica d’arte”. Ha visto la luce in quel di Tresnuraghes nel 1956 è precisa che “trascinata da oscuri motivi, vaga per le vie del mondo, per investigare i fatti degli altri, senza un motivo precisissimo e scrive per testate sconosciute ai più”.
Nel 1979, dopo aver conseguito, alla Sorbonne Université, la laurea in studi filosofici sui psicodrammi dell’umanità, si è accostata all’arte, organizzando le sue prime mostre nel salone parrocchiale di Tresnuraghes.
Nicko Straniero, Oristanese di nascita, ma trapiantato in Inghilterra da anni, in contemporanea con quella di Oristano è presente anche in una mostra collettiva a Cagliari.
Rossana Corti, scrivendo sulla mostra cagliaritana, ha voluto mettere in risalto alcuni aspetti dell’esposizione dell’artista oristanese, sottolineando che “Cosa si può raccontare ispirandosi ai romanzi che Lewis Carroll dedicò alle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie? Come si può incarnare il paradosso, il grottesco, il meraviglioso? Allontanandosi dall’immagine Disneyana di Alice. Nicko Straniero, ha realizzato una sintesi concettuale del Tè offerto dal Bianconiglio ai suoi convitati in una installazione che pare celare ingressi nell’altrove di Faërie”.
Gian Piero Pinna