“Padria e il suo convento”, il libro di Salvatore Marruncheddu. Il volume sarà presentato sabato sera nei locali del convento francescano.
Gli appunti di un lungo lavoro di ricerca sulla storia di Padria e i segreti del suo convento prendono ora forma nelle vesti eleganti di una pubblicazione bilingue, edita dalla Edes, grazie alla collaborazione tra l’Istituto Camillo Bellieni e il Comune di Padria e al proficuo lavoro dello sportello linguistico.Nasce così “Padria e il suo convento – Padria e su cumbentu suo”, un libro di circa trecento pagine scritto dal sacerdote-studioso Salvatore Marruncheddu, con un’appendice archivistica di Stefano Alberto Tedde e la traduzione in sardo (sul retro) dall’operatrice linguistica Lucia Sechi.
Il volume sarà presentato sabato 17 novembre, alle 18, nel Convento francescano. A introdurre i lavori saranno il sindaco Alessandro Mura e l’assessora alla Cultura Pangela Dettori, in rappresentanza della comunità e di un’Amministrazione comunale sensibile alla valorizzazione del territorio e all’incremento di visibilità per il paese, attraverso la promozione delle sue ricchezze storiche e culturali.
Nel corso della serata, che si preannuncia molto partecipata, sono previsti gli interventi della traduttrice Lucia Sechi, del direttore scientifico dell’Is.Be, Michele Pinna, della presidente Maria Doloretta Lai e dell’archivista Stefano Alberto Tedde, che illustreranno i dettagli del lavoro di ricerca.
La pubblicazione è stata resa possibile grazie all’impegno messo in campo dal Bellieni in sinergia con il Comune di Padria e l’Unione dei Comuni del Villanova, e al finanziamento dell’associazione “Archeo Padria”.
A partire dalle ipotesi sull’origine del nome del paese, il volume coglie numerosi aspetti storici soffermandosi soprattutto sul periodo feudale, sulla vita nell’incontrada di Bonvehi, sull’andamento demografico, la grande peste del 1652, la pratica e la religiosità popolare e la vita nel convento.
In particolare, sulla vita dei confratelli si concentra il lavoro archivistico di Tedde, che prende in esame il libro d’amministrazione del convento dal 1851 al 1855. Dai fondi d’archivio sono state estrapolate le abitudini alimentari dei confratelli, le questioni legate al culto, l’alimentazione, gli introiti connessi ai prodotti della pastorizia e dell’agricoltura, le messe e i funerali. Si parla inoltre di medici e medicine, utensili, abbigliamento, festività e tasse.
Il libro va ad arricchire di un nuovo tassello la collana “L’identità dei luoghi e delle cose”, a cura Is.Be, di cui fa parte anche il volume “Bono e il suo territorio”, pubblicato dalla Edes nel 2017 e nato dall’attività extra-ordinaria dello sportello linguistico.