Gli effetti positivi sprigionati dal progetto d’inclusione Agitamus in quel di Porto Torres indussero il Cip Sardegna (finanziatore del progetto), tramite il commissario straordinario Paolo Poddighe, a perseverare verso nuovi orizzonti.
Detto fatto: da qualche settimana alunni di medie e elementari si confrontano sui temi della disabilità sportiva nelle quattro province storiche della Sardegna, con l’aggiunta della stessa città costiera turritana che essendo pioniera dell’iniziativa ha voluto rinnovare l’impegno.
A coordinare il maxi lavoro che si sta protraendo in contemporanea a Sassari, Nuoro, Santulussurgiu e Quartu S. Elena sono Marco Pinna (Referente Cip per la scuola Regione Sardegna) e lo psicologo dello sport Manolo Cattari.
“Agitamus veleggia con le stesse peculiarità che si sono viste a Porto Torres – dice Cattari – nelle quali si vuol dare risalto allo sviluppo empatico tra gli studenti della terza media e quelli di quinta elementare. Mettersi nei panni di un disabile alle prese con una disciplina paralimpica li rende maggiormente responsabili. Il risultato sfocia in una nuova condizione dove ci si sente particolarmente attenti nei confronti delle tematiche affrontate e di conseguenza viene spontaneo mostrarsi disponibili e propositivi con chi incontra difficoltà nell’accesso allo sport, rendendoglielo più facile. In fin dei conti Agitumus diventa un lavoro personale di valorizzazione della propria diversità”.
I protagonisti cominciano il coinvolgente cammino stipulando un contratto di cambiamento per definire le tematiche su cui verterà il loro percorso didattico.
Si procede con un’interazione che sollecita l’inclusione attraverso l’esperienza diretta in tre aree tematiche tra loro comunicanti. E si arriva così al coinvolgimento degli atleti paralimpici, disposti a raccontare le loro storie personali davanti ad una platea composita. Gli ospiti approfondiscono maniere differenti di essere sportivi con disabilità: da quella motoria, passando per l’intellettivo relazionale, finendo con la disabilità sensoriale. Successivamente la classe secondaria insegnerà a quella primaria uno sport prescelto tra i tanti prettamente paralimpici.
Ma il sigillo finale è rappresentato da una serie di scritti che confluiranno nella Carta dei Diritti della Persona con Disabilità nello sport .
L’ESPERIENZA SASSARESE
Presso l’Istituto Comprensivo n. 3 di Sassari, tra le sedi di via Monte Grappa e via Wahington, la valorizzazione della disabilità è stata alimentata dagli atteggiamenti personali e di gruppo che sono scaturiti durante le tre fasi di apprendimento. Graditissimi sono stati i contributi dati dall’istruttore di nuoto Giorgio Bolognini (Progetto Albatross Sassari) che si è raccontato nell’ambito della disabilità intellettivo relazionale. Non di meno sono stati apprezzati, per ciò che concerne la disabilità fisica, i cestisti in carrozzina della Dinamo Lab capitanati da Claudio Spanu, primo atleta sardo a partecipare alla Whellchair Basketball World Cup. Con lui c’era il giocatore Nicolò Arena. Ancora più suggestivi i racconti di Giuseppe Scanu e Salvatore Cocco, due atleti della Tigers Paralimpic Sport specialisti nella disciplina per non vedenti chiamata Torball.
“Le sensazioni che ho avuto dagli incontri sassaresi sono state molto positive – sottolinea Manolo Cattari – perché i ragazzi hanno collaborato tantissimo. Le classi si sono messe in gioco, hanno provato le discipline, carrozzine comprese, sono stati bravi nel porre domande agli sportivi e a sentire le loro storie, le meccaniche dei loro incidenti, come hanno gestito la loro disabilità”.
C’è stato un piacevole fuori programma a cui ha assistito Monica Pirina che per conto del CIP Sardegna cura i rapporti tra scuole, atleti e ideatori del progetto: “Di loro spontanea volontà, gli alunni della scuola primaria, accompagnati dai docenti, si sono presentati al PalaSerradimigni per la prima casalinga di serie A1 della Dinamo Lab che ha affrontato Giulianova – racconta – ed hanno preparato pure dei cartelloni con le scritte “Forza Dinamo”. Durante la partita non è mancato il sostegno agli atleti esibito con un grande tifo. L’entusiasmo è stato così grande che alla fine hanno invaso il campo chiedendo autografi a tutti, nonostante la sconfitta”.
Pirina continua con le sue sensazioni personali: “I discenti mi sembrano molto partecipi soprattutto sulle tematiche riguardanti la disabilità motoria. Un po’ meno su quella intellettivo – relazionale, perché ai loro occhi è più difficile da cogliere. Gli alunni della scuola primaria mi sembrano più partecipativi, forse perché particolarmente incuriositi”.
E’ possibile seguire le attività del Cip Sardegna nella rinnovata pagina Facebook e sul sito web ufficiale www.cipsardegna.org