Chiusura Policlinico. “Bene misure annunciate da Regione, ma non abbassare la guardia”. Il concreto rischio di chiusura per la revoca dell’accreditamento ad opera della Regione.
“Siamo alla pagina più disperata della sanità sassarese e del Nord Ovest della Sardegna. In un territorio oramai agonizzante, in preda ad una crisi di lavoro, di sviluppo e di cultura, il diritto più importante, quello alla salute e all’assistenza è messo sempre più in discussione. Il concreto rischio di chiusura per la revoca dell’accreditamento del Policlinico Sassarese ad opera della Regione, è l’atto che affonderebbe una volta per tutte la nostra città ed il nostro territorio”.È quanto dichiara Davide Piredda, Segretario Locale CoAS Medici Dirigenti – Sassari.
“Quousque tandem? Fino a quando – aggiunge Piredda – ancora questa classe dirigente abuserà della pazienza mal riposta dei sassaresi? Non ci bastavano gli scellerati effetti, sotto gli occhi di tutti, della riforma sanitaria? Ora sull’orlo del baratro abbiamo una struttura come il Policlinico, patrimonio di Sassari, storicamente radicata nel territorio, che eroga prestazioni di livello…ma come si può solo immaginare di poter colmare su due piedi un simile vuoto?”.
“Il mio personale pensiero – prosegue Piredda – va alle famiglie dei 200 lavoratori, ai malati in attesa di prestazioni chirurgiche, alle centinaia di partorienti che ogni anno fruiscono delle cure della struttura. Dove pensiamo potrebbero finire queste vittime del sistema? Bene le misure di emergenza annunciate ieri dell’Assessorato alla Sanità, con particolare riferimento ad un accreditamento modulare che garantisca le prestazioni ambulatoriali e diagnostiche, ma resta il nodo delle prestazioni chirurgiche, e non è poco. Badiamo bene che il collasso della sanità sassarese lo pagheremmo tutti, mettiamoci in testa che una struttura ospedaliera non è un bene da sfruttare all’occorrenza e poi considerare con trascurata dimenticanza: essa crea percorsi di cura, di riabilitazione, prestazioni per avere diagnosi del cancro e di altre malattie gravi da curare il prima possibile, essa crea lavoro!”
“Non può essere accettabile – commenta Piredda – pensare di disporre frettolosamente che chi, già a fatica, si fa carico delle patologie complesse del Nord Sardegna come centro di riferimento inglobi anche il lavoro fino ad oggi egregiamente garantito dal Policlinico, così da allungare le liste d’attesa, ingolfare i reparti e le strutture riabilitative di un territorio massacrato sotto ogni punto di vista. Di che ci illudiamo? Se sapessimo vedere oltre il nostro naso, capiremmo che, qui a Sassari, la sola minaccia di chiusura del Policlinico o di gran parte delle sue attività è minaccia alla città ed ai suoi servizi primari”.
“Noi di CoAS, sindacato della dirigenza medica, leggiamo – conclude Piredda – in ció che sta accadendo a scapito del Policlinico Sassarese il ripetersi di un film già visto nelle nostre recenti trattative sindacali in difesa dei medici della AOU di Sassari e ci auspichiamo che l’impegno di questi giorni da parte dell’Assessore Luigi Arru e di questa Giunta Regionale passi quanto prima dalle pagine dei giornali ai fatti e non vengano ancora disattese le aspettative e le esigenze dei cittadini di Sassari. CoAS chiede il mantenimento in attività del Policlinico, la tutela dei pazienti, dei lavoratori e delle loro famiglie ed invita i sassaresi ad una protesta ad oltranza, legittima ma irreprensibile, affinchè vengano rapidamente posti in essere tutti i tentativi annunciati per sventare l’ennesima soppressione dei servizi sanitari e l’ennesimo affronto gratuito alla nostra città! Non abbassiamo la guardia!”.